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Raffaele Bruno e le sue “Criature”: la vera storia di una città dolente

L'ultimo spettacolo del regista napoletano incanta il pubblico. 

Maria è la ragazza che sorride sempre, la più bella del quartiere, quella che parla con tutti e che indossa tutti i colori del mondo. Maria è troppo bella, ha una luce intorno che la fa risplendere su tutte le ragazze del quartiere, ha un sorriso che fa quasi male tanto è bello.

Questa era Maria, e questi sono gli assurdi “motivi” che l’hanno condannata a morte: barbaramente aggredita e uccisa, tempo fa, da uno dei tanti “affiliati” ai clan, uno dei tanti bracci armati, Antonio Anzalone, guappo dei quartieri con la passione per il canto neomelodico.

Lui che strazia Maria per senso di rivalsa, per la sua vita grigia e infima, lui che sente di aver perso tutto e che non tollera la bellezza della ragazza, la sua gioia di vivere e decide di togliere tutto anche a lei, innanzitutto il suo sorriso.

Ma l’epilogo di questa storia si rivelerà ancora più tragico: il fratello di Maria, Gigino, parte per la spedizione punitiva a danno di Anzalone, lo coglierà fin dentro il calore della sua casa, nel giorno della vigilia di Natale. Ma l’assassino di Maria sceglie di aggrapparsi all’ultimo gesto estremo, per difendersi dalla pistola di Gigino: porrà come scudo tra sé e quella pistola la figlioletta Rosa, l’angelo di casa dagli occhi color cielo.

Questa l’amara vicenda messa in scena da Raffaele Bruno, attore, autore e regista napoletano, sulle tavole del Teatro Palcoscenico di Via Gaetano Argento a Napoli e tratta da un tremendo fatto di cronaca verificatosi anni addietro, nei quartieri di Napoli; questo il risultato della scrittura, della regia e del lavoro continuo e instancabile del giovane e valido autore napoletano e dei suoi ragazzi del “Delirio Creativo”.

Un testo originale sostenuto anche da musiche e canzoni scritte da Bruno e cantate da una voce calda e coinvolgente. Una regia che sceglie un’ambientazione essenziale, senza scene, solo oggetti della vita quotidiana legati a cose semplici, alla fede, ai riti e al mondo giocoso dei bambini, ma tutti messi lì, intrecciati tra loro, mischiati e sovrapposti così come spesso è la vita delle persone e di quei bambini, innocenti ma costretti a crescere rapidamente nei modi spesso più cruenti.

Sul palco, quattro giovani e talentuose attrici riempiono la scena: Federica Palo, Angela Dionisa Severino, Rita Paolella e Alessandra Salvadori sorprendono gli astanti per la capacità di suscitare sentimenti ed emozioni forti e li stupiscono ancor di più interpretando pregevolmente anche ruoli maschili.

Raffaele Bruno racconterà l’evolversi dei fatti sottolineandone soprattutto i contrasti: l’innocenza di bambini che giocano all’inizio, la storia che si srotola man mano nella sua tragicità, l’immagine onirica e spaventosa del fato che prende forma davanti allo spettatore decidendo del destino di ognuno dei protagonisti della storia e, a chiusura, di nuovo l’immagine dei gioco fanciullesco che riporta lo spettatore in un’aura di innocenza riagganciata come speranza a cui aggrapparsi.

Il regista, con questo testo, centra il suo obiettivo: lascia allo spettatore immagini forti, contrastanti, su cui riflettere; Criature rappresenta l’ennesima evoluzione del laboratorio teatrale “Delirio Creativo” che ormai da anni è portato avanti dal regista. Ci auguriamo che a questo spettacolo seguano presto numerose repliche, e in spazi teatrali ancor più grandi ed accreditati poiché il testo, il regista e gli attori meritano tantissimo. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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