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 Home page > Tribuna Libera > Si sono mangiati il federalismo

Si sono mangiati il federalismo

ll federalismo regionale del nostro paese ha evidenziato più problemi che vantaggi. Specialmente in situazioni di difficoltà.

Semmai ce ne fosse stato bisogno, anche la pandemia ha messo in evidenza il sostanziale fallimento del sistema delle autonomie territoriali in Italia. Ne sono ormai convito, pur essendone stato un acceso sostenitore, perché pensavo che la vicinanza del potere al territorio potesse meglio incontrare i bisogni dei cittadini. Ma così non è stato specialmente nel coordinamento fra i poteri che ha mostrato tutta la sua difficoltà di realizzazione anche su materie di chiara competenza.

Affetti da nanismo politico e manageriale i Governatori si sono dati precipitosamente alla macchia di fronte alle difficoltà, alle decisioni importanti e talvolta impopolari imposte dalla pandemia. Aizzati dai loro capi partito, non hanno saputo fare altro che polemizzare ripetutamente col governo gettando discredito sul lavoro degli altri, sui numeri da loro stessi forniti e, piagnucolando come bimbi, hanno perfino tirato in ballo presunte disparità di valutazione fra regioni, come se la situazione di un cittadino Lombardo potesse migliorare a seconda della effettiva criticità della Campania o del Lazio. In definitiva siamo di fronte allo stesso triste spettacolo già visto in Parlamento dove la piovra politica ha occupato tutti i gangli vitali, inclusi ovviamente quelli appetitosi dei poteri regionali.

Certo riemerge sistematicamente il problema delle competenze e della professionalità, una pecca ormai cronica della nostra classe politica che, dobbiamo riconoscerlo, viene però regolarmente eletta dai cittadini che pur sono a conoscenza dei gravi limiti personali dei candidati. Il fatto è che ormai la politica è diventata terra di hooligans, di tifoserie contrapposte votate a danneggiare il “nemico”, una terra di “vaffa day” e “fake news” professionalmente organizzate dalla propaganda per imbonire i più permeabili, per gettare odio e discredito, il tutto amplificato poi dai social con uno scudo di anonimato dietro il quale sfogare le frustrazioni più becere. Insomma è stato fatto tutto il possibile affinchè prevalesse l’interesse di partito sul quello del cittadino e questo, ovviamente, ha creato più danni che benefici.

E’ su questa idea di società, non solo liquida ma purtroppo inquinata, che dobbiamo abbassare il sipario. Il problema è culturale e su questo bisogna agire con forza perchè come cittadini non possiamo accettare di essere messi in secondo piano da chi detiene il potere da noi stessi concesso.

Claudio Donini

Foto di Julia Casado da Pixabay 

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