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Totale abolizione del finanziamento ai partiti: soluzione o grave errore?

Sembra che sia ormai arrivata la soluzione ai mali della politica italiana: Enrico Letta ha annunciato il prossimo varo di un ddl volto ad abolire ilpubblico finanziamento ai partiti. Quasi tutti applaudono, alcuni storcono il naso, altri credono che sia solo pura ricerca del consenso, giacché le lobby che li finanzieranno di più non mancano certo. Altri poi guardano al modello americano; modello questo che è lungi dal funzionare in modo così semplicisticamente trasparente come gli italici allocchi credono.

La Stampa dà ormai notizia che l'intesa per l'abolizione dei rimborsi ai partiti sarebbe stata trovata. Sembra che la maggioranza abbia un accordo sull'eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti. Stando all'account ufficiale Twitter di Enrico Letta è ormai questione di ore:

Nel Cdm di oggi abbiamo trovato l’accordo sull’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti”

Si prevede che il ddl venga approvato a breve, presumibilmente la settimana prossima. Le principali linee portanti della riforma dovrebbero essere da un lato la rigorosa definizione relativa alla trasparenza sia degli Statuti che dei bilanci dei partiti medesimi, dall'altro la messa in atto di meccanismi fiscali che prevedano la libera scelta dei contribuenti verso i partiti.

In questa legge, in breve, si cercherà di render sicure sia la trasparenza quanto l'autenticità democratica del funzionamento dei partiti. È stata data anche notizia che ci sarà presto anche un decreto legge volto a regolare l'attività delle lobby e gli interessi di interessi economici di gruppi organizzati e simili.

In tutto ciò sembra che il pensiero renziano abbia trionfato. L'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è proprio il cavallo di battaglia di Matteo Renzi. Come se l'abolizione in toto del finanziamento ai partiti fosse davvero il problema cruciale della questione politica italiana.

Letta riceve dunque il plauso di tutti quelli che partecipano alla sua avventura politica attuale. Da Quagliarello, passando per Mauro, per il grande premio Nobel mancato Brunetta, al noto statista Capezzone, tutti a riempirsi la bocca che questo grande traguardo era nell'aspettativa dei più.

Ma sono in molti a dissentire, chi in un modo chi nell'altro. Cicchitto, una vecchia volpe della politica italiana, non fa mistero del suo disappunto dicendo:

Rimango convinto che l'abolizione totale del finanziamento pubblico ai partiti sia un grave errore... Al netto di tutti i loro errori e delle loro interne perversioni, i partiti rimangono essenziali per assicurare una gestione democratica dello Stato e dello stesso parlamento”.

Poi non poteva certo mancare il contributo di Beppe Grillo il quale non ha tardato a dire che tale decisione legislativa è:

L'ennesima presa per il **** pre-elettorale del Pd-l”.

In entrambi, seppur separati da un abisso, possiamo cogliere due pesanti verità alle quali tra qualche rigo accenneremo. Tornando alla succitata proposta di legge, qualcuno, tra i quali il vicepremier Alfano, ha prospettato che si vada vicino al modello americano che prevede trasparenza sulle lobby e sgravi fiscali per le donazioni dei privati.

Approdando dunque ad una breve analisi finale, la suddetta operazione è, ad umile parer nostro, destinata a peggiorare la crisi dei partiti in Italia e la sua stessa ormai compromessa democraticità ancora di più.

Fermo restando che sia Cicchitto che Grillo rilevino, chi in un modo chi in un altro, due problematiche dell'operazione di governo, la cosa non potrà certo risolversi nell'avvicinamento del modello di finanziamento ai partiti simile a quello americano dove, se pur regolamentate le lobby la fanno da padrona. Ora più che mai, e non proprio in modo trasparente.

Infatti, qualche mese fa, esattamente il 25 aprile, l'opinionista del NYTimes, Tom Edsall, ha messo inevidenza come le Lobby americane, in barba al Lobbying Disclosure Act”una legge varata dal Congresso nel 1995 per monitorare pubblicamente e controllare i finanziamenti ai partiti da parte delle lobby, aggirino i suoi dettami, dando proprio vita ad un lobbismo finanziario e mediatico ombra non controllabile e monitorabile. Questo, aggiungiamo noi, con gravi rischi per la democrazia in toto.

Dunque, quella che sembra una soluzione pone una triplice problematica: in primis, i partiti perdendo il finanziamento pubblico in toto – fuori discussione che il finanziamento attuale sia comunque da riformare – perdono una forte indipendenza economica che altrimenti favorisce le linee di principio guida del partito senza sottostare a ricatti economici da parte di gruppi economici e di potere, le lobby appunto; in secundis, quest'operazione è, come s'intuisce dalle parole di Grillo – e non ci vuole certo un genio a capirlo – solo un'operazione populistica, volta ad accattivarsi le basi sempre più scandalizzate dal comportamento finanziariamente immorale da parte dei partiti e dei loro entourages; in ultimis, il vulnus maggiore è proprio quello adombrato dall'editorialista del NYT, ossia lo sviluppo, in barba a regole e ddl, di lobbisti ombra che faranno il bello ed il cattivo tempo delle politiche dei partiti,che, a quel punto, avendo perso l'indipendenza economica data da un equo - se mai ci fosse stato - finanziamento pubblico, saranno in balia del ricatto economico quanto anche mediatico delle lobby ancora di più, e in modo molto più sottile e sofisticato, quanto sfacciato, di prima!

Apertis verbis, almeno stando alle nostre sensibilità, un sano finanziamento pubblico ai partiti farebbe bene alla collettività rappresentata dai partiti medesimi - per lo meno quella collettività che dovrebbero rappresentare se si auto-riformassero a dovere. Abrogarlo del tutto, in un sistema politico incline alla corruzione, come quello del Bel Paese, equivalrebbe ad esporre ancora di più i partiti ad una corsa a farsi finanziare, non solo dai singoli cittadini, cosa in sé positiva, ma anche in modo smodatamente illegale ed irregolare da potenti lobby e gruppi di potere di varia natura - che la cosa sia già avvenuta in modo non chiaro ed illegale, e avvenga a piene mani, ci scommettiamo i piani superiori ed anche quelli inferiori!

In una Italia dove il Codice penale e civile viene applicato spesso pro qualitate personarum e a tratti, dove la Costituzione è una carta puramente "descrittiva" in larga parte dei sui articoli più basilari, questa ennesima baggianata populista rischia di far male alla democrazia partitica più di quanto si possa immaginare. 

C'è tempo ancora per una domanda provocatoria - o almeno si spera che sia tale.

Tenendo ben presente che il problema è tuttavia molto ben più complesso e che comunque un finanziamento regolare, legale, monitorato e limitato da parte di Lobby non è qui oggetto di critica, passeremo forse ben presto da un'anempatica, inefficace e verbosa partitocrazia ad un'economicamente spietata e antidemocratica 'lobbicrazia'?

I prodromi ci sono tutti.

 

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