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Spinello? Fai da te

Come ci rivelano i dati del Ministero dell’Interno (direzione generale servizi anti-droga), in Italia vi è una diffusa attività di coltivazione di “cannabis” dalle cui foglie si ricava il “fumo” ossia la marijuana.

I maggiori sequestri di piante si sono verificati in Sicilia e Calabria su territori spesso demaniali, controllati da cosche mafiose, con pochissimi rischi per i coltivatori, essendo il controllo mafioso del territorio una delle caratteristiche peculiari di queste regioni.

Per il resto d’Italia, leggendo i dati ufficiali, si tratta di piccole o piccolissime coltivazioni a cura di ogni ceto sociale, per uso personale o piccolo spaccio verso amici e conoscenti.

Sembra proprio che la crisi economica abbia generato una iniziativa di autosufficienza spinellara, all’interno di una cultura giovanile che non considera droga lo spinello.

Il fenomeno è diffuso in tutte le regioni e se si vuole leggere lo specchietto dei sequestri di piantine basta aprire l’ultimo numero de l’Espresso a pag. 46.

La riflessione che faccio io è la seguente: vale la pena spendere miliardi, impiegare forze dell’ordine, ingolfare i tribunali, per esercitare un contrasto verso una sostanza che, comunque, arriva a chi vuole consumarla?


Il mercato oggi è in mano a mafie e spacciatori, che si premurano di far arrivare dovunque questa sostanza, domani, se si liberalizzasse la coltivazione e l’uso, queste figure criminali sparirebbero di colpo.

Qualunque persona di buon senso capisce questo rapporto di causa-effetto, come gli olandesi che da anni hanno liberalizzato, e non è vero che è automatico che si passi da questa sostanza a droghe pesanti.

Infatti, il consumo di marijuana è diffusissimo a fronte di un numero contenuto di tossicodipendenti.

Sono tali e tanti i vantaggi, evidenti, della liberalizzazione di coltivazione e uso della “cannabis”, che bisogna pensare male di qualunque governo che lascia le cose come sono, individuando una volontà di lasciare il mercato in mano a mafiosi e spacciatori senza riuscire ad impedire l’uso e l’acquisto.

La liberalizzazione non farebbe aumentare di una sola unità il numero dei consumatori, lo Stato non butterebbe soldi inutilmente, le galere e i tribunali respirerebbero, spacciatori e mafiosi perderebbero soldi e potere.

I governi del “fare” non fanno un bel niente, sono troppo occupati a consumare Viagra o a pippare coca.

Commenti all'articolo

  • Di Diego (---.---.---.210) 2 settembre 2010 17:13

    Sono d’accordo nel senso generale ma vorrei precisare che: dicasi "fumo" non tanto la marijuana quanto il suo diretto derivato: l’haschish e inoltre che la marijuana non e’ costituita dalle foglie della cannabis, quanto dalle sue infiorescenze.


    Cio’ su cui e’ necessario puntualizzare e’ che la marijuana e l’haschish non danno alcuna dipendenza (a differenza di droghe legali come l’alcol e il tabacco) e pertanto non si dovrebbero neppure classificare tra le droghe.

    Sono totalmente d’accordo sul fatto che marijuana e haschish andrebbero liberalizzate fermo restando naturalmente che debba essere vietato guidare sotto l’effetto di queste e altre sostanze.

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