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La paura del cambiamento. Sii giardiniere della tua mente

Le storie degli anni, dei mesi, delle giornate che trascorriamo, spesso ci raccontano di momenti in cui si presenta la necessità di prendere delle decisioni, di prendersi un momento di riflessione ed intraprendere una riflessione. Aristotele, nell'osservare la natura, scriveva che questa non fa niente di inutile. Così la natura e le sue bellezze ci raccontano di un continuo ciclo di rinnovamento, dell'inclusione in un tutto che si muove in armonia e che guarda al cambiamento con fiducia e speranza.

Diversamente da tutto ciò, l'uomo ha sviluppato raffinate abilità di mantenere in piedi elementi dannosi e superflui. E' un'osservazione che ci porta ad un paradosso, ma sia che si tratti di una relazione ormai arrivata al capolinea, sia che si tratti di modi di pensare disfunzionali o di un ricordo spiacevole, spesso le persone tendono a conservare tutto e a non disfarsi di niente, e questo perché spesso si ha paura di cambiare, di rinnovarsi. E' frequente riscontrare che diverse persone davanti ai cambiamenti si bloccano, restano arenate nelle sabbie dell'incertezza e dell'indecisione e non fanno niente per cercare e trovare un terreno solido e di sostegno. Proprio per questo quelle sabbie di indecisione spesso diventano sabbie mobili, un vortice che richiede energie, che si nutre di autostima, che produce ansia e depressione. Così come persone che continuano a stare in terreni aridi, a mostrare a se stessi e al mondo un pugno di paure che li allontana lentamente dalle relazioni. Ma questi sono solo alcuni esempi.

Quando si ha paura di rinnovarsi, di cambiare, spesso si costruisce la propria sicurezza sulle abitudini, la ripetitività dei gesti, le pianificazioni. Attraverso questa visione, il mondo lentamente perde i colori, si sprofonda nella noia, è una visione che ci illude di tenere lontano i pericoli e di essere al sicuro e protetti.
 
E' così spesso che le persone hanno la sensazione di vivere appesantite, o in sovraccarico, spesso avvulse da frastornanti pensieri o da emozioni contrastanti.
 
Riprendiamo la visione che abbiamo ereditato da Aristotele ed immaginiamo un foglio bianco. Lentamente cerchiamo di rappresentarci come un albero, e disegniamo per ogni ramo un aspetto della vita che ci caratterizza, un abitudine, un ricordo, un pensiero, una relazione. Interroghiamo ognuno di questi rami. Tutti si nutrono dallo stesso albero e usano energie, altri diventano dissipatori di energia. Così, si potranno notare rami che richiedono più energia di altri, rami che si tengono ancora e che sono morti e che soffocano quelli che tentano di crescere, rami che hanno prodotto qualche frutto. Così come il ciclo generativo avviene nelle piante, così un bravo giardiniere della mente impara a potare pensieri, ricordi, convinzioni che risultano dannosi. I rami superflui rappresentano una minaccia per il nostro equilibrio.
 
Una mente che si rinnova è una mente fortificata, che resiste maggiormente agli attacchi esterni, che cresce in maniera armoniosa, e non per ultimo è una mente che produce maggiormente, che si mostra fertile e feconda.

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