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Van Gogh torna a Roma

 

Cominciamo dagli anni '80. Bene, del libro di arte delle medie serbo un tenero ricordo di Vincent Van Gogh: una lettera al fratello in cui il pittore raccontava come fosse sempre a corto di soldi, ma entusiasta dei propri progressi nel disegno. Scriveva - Il giovane Vincent- di mettere da parte ogni spicciolo per potersi permettere le lezioni di pittura. Basta questo a spiegare la grande commozione ed empatia che Van Gogh suscita in tutti, lungi da ogni snobismo che circonda alcune mostre- anzi installazioni- di tanti artisti contemporanei. E' caldo e amabile Van Gogh e, va dritto al cuore.

Finalmente, dopo un'assenza di ben vent'anni, il pittore olandese torna a Roma. La mostra s'intitola “Vincent Van Gogh - Campagna senza tempo e città moderna”. Il luogo deputato è il Vittoriano che ospita, dal 10 ottobre, 110 opere ed alcune lettere del "cantore del giallo", colore che ricorre tra le tele, sia in quelle che raffigurano la città sia in quelle che hanno un'ambientazione bucolica. Non c'è dubbio: mi vien voglia di comprare una tela, i pennelli e dei colori ad olio ed iniziare a dipingere, perché nell'immediatezza di sensazioni che trasmette Van Gogh c'è anche l'entusiasmo sfrenato per l'arte. La tela diventa meglio della vita, lo sfogo per ogni fobia. Allora, ecco comparire tanto colore anche nella notte più buia, rappresentata con inquietudine da pennellate vigorose, case dalla forma sinistra, ma -pur sempre- pervase dall'allegria di una luce satura. C'è una ricerca del movimento - in questo geniale artista - che spinge noi, che guardiamo ammirati, a danzare attraverso la vita, anche follemente. Perché no?

Sarebbe - dunque - un delitto mancare questo evento curato dall'esperta "vangoghiana" Cornelia Homburg che ha puntato proprio sulla dicotomia tra la città e la campagna. Il contrasto non è puramente logistico, ma identifica i due momenti del pittore. Quello cittadino: nuovo, progettuale incerto, popolato da tanti caffè e da notti illuminate da stelle e quello bucolico, con i grandi campi di grano e la vita scandita dai ritmi eterni e immutati della natura.

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