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Un territorio da bonificare. Giugliano discute di ecomafie e salute

Sala stracolma di cittadini, ieri sera, presso la cappella dell’Istituto Fratelli Maristi di Giugliano, in occasione del convegno "Un territorio da bonificare: quali scelte?”.

Dopo il benvenuto al Mons. Angelo Spinillo (Vescovo di Aversa) e il saluto alla folta platea, ai numerosi cronisti e alle tv presenti, Monsignor Angelo Parisi ha ceduto la parola al Dott. Antonio Marfella, Oncologo presso l’ospedale Pascale di Napoli, il quale, in un appassionato e coinvolgente intervento circa le responsabilità dei medici in quanto si è verificato e si sta verificando tuttora sui nostri territori, punta chiaro il dito contro la classe medica e sanitaria locale:

“È mancata fino ad oggi l’intera classe professionale, i medici di base, le Asl, e tutti coloro che operano nel settore sanitario. Non è che non ci fosse la possibilità di conoscere lo stato delle cose. In qualche modo si preferiva non sapere. E tutti quanti noi, nessuno escluso, abbiamo preferito essere sordi, ciechi e muti!”.

L’intervento del dottor Marfella ha attraversato tutte le problematiche legate all’argomento sul tavolo: le ecomafie, il sistema sanitario “distratto”, la solitudine in cui si sono trovati molti medici e magistrati-eroi quando hanno affrontato questi temi in tempi non sospetti, e ora quello che si prefigura come il business delle bonifiche: “Facciamo attenzione a questo ambientalismo ritardatario, a questo interesse improvviso di molti professionisti che finora si erano mostrati disinteressati a questo dramma. Molti, appena hanno sentito l’odore dei soldi si sono svegliati!”.

E conclude dicendo: “In questo vent’anni si è svolto lo scempio della Terra dei Fuochi che ora tutti conoscono. Ora, finalmente, sta accadendo quella cosa meravigliosa che si chiama 'risveglio delle coscienze'”.

Secondo il magistrato Cantone, le recenti dichiarazioni dei vari pentiti sono stati importanti poiché hanno acceso un faro, hanno attratto l’attenzione sulla questione. Ma adesso, secondo il magistrato, le cose a cui mirare adesso sono essenzialmente tre:

  1. Risolvere la questione di Taverna del Re, attraverso risposte, soluzioni, e il termovalorizzatore non è una risposta plausibile, non in un territorio già così compromesso;
  2. Individuazione dei rifiuti tossici attraverso i Georadar;
  3. Riutilizzo dei beni confiscati alle mafie per fini ambientali.

E va dritto al punto, senza mezzi termini il dott. Raffaele Del Giudice, direttore di Legambiente, quando chiarisce:

“Quando denunciavamo quello che succedeva su questa terra, ogni giorno, ci hanno preso per pazzi. Ma la storia è scritta sul nostro territorio”. E in maniera spedita e senza esitazioni, il direttore di Legambiente elenca i punti essenziali di intervento da attuare il prima possibile: “Dobbiamo innanzitutto tornare ad essere un SIN (sito d’interesse nazionale) visto che ora ci hanno declassato a SIR (sito d’interesse regionale); inoltre qui ci vuole l'esercito che venga a presidiare il territorio, e deve essere accanto a noi, non contro di noi, a difendere il nostro territorio dagli sversamenti illeciti; abbiamo bisogno del Magnetografo, perché io non voglio andare a scavare dove mi indica un pentito, non voglio aver bisogno del pentito per scoprire dove sono sotterrati rifiuti tossici; ripristiniamo poi i Fondi FAS (fondi per le aree sottosviluppate) estesi nelle aree soggette a reati ambientali, perché quei fondi ci spettano di diritto, non dobbiamo chiedere l’elemosina a nessuno; e infine screening sullo stato di salute della popolazione attraverso i medici di base e le strutture pubbliche, poiché le nostre famiglie e i nostri ragazzi non possono e non devono vivere col terrore di poter essere malati, di non sapere in che condizioni si trovano”.

Tra le prime file, seduti tra i banchi della cappella, ci sono numerosi frati e parroci, tra cui Don Maurizio Patriciello che esorta tutti quanti a servirsi in maniera costruttiva della rabbia che ci investe in questo periodo, affiancandola alla lotta, alla determinazione, alla speranza, e alla consapevolezza di sé che un intero popolo sta acquisendo in questi drammatici giorni, e aggiunge: “Finalmente questa terra, questo popolo si è svegliato. Stiamo portando il nostro dramma a conoscenza dell’intero Paese, che ora ci sta ascoltando. Questo è un treno che passa una volta sola, non perdiamolo!” 

Dopo un acceso dibattito tra i relatori e la folta platea, a conclusione del convegno Mons. Spinillo ha ricordato l’impegno che i cattolici, il clero e la chiesa di tutto il territorio ha preso a sostegno delle bonifiche, della presa di coscienza della popolazione e della difesa del territorio, e ha ricordato a tutti l’importante appuntamento di venerdì, 4 ottobre, a Orta di Atella in occasione della “Marcia per la vita” per la Salvaguardia del Creato

Prima foto: Marco Casino/Flickr

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