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Spot ministeriale contro Aids: anche quest’anno si ‘censura’ il preservativo

Anche quest’anno, per la giornata mondiale per la lotta all’Aids del primo dicembre, sparisce dagli spot di sensibilizzazione del ministero della Salute la parola “preservativo”. Segno che le istituzioni ancora non riescono ad affrontare in maniera laica la questione.

L’assenza della temuta parola ha suscitato la reazione della Lila (Lega italiana per la lotta contro l’Aids). Solo dopo il suo intervento è stata diffusa una versione non censurata dello spot. Nella quale però l’unico a mostrare un condom è un omosessuale che dice: “Con un solo gesto difendo me e il mio compagno”. L’impressione è che in questo modo si alimenti lo stereotipo secondo cui la malattia viene diffusa dagli omosessuali.

Il portavoce del ministro Renato Balduzzi ha parlato di “errore di caricamento del video su Youtube”. Ma ogni anno (almeno dal 2008, come rimarca Il Fatto Quotidiano) c’è qualche problema quando il ministero deve sostenere la prevenzione dell’Hiv. Anche l’anno scorso, e sempre con il ministro Balduzzi, era scoppiata la polemica per una presunta censura del termine “profilattico” con una raccomandazione inviata negli ambienti della Rai. È lo stesso ministro cattolico, già presidente del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, ha ultimamente sostenuto il ricorso contro la sentenza della Corte di Strasburgo sulla legge 40.

Occorre riflettere su quanto il mondo cattolico, con i continui proclami da parte delle gerarchie ecclesiastiche, costituisca un oggettivo ostacolo nella battaglia contro il virus. Patologia che ancora miete tantissime vittime, soprattutto in Africa. È significativo che la Chiesa cerchi di impedire in ogni modo la diffusione di una cultura della contraccezione nei paesi in via di sviluppo, chiedendo poi sostegno (e soldi) per “i bambini rimasti orfani a causa del virus dell’Hiv”. Come in un recente spot con tanto di canzoncina dello Zecchino d’Oro. Il tutto ovviamente sulla pelle delle donne e dei loro figli.

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