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 Home page > Attualità > Cultura > (In)ter(per)culturando: Dossier - La Letteratura Italiana Contemporanea: (...)

(In)ter(per)culturando: Dossier - La Letteratura Italiana Contemporanea: tendenze, evoluzioni-involuzioni, contraddizioni (V p.)

La presente parte del dossier è una costola di un progetto [*] di ricerca, studio e analisi di cui mi sto occupando negli ultimi anni (ancora in corso).

Barbara Gozzi

***

2.3. La narrativa della ‘corporeità’
 
Il corpo totale è fuori del linguaggio,
alla scrittura arrivano solo pezzetti di corpo.
(Roland Barthes)
 
Narrare con e attraverso il corpo non è una caratteristica della contemporaneità.
Già nel novecento la Letteratura Italiana ha visto la diffusione di scritture e opere che, nelle proprie trame, tra lingue e stili, hanno evidenziato evidenti evoluzioni nell’inserimento di corpi, sangue e gesti carnali non più come meri elementi di sfondo, quando proprio come scelte precise, rotture per taluni, urgenze per altri, ma anche sperimentazioni a proiettare la lingua oltre i retaggi dei Maestri.
 
Scrive Marco Antonio Bazzocchi, professore ordinario di Letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università di Bologna, nel saggio ‘Corpi che parlano’ (2005, arrivato alla sesta ristampa):
“Il Novecento oscilla continuamente entro questi poli: la necessità di tornare al corpo nudo per ridare legittimità all’individuo, per ‘liberarlo’, e, all’opposto, il bisogno di rivestire di simboli densi il corpo per farlo parlare. O invertendo i termini, l’esigenza di spogliare il corpo per tornare al suo linguaggio (spesso identificato con la sessualità) e invece di coprirlo per alludere, fra intravvedere, stimolare la curiosità”.
 
Questo ‘tornare’ al corpo nudo, legittima l’individuo entro un tessuto sociale, politico e culturale preciso a imporsi negli scritti degli autori che in quel tempo respiravano precise ‘battaglie’ di carne, poi divenute anche di parole o di parole carnali.
 
Viene a maturazione in questi anni un discorso sulla funzione e sull’importanza del corpo che si innesta nella situazione storico-politica e la interpreta con profonde implicazioni, forse mai più raggiunte dopo (dopo rispetto agli anni sessanta-sessanta in Italia).
 
Difficile affermare con certezza se Oggi si tratta di involuzione o ulteriore evoluzione.
Di certo la Letteratura Contemporanea in Italia si sta ‘muovendo’ nell’ultimo decennio, con accelerazioni drastiche negli ultimi quattro-cinque anni, verso un uso narrativo del corpo a recuperare dimensioni di carne, pelle, sangue quanto un narrare fortemente impregnato sull’espressione più concreta, oggettiva e indiscutibile dell’identità individuale: il corpo.
 
L’impressione rispetto alla contemporaneità, però, è che l’attuale ripresa sia per alcuni autori italiani un recupero del corpo del singolo che si tende al collettivo, un tentativo di ritrovare una carnalità che negli anni (soprattutto dopo Pier Paolo Pasolini, dagli anni ottanta in poi) si è sfocata, annebbiata, ridotta nelle percezioni stesse dei corpi (o parti di).
Ciò che si cerca di riafferrare, Oggi, sebbene inquadrato in un preciso momento storico, sociale, politico e religioso, sembra tendersi maggiormente verso l’intimo dell’individuo.
 
I corpi di alcuni libri di autori italiani, negli ultimi anni, sono corpi che registrano e assorbono onde sociali (anomale per lo più) ma lo fanno ricercando disperatamente una riappropriazione carnale intima, propria, individuale. Una riappropriazione che accomuna, non ombelicale (non solo del personaggio, non solo della storia narrata, non solo di quell’autore).
 
Il linguaggio dei corpi, insomma, in alcuni autori italiani contemporanei narra di usi, svelamenti, attenzioni crescenti per analizzare tale linguaggio, stratificando, scatenando agganci.
 
Non c’è - sostanzialmente - una diretta matrice politica.
Storica certamente, che si protende a recuperare – a volte – brandelli del recente passato italiano, ma resta pressante, prepotente, la componente d’intimità, di rimescolamento disomogeneo tra affezioni-disaffezioni, sentimenti, legami (e negazione di legami), appartenenze (o meno) che sono dell’Italia di oggi, attingono al sudore, le fatiche, l’irrequietezza, le mancanze, le insoddisfazioni, i dolori.
 
Alcuni esempi: Giorgio Falco[*] in ‘L’ubicazione del bene’, 2009, e Giorgio Vasta[*] in ‘Il tempo materiale’, 2008, collocano le storie in precisi contesti storici, Falco con particolare attenzione al ‘senso del vivere’ attraverso i gesti e le carni; Vasta focalizzato a recuperare un preciso periodo (fine anni settanta) e un preciso contesto geografico (Palermo). Restano però snodi che comunque si tendono poi all’individuo, allo scavo che il corpo fa di sé. Il corpo guardandosi, scoprendosi, si riconosce.
 
In alcuni libri recenti, dunque, i corpi non hanno bisogno di essere ‘nudi’ perché non c’è più un ‘prima’ come per il Novecento (fatto di restrizioni, moralismi rigidi, etiche cieche, religiosità venerate dai più e rispetto generale di tali condizioni), da cui tentare un salto verso un ‘dopo’ di abbattimento. 
Oggi il ‘prima’ contiene ogni possibile nudità, sperimentazione carnale, ogni possibile rottura di quei tabù che nel Novecento erano inviolabili e che oggi, nel XXI secolo, sono stati del tutto decostruiti. Ma quando nella LIC i corpi si spogliano, la nudità è scarnificante, potente, dura.
 
Nella contemporaneità non si rintraccia il dilemma corpo-nudo o corpo-vestito. Piuttosto un dilemma sottile, velato, combattuto tra maglie narrative, snodi e livelli tra ‘corpo come elemento narrativo’ rispetto a ‘corpo come mero ingrediente della trama’.
 
Il corpo, dunque, non è più semplice parte dei personaggi. Ha dismesso gli abiti della comparsa per diventare elemento narrativo in tutto e per tutto.
Per alcuni autori è proprio il corpo (e le sue parti) a compiere azioni, ‘dire’, ascoltare (e non per diretta ammissione del personaggio). Come per Gabriele Dadati[*], ad esempio, ne ‘Il libro nero del mondo’, 2009, dove le nudità non hanno valenze simboliche, piuttosto le parti carnali dei personaggi, fanno, dicono, esprimono. Dunque colli, mani, labbra, braccia, ecc.
 
Per altri autori intere scene, sequenze, parti narrative si concentrano interamente su dettagli dei corpi, sullo svelare atmosfere, sensi, umori, intenti, attraverso movimenti e singole inquadrature carnali, come fa Marco Mancassola[*] in ‘La vita erotica dei superuomini’, 2008.
 
I corpi sono l’espressione cruda dell’essere, di chi siamo. Sono la prima manifestazione, prima per sentire, percepire, assorbire. I corpi parlano attraverso gesti, sguardi, linguaggi. Si avvalgono di sensi che dalla carne diramano, espandono.
E quest’onda recente di corpi che investono storie e romanzi, sembrano essere una ‘rimanenza’. Nonostante le perdite che la società italiana si trascina, quanto quelle individuali; i corpi comunque restano.
 
Ed è proprio ai corpi che alcuni scrittori si rivolgono. Cercano. Danno voci, sensibilità, ossessioni, messaggi. È a loro che chiedono pur sapendo che sono appigli instabili, variabili, deformanti, che mutano mentre vengono toccati.
 
“La mattina, verso le sei, quando ancora il letto grande è occupato da altri corpi e dai rumori della notte, io poggio i piedi a terra e le mani sulle gambe, proprio come farebbe ogni madre; e, mentre le vene dei polsi si gonfiano per un'altra giornata di sforzi e di lavori, alzo la testa ancora rimpicciolita dagli occhi mezzo spenti, e provo a guardarmi allo specchio, per vedere come sono cambiata” (stralcio da ‘Non dire madre’ di Dora Albanese, 2009).
 
Scrive Paola Borgna[*], professore associato presso l’Università di Torino, nel suo saggio ‘Sociologia del corpo’, 2005:
“[...] la riflessione sul ruolo del corpo nella definizione di sé e dell'identità di sé dell'individuo contemporaneo va guadagnando spazi crescenti. In questa prospettiva, l'apertura della vita sociale, la pluralizzazione dei contesti di azione e delle fonti di autorità della tarda modernità - quella in cui conduciamo le nostre esistenze - avrebbero reso problematica l'identità del sé e l'avrebbero trasformata nel progetto riflessivo che prende forma da narrazioni biografiche coerenti continuamente rivisitate.” 

Evidentemente i corpi non hanno sempre le stesse finalità. In alcune scritture diventano strumenti per esprimere l’eterno conflitto tra ‘Bene-Male’ e ‘Piacere-Dolore’. Come per Lello Voce[*]:
“Infila piano, se la spingerai dentro di colpo perderai tutto il piacere. Il piacere doloroso che viene prima del piacere, quello di sentire l’ago che ti apre la pelle, che la squarcia con un piccolo taglio netto, che scava nella tua carne [...]” (Estratto da ‘Il corpo nudo dell’eroina’ di Lello Voce)
 
E ancora molti altri esempi potrebbero essere qui riproposti a proseguire le riflessioni in proposito anche con angolazioni differenti (Laura Pugno, Giulio Mozzi, Rosella Postorino, Andrea Di Consoli, Silvia Nirigua, Federica Sgaggio, Francesco Forlani[*], Demetrio Paolin, Emanuele Tonon, ecc.).

Aggiungo che anche nel recentissimo 'La notte dei petali bianchi' di Gianfranco Di Fiore [*] (esordio del 21 ottobre scorso) la componente carnale, l'approccio verso un narrare che affonda spesso tra corpi, gesti, muscoli e ossa: tutto questo è parte della storia stessa, a rafforzare l'impressione che in diverse 'voci' italiane - indipendentemente dai trascorsi letterari o meno - l'interesse, la cura e l'ascolto dei corpi sono entrati nei processi creativi del raccontare, processi in divenire ma indubbiamente concreti, sfaccettati quato resistenti, che persistono negli ultimi anni con evidenze palpabili (aggiunta del 1 novembre 2011 - n.d.a.).

In ogni caso, la ‘narrativa della corporeità’ appare Oggi come uno dei pochi spiragli abbastanza consapevoli tra le mani degli scrittori italiani contemporanei.
Ciò che ne faranno, ciò che effettivamente resterà, costruirà o distruggerà, ciò che porterà in termini letterari quanto di visioni e storie, non è possibile nemmeno ipotizzarlo.
 
 
***

2.3 The narrative of ‘corporeality’
 
The total body is out of the language,
only bits of the body reach writings.
(Roland Barthes)
 
Narrating with and through the body is not a contemporary prerogative. 
In the twelfth century, Italian Literature already assisted to the diffusion of writings that, in their plots, between languages and styles, showed clear evolutions in the inclusion of bodies, blood, and carnal gestures. They were no more background elements but found their origin in precise choices, in some cases ruptures, in some other urgencies, also experimentations, in order to throw the language beyond the inheritance of the Masters.
 
Marco Antonio Bazzocchi, Ordinary Professor of Italian Contemporary Literature at Bologna University, in the essay ‘Corpi che parlano’ (‘Speaking bodies’ 2005, now at its sixth reprint) writes:
“The twentieth century continuously swings back and forth between these poles: the need of going back to the naked body to legitimate and ‘free’ the individual and, on the opposite, the need of dressing the body of dense symbols to let it speak. Or, inverting the terms, the need of stripping the body to go back to its language (often identified with sexuality) and, on the contrary, the need of covering it, to allude, to hint, to stimulate curiosity”.
 
This ‘going back’ to the naked body legitimates the individual within a precise social, political and cultural framework to impose itself in the writings of authors who, in that time, were breathing precise physical ‘struggles’, which later became also words, or carnal words struggles.
 
In these years, the topic of the function and the importance of the body has been fully developed and connected to the historical-political situation, interpreting it with deep implications, never more reached in the following years (after the Sixties and Seventies in Italy).
 
It is difficult to say whether today we are in front of an involution or of a further evolution.
Certainly, the Italian Contemporary Literature has been ‘moving’ in the last ten years, with dramatic accelerations in the last four-five years, towards a narrative use of the body, recuperating the dimension of flesh, skin, blood as much as a kind of narration strongly impregnated with the mostly concrete, objective, unquestionable expression of the individual identity: the body.
 
However, the impression is that for some Italian contemporary authors the retrieval of the body is intended as a tension toward the community, an attempt to find again a carnality that over the years (especially after Pier Paolo Pasolini, and after the Eighties) has blurred, clouded, reduced in the perception of the bodies (or parts of the bodies).

What today is tried to be grasped again, even though framed in a precise historical, social, political and religious moment, seems to tend more towards the individual intimate.
In the last few years, the bodies of some books of some Italian authors record and absorb social waves (mainly anomalous ones), but they do it desperately searching an individual, intimate, carnal self re-appropriation. A non-umbilical joining re-appropriation (not only of the character, not only of the narrated story, not only of the author).
 
In some Italian contemporary authors, body language refers to uses, unveilings, captures increasing attentions to be analyzed, stratifying and rising links.
 
There is – substantially – no direct politic matrix.
There is certainly a historic one, which sometimes tends to recuperate shreds of the recent Italian past, but the intimate component remains strong, overbearing, a component of a non-homogeneous mix of affection-disaffection, feelings, bonds (and their negation), belongings (or not) which are peculiar to present Italy, and refer to the sweat, the fatigues, the anxiety, the lack, the dissatisfactions, the pains.
 
Some examples: Giorgio Falco in ‘L’ubicazione del bene’, 2009, and Giorgio Vasta in ‘Il tempo materiale’, 2008, set their stories in precise historical contexts. Falco pays some attention to the ‘sense of living’ through gestures and fleshes; Vasta focuses on a precise period (the end of the Seventies) and a precise geographical context (Palermo, Sicily). Nevertheless, these remain junctions that ultimately tend to the individual, to the digging that the body does on itself. Looking at itself, uncovering itself, the body recognizes itself.
 
Therefore, in some recent books bodies do not need to be ‘naked’ since there is no more a ‘before’, (made of restrictions, rigid moralism, blind ethics, religiosities venerated by the majority and general respect of such conditions) like in the twentieth century from which a jump should be attempted toward an ‘after’ of breakdown.
Today, the ‘before’ includes every possible nudity, carnal experimentation, possible rupture of those taboos that in the twentieth century were inviolable and that today, in the twenty-first century, have been completely deconstructed. But in the ICL, when the bodies strip, nudity is scarifying, potent, harsh.
 
There is no trace of the ‘naked/dressed body’ dilemma in contemporary writers. Perhaps we can well find a subtler, more latent conflict, spread through their literary works, between ‘bodies as essential elements of the fiction’ and ‘bodies as mere parts of the plot’.
Actually, some authors see bodies not only as appearances of the characters. Rather than being simple denotations, in their works bodies play a real role.
For these authors, bodies (and their parts) really can act, talk, and listen, even beyond the will of their own masters, the characters. For instance, in ‘Il libro nero del mondo’, 2009, by author Gabriele Dadati, naked bodies carry no carnal values: they and their parts (that is, necks, hands, lips, and limbs) just perform fictional roles, as they do, make, talk, and express themselves.
 
In other authors’ books, entire sequences are concentrated on the details of the bodies, in order to unveil their tones and senses, their moods and intentions through a closer presentation of their physical movements. This is clearly expressed in ‘La vita erotica dei superuomini’, 2008, a novel by Marco Mancassola.
 
Being the first and raw appearance of human beings, and the only means by which humans can feel and perceive, bodies are seen as the most sincere portrait of the human nature. Bodies, not people, talk in their consistency. Bodies, not people, express themselves through a number of gestures, looks, languages that come directly from their flesh and blood.
It can be said that a huge wave of bodies is spreading through the territories of the Italian contemporary narrative. They are depicted as the symbols of the last precious remains of our society. They are what it remains. Actually, everything has been flooded away in these years in Italy; everything but the bodies.
 
Many contemporary Italian writers are learning the body language. They are trying to use bodies as emitting sources of sensations, obsessions, messages. They keep on asking bodies the basic questions, even though they know their instability, their mutability, and their tendency to decaying. This is an excerpt from ‘Non dire madre’, 2009, by Dora Albanese:
 
In the morning, at about six, when the double bed is still filled with other bodies and the sounds of the night, I lay down my feet on the floor and my hands on my legs, as every mother is supposed to do; and, while the veins of my wrist swell for another hard working day, I lift my shrunken head with half-dull eyes, and try to look at myself in the mirror, just to see how changed I am.
 
Paola Borgna, associate professor at Turin University, writes in her essay ‘Sociologia del corpo’, 2005:
[…] the reflection on the influence of bodies on the self-definition and self-identity of contemporary individual is steadily gaining ground. In this perspective, we can say that, in this late modernity era, the growth of social opportunities, and the dramatic increase of fields of action have made the definition of self-identity extremely difficult. In literary terms, this results in a number of works of reflection which develop into projects of constantly revised biographical narrations.
 
It is easy to see that not all bodies have the same function. In some texts, they are used as instruments to express the eternal struggle between Good and Evil, and Pleasure and Sorrow. As in “Il corpo nudo dell’eroina” by Lello Voce:
Insert it gently, if you put it inside all of a sudden all the pleasure will be lost. The painful pleasure coming before the real pleasure, the pleasure of feeling the needle that pierces your skin, and tears it apart with a small, sharp cut, digging into your flesh […]
 
Many more examples from other Italian authors (Laura Pugno, Giulio Mozzi, Rosella Postorino, Andrea Di Consoli, Silvia Nirigua, Federica Sgaggio, Francesco Forlani, Demetrio Paolin, Emanuele Tonon, etc.) could be put forward, in order to show the wide variety of the artistic use of the “Narrative of corporeality”.
 
Also because it has been deliberately chosen by a significant number of authors, the “Narrative of corporeality” is undoubtedly one of the freshest novelties of ICL.
Anyway, what these writers will be able to build (or to destroy) with it, or what results it will enable them to obtain in terms of future novels or stories, is at present absolutely beyond hypothesis.

 

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[*] Su AgoraVox
 
L'introduzione del progetto 'I corpi nella letteratura italiana contemporanea', pubblicazione del 16 novembre 2009
Giorgio Falco: 'L'ubicazione del bene', pezzo del 27 agosto 2009.
Giorgio Vasta: annotazioni varie, pubblicazione della seconda parte il 1 dicembre 2009.
Gabriele Dadati: 'Sorvegliato dai fantasmi', del 20 agosto 2009; 'Il libro nero del mondo', seconda parte del 10 settembre 2009; 'Piccolo testamento' del 25 agosto 2011.
Marco Mancassola: 'La vita segreta dei superuomini', del 1 ottobre 2009; 'Non seremo confusi per sempre', del 29 aprile 2011.
Gianfranco Di Fiore: 'La notte dei petali bianchi', del 20 ottobre 2011.
Francesco Forlani: 'Chiunque cerca chiunque', pezzo del 7 luglio 2011 (segnalo che nel frattempo la pubblicazione web è terminata, l'autore ha scelto di proporre anche una versione cartacea curata nei dettagli, una sorta di 'limited edition' numerata e nominale. Maggiori informazioni contattando l'autore stesso).
 
Il pezzo: Le disgregazioni dei corpi (tra piacere-dolore, male-bene)- annotazioni, pubblicazione del 3 febbraio 2010 con citazione di Lello Voce.
 
Il pezzo: «Toccami» (Annotazioni brevi tra sociologie, filosofie, psicologie, e routine contemporanee italiane), pubblicazione I parte del 10 febbraio 2010, II parte del 15 febbraio 2010 con citazioni dal saggio di Paola Borgna.
 
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Fotografia di Barbara Gozzi, interland bolognese, ottobre 2011.
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Già pubblicato:
Introduzione
Focus
il 18 ottobre 2011
1. Tendenze
1.1 Il nuovo sul vecchio
1.2 L'interruttore dei generi
il 21 ottobre 2011
1.3 Trama vs. lingua
1.4 La lunghezza
1.5 I racconti
2.1 I luoghi
2.2 Religione
 
Translation by A. Anzani, F. Capelli, M. Curatolo and F. Sgaggio. Revision of translation by Anna Anzani e Michele Curatolo.
 
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Prossimamente:
3 Contraddizioni
3.1. Il rapporto tra Storia e storie narrate
3.2 Tutela dell'autore
Next:
3 Contradictions
3.1 The relathionship between History and stories
3.2 Copyright protectin
 

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