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A cosa deve pensare una sinistra di trasformazione. A tagliare la testa al sovrano: la BCE

di Massimo RIBAUDO

Dovrei scrivere un commento sulla riunione del nuovo gruppo alla Camera che si è presentato oggi al Teatro Quirino di Roma. Ero lì, ma è stato detto tutto da Franz Altomare in questo articolo pubblicato sul nostro blog la sera prima. E’ stato profetico: ed oggi, nessuna sorpresa. Siamo nella gabbia delle risorse scarse e bisogna arredarla. Il programma politico di destra crea due gabbie separate. Una per coloro che ancora pensano di essere vincenti e di potercela fare – sono di destra, animal spirit, uno su mille ce la fa, e ognuno di loro pensa di essere quell’uno e chi non ce la fa è un soggetto di meno con cui spartire la torta – e l’altra per chi dovrà chiedere aiuto. Agli amici, ai parenti, alla Chiesa, alle mafie. Cameron, Renzi, tutti i socialdemocratici alleatisi con i popolari stanno arredando “la gabbia” in questo modo qui.

Poi, ci sono Syriza, Podemos e anche coloro che oggi si sono riuniti per formare una sinistra italiana che ritengono di arredare la prigione con quadri con cieli azzurri e stelle per non far vedere che è una prigione. Per spingere, nella loro buona fede, alcuni partecipanti della città del business a redistribuire – difficile sapere come – parte della loro ricchezza agli sconfitti nella gara, agli “have not”. Certo, mediante i valori spirituali dell’onestà, della partecipazione, della condivisione, della solidarietà. Un po’ quello che fanno da millenni, come core business, anche le diverse chiese sparse per il pianeta. Unico modello economico concreto, i riferimenti a Keynes. Praticamente impossibili da gestire per uno Stato senza il controllo di una banca centrale. Senza una moneta politica.

Io vorrei uscire da questo scenario, abbastanza noioso per me, per riconoscere chi è il sovrano che ci tiene in gabbia.

Nessuno ha parlato delle affermazioni di Mario Draghi contenute nel suo discorso del 5 novembre 2015 agli studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano. Futura classe dirigente, in cuor loro.

Affermazioni molto più gravi e dense di conseguenze di quelle che ascoltiamo dal Presidente del Consiglio. Di cui, credo, una sinistra in fase nascente dovrebbe parlare.

Il mandato della BCE, non è quello dello Stato italiano: “Mantenere la stabilità dei prezzi” non è “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“.

Eppure, oggi l’unica regola è: “Mantenere la stabilità dei prezzi”. E, secondo Draghi, è questo un principio superiore alla Costituzione italiana, così come superiore a quella greca, portoghese, irlandese, francese. E’ piacevole sapere che i prezzi rimangono stabili, o che addirittura scendano.

Ma poniamoci una domanda. Grazie a cosa, rimangono stabili? Se sono stabili il consumatore, in un’economia concorrenziale, sceglierà il prodotto che cala, come prezzo, e cosa lo fa calare (tenendo presente che il produttore non vorrà perdere la percentuale del suo guadagno)?

La minore qualità (capito a cosa serve il TTIP?) e il minore impiego di lavoro. Quindi, la stabilità dei prezzi ha un costo: la diminuzione dei salari.

Poi, c’è l’espulsione dal mercato delle imprese che non possono sostenere la diminuzione dei prezzi e quindi abbiamo un altro prezzo da pagare: l’aumento della disoccupazione. Inoltre, la stabilità dei prezzi, secondo i teorici, come Mario Draghi, dell’ordoliberismo, presuppone anche uno stato che non controlli il mercato. Quindi nessuno o minimo intervento pubblico nell’economia. Quindi, un’economia senza nessun controllo democratico o politico.

Nel suo discorso Mario Draghi ha posto il Trattato UE che istituisce la Banca Centrale Europea al di sopra delle Costituzioni degli Stati nazionali. Per lui è giusto che la BCE non abbia nessun controllo democratico sulle sue azioni.

Azioni che, secondo Draghi, hanno sempre rispettato lo statuto della Banca centrale. Qui, dobbiamo dire, Draghi mente. In quanto Yanis Varoufakis ci ricorda che la BCE ha fatto di tutto per terrorizzare i clienti delle banche greche al fine di strangolare economicamente il governo di Alexis Tsipras. Esattamente il contrario di quello che di solito fanno le banche centrali.

Mi piace anche ricordare che “stabilità dei prezzi” significa bassa inflazione. Quindi, mantenimento del valore dei patrimoni. I ricchi preferiscono che il loro patrimonio duri nel tempo. Ed è esattamente quello che Draghi gli ha promesso.

Concludo. Una sinistra che si vuole chiamare tale dovrebbe farsi domande sulla “prigione”, sul modello di stato consolidato dalle regole sovranazionali, e sui modi di trasformare questo mondo che va sempre più verso minori salari, maggiore disoccupazione e mantenimento dei valori del patrimonio per chi lo possiede. Una sinistra dovrebbe trovare anche il modo di proteggere la Costituzione stravolta dai principi citati del trattato europeo.

Ecco perché oggi mi sono annoiato al teatro Quirino. Non ne hanno parlato minimamente.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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