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Abuso sessuale e disturbi del comportamento alimentare

L’abuso sessuale viene considerato uno degli eventi traumatici più gravi che una persona possa sperimentare durante la propria vita, con conseguenze catastrofiche sia a livello fisico che psicologico.

 La definizione di questo fenomeno è, ancora oggi, un argomento di grande dibattito. Tuttavia, seguendo l’American Psychological Association (APA), possiamo definire l’abuso sessuale come l’uso della forza fisica, o della coercizione, per costringere una persona non consenziente ad un atto sessuale, indipendentemente se questo venga poi finalizzato o meno. In termini epidemiologici, questo sembra essere un fenomeno più comune di quanto si possa pensare. Tuttavia, dato che molti abusi rimangono nascosti o non vengono denunciati, conoscere la reale prevalenza di questi atti rimane un compito di difficile attuazione.

Secondo alcuni studi, comunque, più di 1/4 degli abusanti riferisce di provenire da famiglie multi-problematiche, disfunzionali e caotiche dove, durante l’infanzia, anch’essi sono stati abusati (Hanson et al., 2006).

Come menzionato precedentemente, l’essere vittima di un atto traumatico come l’abuso comporta delle conseguenze devastanti sia dal punto di vista fisico che psicologico. A livello fisico, spesso si riscontrano nelle vittime problemi urologici, ginecologici, dolore addominale, cefalea, disfunzioni sessuali e malattie sessualmente trasmissibili. A livello psicologico, invece, i sintomi che seguono tale fenomeno si manifestano tramite un profondo senso di vuoto, insonnia, fenomeni dissociativi, deficit della regolazione emotiva o comportamenti autolesivi. Inoltre, più è giovane la vittima, più gravi possono essere le conseguenze. Infatti, la formazione delle strutture cerebrali che permettono lo sviluppo di abilità cognitive atte a far fronte ad un evento traumatico non si completa fino alla tarda adolescenza. Di conseguenza, le vittime sviluppano una maggiore vulnerabilità a disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e soprattutto disturbi del comportamento alimentare (DCA).

Una delle associazioni più studiate durante gli ultimi anni di ricerche è proprio quella tra abuso sessuale e disturbi del comportamento alimentare (DCA) come Anoressia, Bulimia e Binge eating. La letteratura scientifica, infatti, suggerisce che quasi la metà delle donne con DCA riferisce di esser stata abusata almeno una volta nella propria vita (Carter et al, 2006). Più precisamente, il trauma dell’abuso comporterebbe dei cambiamenti nei sistemi serotoninergici (che agiscono direttamente sul centro della sazietà), dopaminergicici e noradrenergici che sono coinvolti nella regolazione del comportamento alimentare. Ipotesi confermata anche da uno studio recente di Akkermann et al (2012) dove gli autori mostrano che eventi traumatici durante l’infanzia aumentano la probabilità di una disregolazione della serotonina.

Inoltre, le condotte di eliminazione e la dieta cronica, tipiche dei disturbi in questione, si svilupperebbero come delle strategie di coping disfunzionali utili a fronteggiare l’evento traumatico subìto. Ad esempio, è possibile che una donna anoressica metta in atto comportamenti di restrizione per alleviare un senso di colpa e vergogna; quasi a voler distruggere il proprio corpo al fine di nascondere la propria sensualità, mentre L’atto bulimico sembrerebbe essere associato ad una difficile elaborazione delle emozioni negative. Più precisamente, la condotta di eliminazione potrebbe essere intesa come una liberazione simbolica dovuta ad una difficoltà nel tollerare gli stati di disagio (Consolo, 2017). In altre parole, generalmente, la sintomatologia associata ai DCA si sviluppa come strategia di evitamento e fuga dai diversi fattori che elicitano la sofferenza come i ricordi dell’abuso, la paura improvvisa e/o un’elevata attivazione fisiologica (Jannini et al, 2017).

Quindi, possiamo definire il rapporto tra abuso sessuale e DCA come molto stretto. Le persone che hanno avuto esperienze di eventi traumatici, infatti, hanno una maggiore probabilità di sviluppare diverse problematiche sul piano psichiatrico che comportano una serie di sintomi caratteristici di varie patologie, soprattutto inerenti a comportamenti alimentari disfunzionali.

 

Tirocinante: Stefano Joe Cattan

Tutor: Fabiana Salucci

 

Bibliografia

    • Akkermann, K., Kaasik, K., Kiive, E., Nordquist, N., Oreland, L., & Harro, J. (2012). The impact of adverse life events and the serotonin transporter gene promoter polymorphism on the development of eating disorder symptoms. Journal of psychiatric research46(1), 38-43.
    • Carter, J. C., Bewell, C., Blackmore, E., & Woodside, D. B. (2006). The impact of childhood sexual abuse in anorexia nervosa. Child abuse & neglect30(3), 257-269.
    • Consolo, I. (2017). Il piacere femminile: scoprire, sperimentare e vivere la sessualità. Giunti. Organizzazioni speciali.
    • Hanson, R. F., Self-Brown, S., Fricker-Elhai, A., Kilpatrick, D. G., Saunders, B. E., & Resnick, H. (2006). Relations among parental substance use, violence exposure and mental health: the national survey of adolescents. Addictive behaviors31(11), 1988-2001.
    • Jannini, E., Lenzi, A., & Maggi, M. (2017, January). Sessuologia medica II ed.: Trattato di psicosessuologia, medicina della sessualità e salute della coppia. Edra.

Foto di Isabella Quintana da Pixabay 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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