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Tutti i fallimenti del governo Meloni minuto per minuto

Il governo Meloni, dopo quasi un anno dall'entrata a Palazzo Chigi, sta mostrando le sue lacune. I programmi sventolati nei comizi elettorali stanno lasciando il posto al deserto di promesse mai mantenute e a una gestione della cosa pubblica da dilettanti allo sbaraglio. Del resto, cosa aspettarsi da una premier che finora non ha gestito nemmeno un condominio e adesso pretende di gestire una nazione di sessanta milioni di abitanti? 

La massa di migranti che si è riversata sulle coste italiane in questi dieci mesi di governo sono la prova tangibile del distacco tra sogni venduti agli italiani e realtà nascosta all'elettorato. Centomila sbarchi in dieci mesi non si sono visti nemmeno durante i governi di sinistra tanto criticati da Meloni e company per la loro politica di accoglienza a maniche larghe. Adesso le maniche si sono strette. Ma i profughi arrivano lo stesso. E anche più di prima. 

Vogliamo parlare degli altri fallimenti di questa destra cha va avanti a colpi di retoriche e propagande? Il prezzo della benzina che sale nonostante le promesse del taglio delle accise. La riduzione delle tasse rimandate alle calende greche, malgrado le demagogia della flat tax. L'inflazione che avanza e non si sa come fermare. La legge Fornero che resta con noi. La negazione del salario minimo che rende povero pure chi lavora. Le politiche a favore della natalità ferme al palo. Il flop del turismo che ha fatto segnare rosso, perché i soldi per abbronzarsi sono pochi. 

Il prossimo flop del governo ci sarà tra un paio di mesi, quando bisognerà compilare la legge di bilancio. Con quali risorse? I paletti di Bruxelles renderanno la prossima manovra finanziaria una Waterloo, perché la casse piangono e, finita l'emergenza Covid che giustificava spese fuori bilancio, bisognerà tornare a rispettare le leggi del Mercato e dello Spread, davanti ai quali non basterà aver risparmiato qualche solo tagliando il reddito di cittadinanza. 

Il governo Meloni diceva di essere pronto. Ma pronto a cosa? Forse solo a concentrarsi su battaglie ideologiche, a contrastare le intercettazioni ambientali,a favorire i corrotti, gli evasori fiscali e le imprese truffaldine. Se a questo si aggiungono le grane giudiziarie tutte interne, come l'avviso di garanzia a Daniela Santachè per frodi societari, e i litigi nella maggiorana che avvengono a ogni decisione presa, dalle alleanze per le prossime europee al prelievo degli extraprofitti delle aziende, si comprende come questo governo cominci a fare acqua da tutte le parti. 

Dovevano essere pronti per un cambiamento epocale prospettato alacremente. Ma finora questo governo si è rivelato essere solo un esecutivo pasticcione, privo di idee, litigioso e incapace di realizzare quanto dichiarato. Per essere la rinascita di una destra che diceva di essere pronta a tornare al governo per rilanciare il Paese dopo anni di governi di sinistra, larghe intese e governi tecnici, non è esattamente quello che ci si aspettava. 

Foto governo.it

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