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TAV & tunnel del Frejus: l’attacco mortale contro la Val Susa

Il 29 Agosto pv a Oulx, manifestazione per la difesa della valle di Susa; riparte la battaglia dei valsusini in difesa della loro terra.

Eccoli lì, di nuovo, li ritrovo sempre allo stesso punto di via Roma, nel centro di Susa, con il loro gazebo; allestito semplimente, con manifesti, fotografie, documenti, libri. I volontari sotto la tenda trascorrono il tempo rispondendo alle domande di chi si ferma, a volte discutendo con passione, ma sempre con rispetto delle opinioni.

Sono persone normali, cittadini, armati di pazienza e quel po’ di conoscenza dei fatti che i più ignorano.

Stanno promuovendo la Manifestazione del 29 Agosto pv che si terrà a OULX, per difendere la montagna e la valle dalle aggressioni del “progresso” all’italiana.

Come va? Gli domando. Al solito. Alcuni si fermano, chiedono, discutono. Le obiezioni che la gente ti fa sono tutte quelle prese pari pari dalla televisione e dai giornali.

 

Ma voi siete quelli del no a tutto.

Ma la Tav ci farà entrare in Europa.

Ma con la Tav andremo in un’ora a Parigi.

Ma con la Tav avremo lavoro per tutti.

Ma la Tav vuol dire progresso e modernità..

Ma non ci si può fermare di fronte agli egoisimi locali. Bisogna pensare al bene del paese.

Quando si fermano a parlare un po’ con noi – mi raccontano i volontari – ad un certo punto inizi a vederli smarriti; dagli slogan ripetuti senza filtro, le persone iniziano a dire: questo non lo sapevo… ma alla televisione ci avevano detto che…io credevo che …


Nell’era dell’apparente grande comunicazione, sono questi piccoli gazebo che portano un po’ di chiarezza in quel finto dialogo ufficiale, in realtà monotono e unidirezionale. E finalmente le persone iniziano ad avere il ragionevole dubbio di non conoscere realmente come stanno le cose.

Si cerca allora di fare un po’ di luce sul senso delle grandi opere, valutando, come da anni fanno alcuni economisti, la validità di un’opera pubblica se il rapporto costo/benefici risulta misurabile; se è quantificabile l’ammortamento in tempi ragionevoli, quanto indebitamento comporta e se, alla fine, il risultato è a favore del denominatore. 

E’ che dire della confusione ingenerata volutamente nel pubblico, per cui si confondo e si alternano i concetti di alta velocità ed alta capacità come se fossero la stessa cosa?
 
Più lavoro? Mi dicono i volontari: qui ci si dimentica che la stessa ipocrita bugia fu usata per giustificare la costruzione dell’autostrada, risultato: pochissimo lavoro per i locali e per un tempo limitato.
 
Già, l’autostrada. Quella gestita dalla Sitaf che adesso preme per costruire il raddoppio del Frejus.

Ma, si domandano questi rompiballe volontari: se si costruisce il raddoppio del Frejus per far passare più camion, perché si deve costruire la Tav per far passare i camion sul treno? Domande senza risposta.

Già qualche anno fa un docente di una università della Toscana, mi pare, trattando la materia della comunicazione, incaricò i suoi studenti di una ricerca: trovare le ragioni del Si, alla Tav. Con suo stupore, e di quello degli studenti, non trovarono documenti, articoli (tranne un paio, senza argomentazioni di spessore), studi scientifici, nei quali ci fossero dati e considerazioni valide ed efficaci a giustificare il Si alla Tav. 

Esiste, invece, un’ampia pubblicistica, sul perché al No Tav, che attende, da anni, di essere smentita con argomentazioni solide e non con retoriche di politichese. Non solo, questa pubblicistica non è stata prodotta da pastori di vacche e capre di questi monti con la sindrome di N.I.M.B.Y., come qualcuno vorrebbe far credere, bensì da ingegneri e studiosi.

In fondo, basterebbe visitare questa valle per rendersi conto che qualcosa non quadra. Una valle stretta nella quale sono già presenti, da Rivoli a Susa, un’autostrada, due statali, una ferrovia.

Non occorre essere “esperti” per valutare le difficoltà e la follia di un progetto Tav.
L’idea della nuova galleria del Frejus poi, provocherebbe la distruzione dell’economia turistica.

Dopo Susa le statali si separano; verso il Frejus ci vanno una statale (sino a Bardonecchia) e l’autostrada. Immaginatevi i cantieri per fare un nuovo buco nella montagna; una ipotesi prevederebbe il cantiere principale in Susa, quindi 45 km in giù; per poi costruire una teleferica per portare la terra su per la montagna, che passarebbe sopra il cielo della città, il tutto condito con un numero spropositato di camion che vanno avanti e indietro lungo la valle per il trasporto.

Se questo vi pare progresso… appuntamento il 29 Agosto in Val si Susa.

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