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Renzismo e lobbismo

Il governo Renzi è il terzo formato da ministri, in buona parte non eletti insieme allo stesso Primo ministro, insediatosi nell'arco di un triennio sugli alti scranni parlamentari delle sedi di un potere che, sebbene sui generis, dovrebbe ancora esser ritenuto “democratico”. 

Un governo su cui sembrano aleggiare pericolose ombre di gruppi di potere trasversali, che vanno oltre i tradizionali partiti. Tale pensiero, a sentir molti, è già stato ampiamente ben provato con l'insediamento “forzato” del professor Monti prima, già uomo di Goldman-Sachs, Enrico Letta dopo - membro della commissione Trilaterale, presidente dell'Aspen Institute Italia, frequentatore del Gruppo Bilderbeg - ed ora Matteo Renzi, l'uomo nuovo, il volto giovane di una sinistra liberista – o pseudo-tale –che strizza l'occhio alla finanza e alle politiche delle multinazionali. Un nuovo però che sembra non fare a meno delle lobby, le cui attività, in Italia, non sono regolamentate da nessuna legge. Le lobby italiane, quindi, agiscono nella penombra quando va bene, e nell'ombra il più delle volte; con ignorante beneplacito dell' opinione pubblica italiana tutta, nonché dell' italica intellighenzia in buona larghissima parte.

La settimana scorsa, in concomitanza con la Leopolda, è stato L'Espresso a darne notizia: le lobby incombono anche sul governo Renzi – sai che novità! - e così, come il premier si fregia di "nuovo", essendone egli stesso l'alfiere, così anche queste lobby sembrano esserlo – questa è la vera novità. Il titolo della sua inchiesta è infatti Nuove lobby all'assalto.

Con Renzi, “il nuovo”, dunque anche le lobby sono nuove. L'Italia con il lobbismo è sempre andata a braccetto, specialmente in questo ultimo ventennio. La caduta del Comunismo sovietico, grande finanziatore della storica sinistra italiana, ha aperto negli anni '90 nuovi sentieri per le lobby, spesso legate alle multinazionali ed a gruppi di potere economico, finanziario e quant'altro. La prova? Una sinistra snaturata a gradi che si è aperta ad un certo liberismo. A quale prezzo? L'URSS, anche prima della sua disintegrazione, non ha più finanziato il PCI - come alcuni storici sostengono, ndr. - chi lo ha fatto dunque? I tesserati? Ne dubito. La presenza attuale di uomini nel Pd - già PdS, ex PCI - legati a gruppi come il Bildeberg, all'entourage dell'Aspen Institute Italia e della Commisione Trilaterale spiega molto bene tale mio pensiero e la graduale apertura verso certi orizzonti, cosa quest'ultima che credo non abbia bisogno di ulteriori delucidazioni, visto anche lo scempio pseudo-liberista a senso unico operato sull'economia italiana a vantaggio di delocalizzazioni selvagge, fughe di capitali all'estero, nessuna legge contro Paradisi fiscali e società off-shore, e precarizzazione del mondo del lavoro italiano senza creare un welfare forte complementare alle riforme fatta. Quest'ultima caratteristica spiega altresì la mancanza di interesse verso problematiche estranee alle lobby industriali e finanziarie – vere beneficiarie di queste pseudo-riforme operate in questo quindicennio - interessate solo a vantaggi legati al profitto. In tutto ciò la Sinistra ha dato il suo ampio contributo.

Il magazine del gruppo di Repubblica non si è risparmiato in nulla, ha fatto nomi e cognomi: essendo stata archiviata l'era della “ditta” G. Letta - Bisignani, quella che campeggia su tutti gli italici lobbisti renziani è la “trinità”, ossia un noto trio con annesso enorme codazzo di carneadi e non, alla quale secondo il magazine “Matteo Renzi ha affidato la creazione di un nuovo sistema di potere che all'ombra di Palazzo Chigi deve gestire nomine pubbliche, dossier delicatissimi ed interessi economici del Paese.”

Ma che cosa sono le lobby?

La parola “lobby” è vocabolo inglese di derivazione latino-medievale, viene probabilmente da “laubia” ossia “loggia” “portico”. Ripresa da Shakespeare in alcune sue opere, passò nell' Ottocento ad indicare quella zona del Parlamento britannico in cui i vari rappresentanti di indefiniti gruppi di pressione tentavano un approccio con i membri del Parlamento stesso; la lobby, dunque, era l' anticamera che si trovava nei pressi delle sedi delle assemblee parlamentari, luoghi nei quali venivano prese decisioni per la collettività dei sudditi di Sua Maestà. Dunque, il termine “lobbyst”, “lobbista”, passò in breve ad indicare il rappresentante di tale categoria di persone e la sua attività venne denominata “lobbying”, “lobbismo”. Quindi, per estensione il vocabolo “lobby” indica da quel periodo in poi un gruppo di pressione, che un noto dizionario definisce così: “Gruppo di persone che sono in grado di influenzare a proprio vantaggio l'attività del legislatore e le decisioni dei governanti riguardo a determinati problemi soprattutto economici o finanziari.

Tuttavia, un Parlamento di un governo democratico che si rispetti dovrebbe esser rappresentativo non solo dei singoli cittadini, ma anche di gruppi e corporazioni ed interessi vari, purché il tutto sia fatto alla luce del sole e senza sotterfugi o/e mascheramenti e violazioni delle leggi.

In qualunque governo, dunque, qualunque sia la sua natura, sia essa monarchico assoluta, sia democratico repubblicana, sia autocratica o dittatoriale, è normale che ci siano sempre presso i suoi vertici e nei suoi pressi uomini non appartenenti alle Istituzioni che cercano però di influenzare le decisioni del governo in questione a vantaggio dei gruppi i cui interessi questi personaggi rappresentano. E non è detto che ciò debba da ritenersi per forza un male, a patto che sia regolamentato da leggi precise.

Però, a ragione, in Italia dunque l'attività di lobbismo – che non è regolamentato da nessuna legge - è sinonimo di intrallazzo, e di questo in molti casi trattasi, visti i modi e come operano queste italiche “ditte”, che definire tali è chiaramente un eufemismo, oltre gli effetti che provocano. Sono infatti maledettamente convinto che i contemporanei mali di questa nazione – oltre quelli ereditati dal passato più o meno remoto - siano da attribuire non solo alla cattiva politica e alla sua incompetenza quanto alla totale mancanza di empatia, non solo alla mancanza di sano ed equo senso civico di buona parte dei cittadini di questo paese - in fondo, quasi nessuno è senza colpa - ma allo strapotere di gruppi indefiniti di potere che hanno sottratto potere ed influenza alla politica medesima, portando a riforme fatte male e/o a metà, quando ad un nulla di fatto, per il vantaggio di altri, fregandosene dello svantaggio arrecato agli interessi e alle vite altrui, quanto del danno arrecato allo collettività tutta.

Fermo restando che le lobby non siano solo da ritenersi i gruppi di rappresentanti di aziende industriali, ma anche la stessa Magistratura potrebbe per esempio formare una lobby e così anche altre corporazioni e simili, siamo nell'era infatti in cui una multinazionale può produrre fatturati che equivalgono a PIL di nazioni non proprio piccole; profitti che formano patrimoni e riserve di capitali enormi che aumentano il potere economico, politico e decisionale delle medesime compagnie, aumentandone anche la forza di dissuasione verso la politica. E qui sorge già la pericolosa minaccia.

In ciò, in parte, gli Usa come sempre insegnano: l'attività di lobbismo negli States è stata perciò regolamentata da leggi di lunga data, ed a Washington i lobbisti hanno appositi registri e trafile da seguire per regolamentarsi nella loro legale rappresentanza. Resta, però, il problema ampio e variegato di quello che viene definito “shadow lobbying” ossia “lobbismo ombra”, non da sottovalutare per nulla.

Tornando a noi, ritengo che il caro Renzi, tra le mille promesse – circa le quali ha mantenuto ancora ben poco - che ha fatto e farà ancora, si guarderà bene financo dallo bisbigliare fantomatiche promesse per regolamentare le lobby del Bel Paese, per motivi ormai sempre più ovvi.

Dunque, con molta probabilità, assisteremo, e stiamo de facto assistendo, ancora una volta ad un cambio della guardia tra i compari - dove occulti, dove conosciuti - della politica.

Sperando che come sempre non sia a totale discapito del bene dei più, riusciranno questi gruppi ad imporre la loro linea talvolta occulta, spesso anche antidemocratica e per un certo verso quasi "fuorilegge" - dato che non ci sono leggi che regolamentino tali loro attività - anche questa volta?

 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.53) 10 novembre 2014 11:32

    ma che schifo di articolo! La definizione di lobby data è troppo superficiale e ideologica

  • Di (---.---.---.113) 10 novembre 2014 13:01

    Ah eccolo, il trollino di turno! L’hai letta quella de L’ Espesso ?! Ne dubito. questa che da’ l’autore e’ di gran lunga la migliore! Ad ogni modo, scienziato, aspettiamo la TUA! 

  • Di (---.---.---.95) 10 novembre 2014 18:06

    Per raccogliere e integrare le idee su una serie di avvenimenti politici recenti:

    http://www.slideshare.net/slideshow...

  • Di (---.---.---.83) 21 novembre 2014 10:15

    Dalla nascita della repubblica Governanti e Oppositori 
    (si sono sempre trovati d’accordo per la spartizione)

    Nei laboratori della Politica per confondere le idee e strumentalizzare le menti (deboli) 
    Hanno dato Vita a virus come le Brigate Rosse e Nere 
    P2 – P4 - Massoneria- Mafia- Camorra- ecc. 

    Formando cosi le loro Multinazionali che (come gli Azionisti) si spartiscono quote ad ogni Legislatura
    Vedi rimborso ai partiti
    La percentuale? Varia secondo il Partito che al momento Governa alla faccia del Popolo.
    Urge trovare al più presto un vaccino che ci liberi da questi virus perché 
    il sistema sta andando in cancrena. 

    PS se vogliamo sperare in un futuro più giusto e risolvere tutti i problemi 
    dobbiamo cancellare tutti i vecchi partiti come cancellammo il fascismo e incominciare da capo come nel dopoguerra 
    Facendo tesoro di tutti gli errori commessi in 66 anni dai partiti. 
    Solo cosi possiamo gettare le basi per creare il nuovo che chiamerei (EGUAGLIANZA SOCIALE) UTOPIA?     VITTORIO.A 

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