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Start-up: l’odissea di un imprenditore abruzzese tra il dire e il “Fare”

Pochi bandi, almeno sulla carta, riescono a essere così incisivi nella fase di start-up, come “Fare Impresa 2” dove la Regione, grazie a fondi comunitari, concede contributi a fino a 80mila euro per la costituzione e l’avviamento di nuove attività esercitate in forma individuale, collettiva o cooperativa (importo a fondo perduto fino al 75% del totale delle spese). Un bando, introdotto nell’arco del 2012 dall’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti che ha incentivato varie proposte imprenditoriali in tutta la regione, dando nuova linfa a realtà già esistenti. La scadenza delle domande risale al 30 novembre. Da allora, però, nessuna traccia delle graduatorie o delle indicazioni per l’assegnazione dei fondi, per una dotazione complessiva di 8,5 milioni di euro.

Una situazione che ha un po’ spiazzato gli imprenditori che hanno aderito a questa proposta. Nel dettaglio, infatti, il bando prevede che il contributo sia finalizzato all’acquisto di beni nuovi, sia materiali che immateriali. L’investimento deve essere effettuato mediante l’acquisto in proprietà o l’acquisizione in leasing dei beni. Naturalmente, l’acquisto presuppone una trattativa che le aziende hanno avviato con i loro fornitori. Ma tutto si è arenato dopo mesi di assenza pressoché totale delle comunicazioni. «Quando abbiamo deciso di aderire al bando», spiegano i paolo_gattiresponsabili di una piccola azienda del settore digitale, «abbiamo subito individuato strumenti software ed hardware sui quali investire. Da lì è partito il tira e molla con i fornitori: abbiamo cercato di bloccare le offerte migliori sul mercato, sapendo di poter contare su questo bando. Siamo però arrivati a maggio senza avere indicazioni di sorta ed è difficile confermare i nostri impegni a quelle condizioni. Senza contare, inoltre, che gli strumenti tecnici del nostro settore hanno un alto livello di obsolescenza e, quindi, sei mesi di ritardo fanno differenza». Una situazione stigmatizzata anche da Carlo Imperatore, vicedirettore di Confindustria L’Aquila, che non aveva nascosto le difficoltà per le imprese a cimentarsi con il bando.

Difficoltà di comunicazione ci sono state sin dall’inizio se si pensa che lo spazio web attraverso il quale il bando è stato divulgato recita la seguente dicitura:

fare impresa

«Continuano a pervenire numerose richieste inerenti l’ammissibilità della specifica iniziativa imprenditoriale e/o la finanziabilità della singola spesa. Fatto salvo quanto già precisato, in merito, con le faq pubblicate al 30.10.2012, si ricorda che la funzione del servizio è quella di fornire chiarimenti su quanto previsto, in via generale, dall’avviso. pertanto, non saranno ulteriormente evase domande di tal genere».

Quello che risulta invece difficile è il perché del ritardo. «Sia legato a problemi di natura politica?» si domanda un’imprenditrice che ha scelto di rimanere anonima per proteggere la sua candidatura a questo bando stesso. «Ci sono state le elezioni nelle scorse settimane; presumo che le graduatorie, quando ci sono le urne di mezzo, siano fonte di malcontento. Per questo c’è chi preferisce aspettare tempi migliori».

di Fabio Iuliano

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