• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Situazione senza via d’uscita? Forse

Situazione senza via d’uscita? Forse

E’ veramente quasi un miracolo che si possa restare in piedi, e perfino governare (cioè essere ufficialmente al Governo, non più che questo), per ben 16 anni senza avere a disposizione e sotto controllo un qualsiasi corpo dello Stato. La magistratura (non pochi magistrati “deviati”) è scatenata dai primi anni ‘90 a favore di una ben precisa parte politica o comunque contro la sua avversaria (il risultato è lo stesso da entrambi i punti di vista; pur se io penso che la magistratura agisca soprattutto contro e non tanto a favore). Ciò malgrado, c’è chi si illude di poter continuare in queste condizioni. Si parla di sorpresa del centrodestra per la consistenza dei gruppi “finiani”. Mi sembra poco credibile perché, se fosse vero, significherebbe essere ignari dell’estremo tentativo di completare l’opera di “mani pulite” (tenendo pure conto delle decisioni prese nella ben nota riunione sul Panfilo Britannia); tentativo che è di evidenza solare dall’inizio di questa legislatura. “Qualcuno” di molto autorevole ha garantito ai “finiani” che non resteranno all’addiaccio con gli “scherzi” che si stanno preparando a Berlusconi; anzi che toccherà un premio a chi sarà in prima fila nel realizzarli. Proprio non era arrivata – da chi di dovere – voce alcuna delle manovre in atto? E veramente si pensa di contrastarle con la “casa di Montecarlo”?

Intendiamoci bene: chi blatera di morale e di dignità o indegnità a ricoprire una carica politica sollecita disgusto quando è pure lui “beccato” in qualche affare poco chiaro. Tuttavia, questo sarebbe il tipo di conflitto oggi necessario per non far sommergere dalla m….. l’intero ceto che finge di far politica? Inoltre, chi è favorito dalla magistratura – non “inquinata” da una certa parte del ceto in questione, essendo più semplicemente funzionale a “qualcuno” che si serve di questa parte – non teme le indagini giornalistiche (cos’è accaduto in fondo di terribile alla “sinistra” per lo scandalo della sanità pugliese o dell’eolico calabrese? E siamo ancora a zero dopo tanti anni con l’affaire della Banca 121 del Salento). Se poi la magistratura si muovesse anche contro Fini, sarebbe per tirare in lungo e non arrivare ad alcuna conclusione. In ogni caso, le “soffiate” che dalle procure arrivano ai giornali sono sempre dello stesso tipo, riguardano sempre la parte che non sta “a sinistra”.
 
Da sedici anni si ripete questa farsa e mai si è arrivati a “mettere in riga” un corpo totalmente deviato dai suoi compiti ufficiali; la cui azione è poi particolarmente deleteria proprio perché oscura il campo della lotta politica. Ogni volta che la parte berlusconiana ha cercato di porre all’ordine del giorno il problema della “Giustizia”, si è trovata con qualche traditore in casa e alle prese di ribaltoni vari. Non si è appresa la lezione? Allora non si vuol apprenderla perché non si controlla minimamente lo Stato: che non ha nulla di “mistico”, è un semplice campo di battaglia come altri, in cui si formano però specifici apparati dotati di poteri speciali. Si vorrebbe far credere che ci siano le “toghe rosse” a causa della subdola infiltrazione di questi infidi comunisti. Infidi, sì, ma in quanto voltagabbana che si sono posti al servizio di Usa e grande capitale (della sua parte peggiore, da sempre parassitaria e pronta a favorire ambienti d’altri paesi). Il comunismo è crollato dappertutto; e avrebbe resistito in Italia, conquistando pezzi così decisivi dello Stato? Ma va là, dite che siete coglioni, almeno forse solleciterete qualche briciolo di pena.
 
In realtà Berlusconi non può contare su nessuno; se persino Bobo Craxi, e adesso Chiara Moroni, passano con i “traditori”, è ovvio che il “male oscuro” d’Italia è l’inesistenza di veri centri strategici nazionali e la debolezza di quei settori economici (in parte di carattere “pubblico”), battuti nei primi anni ’90 e incapaci di ribaltare la situazione; essi oppongono resistenza all’effettivo passaggio alla “seconda Repubblica” (che dovrebbe divenire soltanto un’espressione geografica utile alle manovre dell’area avente come polo centrale gli Stati Uniti), ma non trovano referenti politici adeguati e fedeli ad un programma d’indipendenza.
Non si ha il coraggio di chiamare apertamente in causa gli Usa per la loro azione sovversiva nei nostri confronti? Del resto è facile che, con la nuova tattica statunitense del “serpente”, si lasci una certa libertà d’azione a “forze decentrate”, concedendosi perfino di criticarle in date occasioni (come può accadere anche con Israele in Medioriente). Si tralasci pure di nominare esplicitamente il paese d’oltreatlantico se si ha tanta paura, ma si denuncino chiaramente le manovre dei parassiti nostrani. Abbiamo bisogno di qualcuno in grado di dire apertamente, e in più discorsi in TV cui dare il massimo (e drammatico) risalto, chi sta tramando contro il paese. E’ necessario fare appello ai cosiddetti ceti medi produttivi, in realtà ad “artigiani”, commercianti, strati di professionisti, dando loro effettivi segni di disponibilità (sul fisco, ad es.), di liberazione drastica da intralci burocratici (ristrutturando radicalmente, se necessario, settori delle inefficienti amministrazioni statali e locali, senza campagne contro i “fannulloni”, bensì contro l’incapacità professionale di chi dirige, contro il menefreghismo e, in certi casi, connivenza con gli stessi mandanti delle operazioni eseguite dalla magistratura).
 
Non si vuole accusare la Fiat e certe grandi imprese bancarie, e di altri settori economici (vertici confindustriali in testa), di essere quinte colonne di potenze straniere? Bene, però non le si aiuti più in nessun modo. Si vuol recitare la parte di chi non intende “intralciare il mercato” nel mentre si resta invece inerti di fronte alle scelte compiute da questi complici di interessi contrastanti con i nostri (pensiamo, come esempio, alla Fiat in Serbia)? Si prenda però netta distanza da quei vergognosi e puri reazionari (stupidi quant’altri mai e controproducenti), felici dei diktat di Marchionne poiché sperano che ciò serva a diffondere in tutti i settori del lavoro salariato il senso della sconfitta e la tendenza a chinare la testa.
 
Se si vuol fingere l’esistenza della “libera” contrattazione mercantile, si dimostri almeno simpatia verso la lotta dei lavoratori dipendenti per le retribuzioni e i posti di lavoro (simpatia soprattutto per i livelli più bassi e disagiati). Si applichino ammortizzatori sociali e si lancino programmi di reinserimento puntando a settori nuovi, che potrebbero – forse, non sono un “esperto” e su questo è bene si esprima chi ne sa di più – essere favoriti dal rafforzamento di aziende strategiche: energetiche come Eni ed Enel e di punta come Finmeccanica. Ovviamente, attuando una politica di sostegno all’espansione di tali settori, e togliendo invece spazio alle imprese “mature”, vecchie, sempre più mere sanguisughe. Si dia inoltre una drastica “regolata” alla finanza “weimariana” per ricondurla al finanziamento di settori decisamente produttivi (quelli strategici e i piccolo-imprenditoriali).
 
I settori di “destra”, che si attaccano (anche loro come mignatte) al berlusconismo, si trincerano dietro la crisi per non attuare nessuna misura concreta atta a creare un “blocco sociale” di una certa forza in sede nazionale; così agendo, si danno la zappa sui piedi. Innanzitutto, si rassegnino ormai: questa crisi sarà lunga con periodico alternarsi di tendenze in un senso e nel senso contrario. Se si aspetta la reale e definitiva “uscita dal tunnel”, si favoriscono gli avversari per due motivi. Intanto perché anche l’accozzaglia di “sinistra-centro-destra”, che ha scatenato l’ultima battaglia contro il premier, utilizza la scusa della crisi per propugnare il discorso delle “larghe intese” al fine di riportarci a vecchi intrallazzi inverecondi e inconcludenti, capaci di prolungare la putrescenza e il disfacimento di questo paese mentre loro lo saccheggeranno selvaggiamente; sempre ci si ricordi delle considerazioni del Gattopardo: per chi è ormai destinato a morire, sopravvivere anche poco tempo (e approfittarne il più possibile) equivale all’eternità.
 
In secondo luogo, protraendosi l’agonia, altri “tradimenti” si verificheranno. Fra i peones intanto; un numero forse non esiguo di questi seguiranno i finiani confidando nella garanzia proveniente da “qualcuno” molto in alto (o che tale si suppone essere). Inoltre, c’è da fidarsi di un tipo come Tremonti, dell’Aspen Institute, che attua una politica di dissanguamento proprio della piccola imprenditoria dopo aver finto di voler bastonare le Banche, trattate al contrario con i guanti? E la Lega è proprio così affidabile? Essa dichiara d’essere contro un Governo tecnico, di pura gestione dell’esistente per favorire i suddetti zombi tesi soltanto a sopravvivere per saccheggiare; se si trattasse invece di un Governo che si fingesse politico, e le concedesse un federalismo purchessia con il quale gettare fumo negli occhi dei suoi elettori e intanto effettuare il saccheggio di cui detto, rifiuterebbe l’“offerta”?
 
No, ormai questa situazione è putrida. Ci vorrebbero altri personaggi con differenti intenzioni, di una durezza inusitata in Italia. E senza troppe ideologie tipo nazionalismi, patrie, classi lavoratrici, “Sol dell’Avvenire” e altre “pancianate” simili. Occorrerebbe un chiaro ed esplicito discorso sugli interessi reali di un blocco di più gruppi sociali; che andrebbero galvanizzati con la prospettiva di lavorare infine per sé, almeno in buona parte per sé. Non si può al momento indicare il nostro vero nemico nell’epoca multipolare avanzante? Ce n’è tuttavia abbastanza per additare al pubblico disprezzo, e qualcosina in più, i parassiti interni (secondo me già abbastanza invisi alla popolazione produttiva, quella che lavora sul serio), nel contempo perseguendo e annientando i loro scherani nella sfera politica. Bisogna però garantirsi il controllo degli apparati dello Stato; e saper impartire una lezione storica a chi si mette di traverso alla nostra rinascita.
 
E’ un discorso utopico? Forse; ma è sempre meglio che cianciare di future, immaginarie, società degli “eguali”, del “bene comune”, e altre autentiche idiozie cui si dedicano dei Dulcamara da strapaese. 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares