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Virginia Raggi, il M5S e Roma Kaputt Mundi

Una giovane donna di nome Virginia Raggi, candidata del M5S alla poltrona di sindaco più importante d’Italia, si è trovata (in)aspettatamente a confrontarsi con concorrenti di profilo così basso che il suo successo pare proprio pianificato a tavolino.

Cosa che, d’altra parte, aveva preconizzato allarmata la sua collega di partito, Paola Taverna solo quattro mesi fa: «A Roma c’è un complotto per farci vincere». Affermazione che aveva suscitato parecchie ironie dal momento che, di solito, i complotti sono “a far perdere”, non il contrario.

Ma era un’ironia mal riposta.

Perché dobbiamo invece fare la banalissima osservazione che il Partito Democratico, dopo il caos della pubblica defenestrazione di Ignazio Marino, lo scandalo di “mafia capitale” (che ha visto coinvolti spalloni di centro, di destra e di sinistra in un giro di malaffare a sei o sette zeri) e così via, non ha candidato una personalità di primissimo piano dell'intellighentia, dell’economia, della cultura o della vita pubblica dalla moralità ineccepibile, dal curriculum specchiato e da intonsa immagine di levatura internazionale, ma un "personaggetto" minore, onesto quanto aduso al piccolo cabotaggio nella politica nazionale di secondo o terzo livello.

Ed è altrettanto ovvio osservare che, specularmente, l’opposizione di destra ha ritenuto opportuno dividersi proprio ora. Da una parte la bagarre di una lista berlusconiana capeggiata prima dall'impresentabile Bertolaso (famoso per i balconi pencolanti nelle New Town dell’aquilano) e poi da Alfio Marchini, evanescente erede di una ricca famiglia di palazzinari paleocomunisti. Dall’altra parte s'è vista l'ingrugnita esponente della destra in camicia e nera e olio di ricino, buzzurra quanto basta e sufficientemente bionda da sembrare l'imitazione di una Le Pen (rigorosamente all’amatriciana).

Se le due osservazioni sono sufficienti è lecito quindi supporre che né destra né centro(sinistra) vogliano vincere e che il complotto quindi non solo è esistito, ma è anche attivo e procede con allegra intemperanza.

Ergo Virginia Riggi salirà sulla poltrona più alta e pericolosa d’Italia, dopo quella di palazzo Chigi.

Poi tapperà qualche buca e asfalterà due o tre strade. Forse riuscirà anche a ripulirne qualcuna dai rifiuti accumulati prima che comincino a farle la guerra, quella vera: a questo servono i complotti, no?

Perché se c’è stato complotto non è difficile capirne la finalità: disinnescare la bomba Cinque Stelle prima delle prossime elezioni politiche. Prima cioè che il Movimento raccolga vittoriosamente quella massa impressionante di malcontento incarognito che ammorba l’aria nel nostro paese “per tanti e diversi motivi” (come diceva Guzzanti).

E la guerra contro Virginia Raggi sarà dunque senza esclusione di colpi, a far male davvero. Perché si deve a tutti i costi dimostrare che il movimento di Grillo è incapace, è ingenuo, è inefficiente, cialtrone, pressapochista, velleitario, imbelle, ideologico fino al parossismo, autoreferenziale, ossessionato dal rendiconto degli scontrini del bar e altro ancora.

E che quindi non può governare il paese. A nessun costo. Perché così si vuole colà dove si puote ciò che si vuole.

Lo dico (e l’ho scritto senza tanti peli sulla lingua, fino ad finire nel mirino di qualche beota grillino) senza aver nessuna simpatia per la mentalità fascistoide di Grillo (che dichiarò di essere animato da un agghiacciante "l'ottimismo della catastrofe", cosa ben diversa dal mantenere l'ottimismo anche "nella" catastrofe, se ancora capisco l'italiano).

O per i deliri apocalittici di Casaleggio padre (ricordate Gaia?) e il suo entusiasmo per Gengis Khan, il più sanguinario sterminatore di massa prima dell'invenzione della polvere da sparo.

E, ancora, per le manovre per niente trasparenti della gestione privatistica del movimento (che controlla, senza controllo, i voti dei "cittadini"), per le espulsioni a raffica (a volte anche in palese violazione delle stesse regole interne), per le ignobili gogne ai giornalisti non allineati, per il razzismo e l’antisemitismo strisciante, per il becerume giacobino e ghigliottinardo dei militanti che traspare dal blog, per la pretesa (che ritengo tuttora demenziale) che si possa davvero fare una politica "oltre" le categorie di destra e sinistra.

E, infine, per la fideiussone da 150mila euro che Virginia Raggi ha sottoscritto impegnandosi a non essere disubbidiente ai diktat di un padre-padrone (che è ben altra cosa dalla disciplina di partito che, quantomeno, veniva stabilita in consessi ampi e strenuamente dibattuti).

Tutti motivi per cui alle elezioni (politiche) piuttosto che votare M5S mi amputerei una mano.

Ma questo non toglie che il Renzusconismo sia una tremenda iattura per il paese. Facilitato dalla demenziale inconsistenza di una sinistra-sinistra capace di osservarsi l’ombelico per decenni, convinta davvero di avercelo d’oro foderato di diamanti (cosa che da ragazzi si diceva di certe signorine eccessivamente e inutilmente narcise).

Può darsi che Virginia Raggi abbia gli attributi in acciaio temperato Krupp foderato in fibra di carbonio e rivestiti di Kevlar antiproiettile e che possa perciò resistere a quel che le piomberà addosso. Glielo auguro. Così come faccio i miei più sinceri auguri ai cittadini romani. Ne avranno bisogno.

Ma mi si perdonerà un certo pessimismo ed anche una per nulla convinta empatia per le sorti del movimento di quell'arruffapopolo di Grillo.

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.164) 12 giugno 2016 22:08

     

    Buone argomentazioni, inspiegabile conclusione, inacettabile autolesionismo.

     

    Che a Roma Berlusconi abbia dato il suo sostegno al PD, candidando il perdentissimo Bertolaso, provocando la candidatura Meloni e poi sostenendo invece Marchini, non è una tesi: è un banale dato di fatto.

    Basta fare un conteggio dei voti a destra e si vede subuito che soltanto dividendoli così (cioè come ha fatto il berlusconi) il Giachetti-PD poteva arrivare al ballottaggio.

     

    Non so dire se il PD ha gradito o no l’omaggio berlusconiano, cmqe concordo che il PD certo non si è impegnato per vincere. Si è impegnato soltanto a denigrare la Raggi.

     

    Concordo che probabilmente il PD vuole usare il potere governativo per rendere impossibile il governo romano e così squalificare i cinque stelle.

     

    Però non concordo con la NON-conclusione dell’articolo.

     

    Io voto a Roma, al primo turno ho votato per Fassina (ben sapendo che non sarebbe arrivato al ballottaggio) e al secondo turno voterò Raggi.

     

    Perchè?  esattamente per i motivi che ha elencato Fabio della Pergola!

     

    Perchè mai invece dovrei tagliarmi una mano ??

     

    Mio caro Fabio, hai mai sentito parlare di autolesionismo?

     

    GeriSteve

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 13 giugno 2016 00:40

    Caro Geri Steve, non voto alle amministrative di Roma e quindi mi sento felicemente libero di non dover per forza supportare o l’uno o l’altra.

    Mi riferisco, nella parte che inspiegabilmente ritieni inspiegabile, alle eventuali elezioni politiche. Dove riterrei opportuno e necessario tenere conto dei contenuti che ho elencato (e dove, per non infierire, ho evitato di citare le esternazioni di Roberta Lombardi sul primo fascismo che cito ora, dal suo blog, 21 gennaio 2013: «Prima che degenerasse, il fascismo aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia»... impostazione mentale più significativa dei risibili giochetti attuali su chi appoggia chi.

    Nel contesto delle amministrative - benché importanti come quelle romane - queste considerazioni potrebbero anche essere messe fra parentesi, se uno che ha votato Fassina lo ritiene opportuno, ma mi sento libero di ricordarmele al momento di un mio futuro momento elettorale... in cui mi amputerò una o entrambe le mani.

    Qui mi interessava piuttosto evidenziare le stranezze dell’improvvisa defenestrazione di Marino, della debolezza delle candidature eccetera eccetera...per cercare di capire a cosa potrebbe portare un eventuale ipotetico complotto (di cui hanno parlato per primi i grillini, non io). Un gioco al massacro prevedibile che ovviamente non approverei perché eticamente ignobile e devastante per i corretti giochi democratici. Preferirei vedere un’altra politica, sia di governo che di opposizione.

    Per finire so benissimo qual è l’attuale scadentissima proposta politica complessiva, ma il fatto di essere uno - insieme al 40% circa degli elettori - che non si sente rappresentato da nessuno, non mi fa sentire in colpa; ritengo che sia la politica a dover fare a me delle proposte credibili e accettabili, non io a dovermi continuamente adattare al meno peggio. Dovendo arrivare perfino a digerire esternazioni demenziali e antistoriche sul fascismo. Mica pippe.

  • Di GeriSteve (---.---.---.164) 13 giugno 2016 10:50

    Caro Fabio,

    Rileggendo mi accorgo soltanto adesso che tu ti riferivi alle elezioni politiche, quindi ti chiedo scusa del mio malinteso.

    Su molti punti la pensiamo simile, (ad esempio sulla defenestrazione di Marino da parte del PD) ma anche alle politiche penso e temo che voterò "alla meno peggio", dato che in trent’anni non siamo stati capaci di costruire una alternativa vera. D’altra parte, rifiuto il non voto e rifiuto ancor più l’etichetta di "populismo" affibbiata dai commentatori di regime a qualunque candidato che non sia espressione dei pessimi, tradizionali partiti.

    Certo, io come te trovo altamente indigeste quelle "esternazioni demenziali e antistoriche sul fascismo", ma ci vedo soltanto due soluzioni:

    1) controbatterle, affermando che il rapporto dell’ispettore Gasti (rimosso dal sito della polizia di stato, ma tuttora reperibile in rete) dimostra che il fascismo non è mai degenerato perche è stato invece un complotto per un golpe elaborato dalla loggia P1, appoggiato dal capo di governo e ministro degli interni Vittorio Emanuele Orlando, e approvato dal re, che ha poi avallato la marcia su Roma.

    2) ottenere un sistema elettorale che ci consenta di scegliere all’interno dei candidati di un partito; ci consentirebbe di votare il "meno peggio" senza dover necessariamente digerire la Lombardi...
    Certo, se poi un partito ritiene di poter esercitare il vincolo di mandato cade quasi tutto, però... io ho una certa fiducia nella dote umana di resistenza alla prepotenza, e qui val la pena di notare che ci sono stati più eletti nel cinque stelle che sono fuoriusciti per non sottostare alla dittatura di Grillo di quanti (ma ce ne sono stati anche lì) siano fuori usciti per non sottostare alla dittatura di Renzi.

    Del resto, una forza della resistenza al fascismo e all’occupazione nazista è stata la capacità di superare le reali distanze fra comunisti, socialisti, repubblicani, democristiani e combattere il nemico comune.

    Adesso che l’Italia rischia di essere stritolata fra logge, poteri finanziari transnazionali e mafie, val la pena di reagire anche se insieme a persone indigeste, piuttosto che accettare la sconfitta.

    Non ti conosco personalmente, ma sono certo che se tu avessi vissuto quel periodo non avresti detto che non era colpa tua se l’Italia stava in quella situazione e che ti saresti tagliato una mano piuttosto che avere degli alleati indigeribili...

    ciao,
    Geri Steve

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 13 giugno 2016 12:45

    Caro GeriSteve,

     

    non ho ritenuto, in questa occasione, di volermi schierare apertamente contro chi opta per il M5S essendo messo alle strette dal sistema del ballottaggio che impone di scegliere fra questo o quello senza alternative. Anche perché si tratta, lo ripeto, di un voto comunale, quindi di gestione amministrativa locale, per quanto nel caso di Roma abbia una altissima valenza politica.

     

    Nel caso di elezioni politiche, in cui l’ideologia dei partiti ha invece una rilevanza storico-culturale non trascurabile – sennò perché scegliere tra destra e sinistra per decenni? – avrei molti più dubbi. E dovrei scegliere tra chi dice di essere di centrosinistra, ma non lo è nei fatti perché non pratica politiche di tutela delle fasce più deboli (se non con la prassi caritatevole dell’elemosina tipica della mentalità cattolica) e chi dice di essere apertamente di destra oppure, qui sta il punto, chi dice di essere “oltre” la dicotomia destra-sinistra, ma non si sa che cosa voglia dire con questa affermazione... se non un ritorno al fascismo “socialista” degli inizi celebrato dalla frase demenziale della Lombardi.

     

    Tu mi accusi (cordialmente) di fare un gioco autolesionistico perché mi riservo la libertà di non scegliere fra PD e M5S, ma io vorrei insistere su questo e farti notare che l’esistenza stessa del M5S deriva proprio dalla loro proclamata libertà a monte di NON voler scegliere fra destra e sinistra, che era l’opzione unica a partire dalla fine della Prima Repubblica, concretizzata nei famosi confronti-scontri tra Berlusconi e Prodi.

     

    Se è chiaro che ormai esiste una platea molto ampia di non-voto, cioè di chi non vuole più scegliere tra destra e sinistra perché le politiche attuate sono poi molto simili (e questo pare che sia ormai una costante in tutto il mondo democratico) è altrettanto chiaro che forze "terze" non soddisfano totalmente quest’area; chi non ritiene di essere rappresentato politicamente da nessuno costituisce tuttora una “forza” politica notevole.... Tu definisci quest’area di non-voto una forma di autolesionismo, paragonandolo un po’ (tanto) impropriamente a chi non prese posizione né con né contro il fascismo.

     

    Io, speranzoso, sono più propenso a vederla come una protesta silente di cui, prima o poi, qualcuno si dovrà pur accorgere. Per magari proporre qualcosa di più sensato di quello che c’è oggi sulla piazza.

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