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 Home page > Tribuna Libera > A proposito di Cayman, tra Bersani e Renzi

A proposito di Cayman, tra Bersani e Renzi

E mentre un sempre presente politico - che tra l'altro non si è mai dato pena di combattere concretamente il ricorso alle società off-shore, sia sul piano istituzionale che su quello politico - si scaglia in modo spropositato e propagandistico contro un finanziere con società regolarmente registrata e basata “fiscalmente” alle isole Cayman, emerge sempre più per l'ennesima volta uno dei più spinosi problemi del fisco occidentale e non solo: la squallida tolleranza dei governi europei, e non, verso il ricorso legalizzato ai paradisi fiscali da parte dei propri grandi capitalisti super ricchi, veri ladri del PIL.

È questa una contraddizione in termini: da un lato i governi sembrano darsi un gran da fare nel combattere l'evasione fiscale a livello medio e spicciolo più che altro, dall'altro, a grandi livelli, verso i grandi capitalisti - spesso aperti sostenitori del loro operato politico - tollerano l'intollerabile: l'esistenza legale dei paradisi fiscali che toglie tanto PIL alle nazioni interessate da grande evasione fiscale e in grande crisi economica - paesi come l'Italia e la Grecia, tanto per citarne due – e che ne sono apertamente coinvolte a piene mani. Traiamo spunto dalla diatriba per fare alcune considerazioni.

Nella disputa politica tra Bersani e Renzi, il segretario del PD redarguisce il Sindaco:

Con la gente basata alle Cayman non deve parlare nessuno, è ora di finirla perché c'è gente che lavora e paga le tasse.

Al segretario risponde colui che è stato tirato in ballo, Davide Serra, fondatore di Algebris, discusso sostenitore della campagna di Matteo Renzi:

Caro Onorevole Bersani, trovo incredibile che in un Paese con un'evasione fiscale da record, che nessuno dei politici sembra abbia, sinora, voluto veramente combattere, venga definito "bandito" un investitore istituzionale basato a Londra, regolato dall'Fsa e dalla Sec (ossia le rispettive Consob inglese e americana) e tassato dall'Inland revenue.

Nella diatriba l'Onorevole non perde solo punti, ma finisce inesorabilmente per rappresentare alla grande l'ipocrisia della classe di cui è parte. Dal governo delle sinistre, passando per quello degli imprenditori, per finire a quello tecnico del professor Monti, nessuno ha mai realmente tentato di toccare questo grande vulnus della fiscalità occidentale. Stranamente, invece, è il finanziere che fornisce la vera e truce sentenza, ossia il fatto che in un paese con evasione fiscale da record nessuno dei politici abbia voluto – sul serio – combatterla.

Il Sole 24 Ore, così come altre testate, ha più volte dato la lista di questi paradisi fiscali dove innumerevoli società off-shore al servizio di grandi multinazionali, di grandi e medi imprenditori/prenditori offrono loro i propri servigi fiscali per evadere legalmente – cosa gravissima questa – il fisco dei paesi in cui operano e traggono i loro enormi profitti.

É infatti risaputo che nei paradisi fiscali si riscontri un regime fiscale bassissimo e con regole bancarie meno rigide e poco trasparenti - specie verso le transazioni; perciò imprese medio-grandi, Multinazionali, attraverso la creazione ad hoc di società off-shore, scelgono di avvalersene. Ci sono vari tipi di paradisi fiscali; si va dai paesi a “Low Taxation”, con regime fiscale particolarmente basso, ai “Pure Tax Heaven”, ossia paesi in cui non c'è imposizione fiscale, se non qualcuna meramente nominale, con segreto bancario assoluto, ed altri tipi per la gioa e per tutte le esigenze del capitalismo occidentale.

La cosa che stride e fa a pugni con la situazione che stiamo vivendo in Italia in primis, nella Ue in secundis e in tutto il mondo capitalistico occidentale in ultimis, è che i paradisi fiscali siano ancora interamente legali e che quanto detto da Bersani, faccia non solo ridere, ma anche montare la rabbia del cittadino medio alle stelle. L'artigiano medio, il quale fattura 50mila euro lordi all'anno, che ne regala oltre 25mila al fisco tra contributi Inps, Irpef, Irap e altre innumerevoli gabelle, si chiede legittimamente:

Ma Bersani negli ultimi 20 anni dove ha fatto politica? Su Marte? ...


Dunque emerge, altresì, che la politica “classica” - quella rappresentata tanto per intenderci da Berlusconi, D'Alema, Bersani, Casini, Di Pietro e altri, ai quali si deve aggiungere anche il professor Mario Monti - non ha solo tollerato l'intollerabile, ma ha anche permesso che la crisi che ora stiamo vivendo – che è capitalistica e di sistema - arrivasse a questo punto.

Anche l'OCSE ha condannato il ricorso ai Paradisi fiscali, vuoi per la bassa fiscalità, vuoi per la mancanza di trasparenza, vuoi per per la comprovata capacità di occultare capitali e informazioni; cose queste che la rendono appetibile non solo alle Multinazionali e agli imprenditori ma anche alla vasta rete delle organizzazioni criminali mondiali.

Per finire, risulta chiaro che in paesi come l'Italia, dove la tassazione fiscale è altissima, per molte aziende - ma solo medio-alte, visti i costi di accesso – ricorrere ai paradisi fiscali è una salvezza; tuttavia emerge anche il danno che consiste nel fatto che la politica sia altamente allineata con un capitalismo, che se da un lato sfrutta alla grande le potenzialità del mercato interno al paese dove opera, dall'altro gli toglie entrate, esportando la propria fiscalità, ergo PIL.

Da Prodi, passando per Berlusconi, per finire a Supermario, nessuno tra loro ha mai tentato minimamente di guarire questo vulnus chiedendo l'abolizione e la messa in fuorilegge, a livello della Ue, di tutti i paradisi fiscali, cosa che permetterebbe in un secondo tempo anche di abbassare la tassazione. In più, se da un lato Bersani, condannando la cosa, dimostra anche tutta l'ipocrisia di una certa politica italiana, ormai fallita, dall'altro,

Renzi, appoggiandosi ad una certa finanza, dimostra che lui non sarà certo quello che avverserà questo capitalismo, responsabile tra l'altro di questo inferno in fieri, né tanto meno che ne avverserà gli escamotage, responsabili di gran parte dei i furti di ingenti fette di PIL ai danni dei popoli sovrani che pagano le tasse.

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.85) 23 ottobre 2012 23:10

    Proverò a risponderti secondo la mia percezione: in primo luogo, il Pd non è più un partito di sinistra; per il semplice motivo che ha tradito le premesse di quelle che sono le politiche della sinistra classica, giacché si è volto verso il liberismo già da lungo tempo.
    In secondo luogo, dalla destra lo differenzia solo una certa storia ideologica, ma nella sostanza sono uguali: "borghesi".
    In terzo, non ha radici: è nato da un’idea di un padre ( Veltroni) che lo ha lasciato anzitempo orfano.
    Quarto: nessuno abbocca a nulla; è solo una constatazione di fatti nudi e crudi: Bersani lo conosciamo, Renzi si sta rivelando alla grande per quello che è, cioè un berlusconiano nato e cresciuto nel partito sbagliato.
    Quinto: non sono uguali. La destra, ossia il Pdl, ha almeno la sincerità di ammettere quale sia la sua ideologia portante!

    E’ un semplice partito "imborghesito", che tra l’altro ha perso la base che fino a qualche 15ennio fa ne costituiva la colonna vertebrale ideologica. ... il tutto perchè è finito un mondo che era la sua ragion d’essere: il CCCP. End of the story! Storia triste ma vera. Questo è il Pd... triste ma verissimo. Potrebbe esser qualcosa di diverso se l’Italia fosse il Regno Unito e il Pd si chiamasse "Labour Party", ma bisogna svegliarsi ... siamo nella "boccacesca" Italia!

    Questa è la situazione per come la vedo io! Ciao

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.251) 22 ottobre 2012 13:27

    Non c’è differenza tra i due: Bersani è la ruota di scorta bucata di Goldman-Sachs e Renzi di coloro che bazzicano quelle isole.

  • Di (---.---.---.46) 22 ottobre 2012 19:23

    il fatto che la sinistra non abbia combattuto l’evasione perchè il popolo italiano non glielo chiedeva, dato che esiste una quantità di gente che evade le tasse e due italiani su tre hanno dato il voto a uno che diceva che le tasse si può anche non pagarle.
    mah, per leggere simili pareri, basta la tabaccaia

    • Di (---.---.---.143) 22 ottobre 2012 20:48

      ... la sinistra c’entra fino ad un certo punto. Il punto è perché anche Mario Monti continui a non fare nulla a riguardo di quello che l’autore etichetta come "vulnus", forse il più grave... E’ questo che la dice lunga su quali poteri stiano dietro di Lui e, soprattutto, dietro il Pd medesimo, ex PCI, già ex Pds, convertito al liberismo! Il punto è che, sia per quanto riguarda Bersani, sia per quanto riguarda Renzi, sempre di sinistra snaturata - che è un eufemismo - trattasi. Peccato che tu non abbia colto questa sottigliezza. 


      Poi, se i pareri della tabaccaia sono al livello della tua comprensione del testo sarete in due ... similia similibus! 
    • Di (---.---.---.54) 25 ottobre 2012 17:43

      caro anonimo, se i tuoi schemi culturali non ti permettono di vedere differenze dove ce ne stanno mi sa che non sei al livello di discutere con me. al massimo mi potreti cendere delle sigarette

    • Di (---.---.---.185) 25 ottobre 2012 23:43

      Uno è libero di avere una percezione del sè anche da Padre eterno, e, a come vedo, tu, da questa tendenza, non ne sei affatto esente! Tuttavia nell’articolo viene messo in enfasi il fatto che, il che ne dica Bersani, i paradisi fiscali siano un PROBLEMA LAPALISSIANO per l’economia e la stabilità fiscale, specie in questo momento. Qualunque riforma economica, che preveda il milgioramento della condizione delle classi medio-basse ed una fiscalità più equa per tutti, passa per la messa in fuori legge dei Tax Heavens. Cosa che condivido in toto con chi l’ha scritto. Il fatto che vengano tollerati bipartisan è qualcosa di enormemente grave.
      Per le destre c’è poco da meravigliarsi a riguardo, e non perdo tempo a spiegartelo, e penso nemmeno che tu sia in grado di capirlo a questo punto, ma per le sinistre lo è ancora di più, ed anche qui, ci sarebbe da scriverci poemi sopra. Per quanto mi riguarda, la sigaretta te la puoi anche "cendere" da solo.

  • Di (---.---.---.249) 23 ottobre 2012 10:12

    Il problema è invece questo, e nessuno cerca di risolverlo: oggi, cosa si intende per sinistra? Quale spettatività socio-antropologica differenzia questa dalla destra? Quali sarebbero le radici di questa sedicente sinistra? Perché seguitate ad abboccare su simili equivoci? Per poi potervi lamentare dicendo che siano tutti uguali?

    • Di (---.---.---.85) 23 ottobre 2012 23:10

      Proverò a risponderti secondo la mia percezione: in primo luogo, il Pd non è più un partito di sinistra; per il semplice motivo che ha tradito le premesse di quelle che sono le politiche della sinistra classica, giacché si è volto verso il liberismo già da lungo tempo.
      In secondo luogo, dalla destra lo differenzia solo una certa storia ideologica, ma nella sostanza sono uguali: "borghesi".
      In terzo, non ha radici: è nato da un’idea di un padre ( Veltroni) che lo ha lasciato anzitempo orfano.
      Quarto: nessuno abbocca a nulla; è solo una constatazione di fatti nudi e crudi: Bersani lo conosciamo, Renzi si sta rivelando alla grande per quello che è, cioè un berlusconiano nato e cresciuto nel partito sbagliato.
      Quinto: non sono uguali. La destra, ossia il Pdl, ha almeno la sincerità di ammettere quale sia la sua ideologia portante!

      E’ un semplice partito "imborghesito", che tra l’altro ha perso la base che fino a qualche 15ennio fa ne costituiva la colonna vertebrale ideologica. ... il tutto perchè è finito un mondo che era la sua ragion d’essere: il CCCP. End of the story! Storia triste ma vera. Questo è il Pd... triste ma verissimo. Potrebbe esser qualcosa di diverso se l’Italia fosse il Regno Unito e il Pd si chiamasse "Labour Party", ma bisogna svegliarsi ... siamo nella "boccacesca" Italia!

      Questa è la situazione per come la vedo io! Ciao

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