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Se la Grecia e la Spagna si strappano i capelli, l’Italia piange e la Francia non ride!

Cari fratelli e sorelle d'Italia,

vergogniamoci dei nostri politici corrotti, disonesti, incapaci e immorali, ma non sentiamo vergogna della nostra Patria. Anche lei è vittima di questo sistema marcio e schifoso, ciò che le fa sentire così delusa e incavolata come noi elettori traditi e adirati.

No, non basta andare alle urne solo per dovere civico o per assolvere un obbligo di cittadino, prima di tutto bisogna capire cosa è un'urna e a cosa serve veramente! Se la mia scheda elettorale fosse un qualche avanzo di cibo marcio per maiali, invece di metterla nell'urna, la metterei volentieri in bocca ad uno di questi politici corrotti e parassiti che mangiano e rimangiano come re, ovviamente a spese di noi poveri e stupidi contribuenti. Opposizione oggi, governo domani. Le facce cambiano, le rapine continuano come e più di prima.

Io non voglio giudicare, né tantomeno condannare nessuno perché non sono nella posizione di farlo, ma, come un giovane italiano all'estero da quasi una vita, vedo l'Italia di oggi come una schiava dell'eccessivo conformismo e mancanza di iniziativa e di immaginazione della maggioranza degli italiani. Una cultura moderna o in transizione non deve appoggiarsi sull'ostracismo culturale né sull'ideologia differenzialista, ma anzi mostrarsi aperta a nuove idee ed ai cambiamenti che si rendono necessari. Piaccia o non piaccia, gli italiani conservatrici e reazionari devono accorgersi che l'Italia di oggi fa parte dell'Unione Europea... e non è più una nazione isolata oppure fuori da un mondo moderno in cui un progresso irresistibile ed irreversibile procede in senso non più circolare né verticale verso "il cielo", ma orizzontale verso la realtà quotidiana e non quella finta dei canali televisivi di regime.

Oggi guardo l'orizzonte e, là dove cielo e mare si fondono insieme, vedo una stella triste e quasi spenta. E' la Madre Italia che soffre e piange notte e giorno a causa dei suoi figli ingrati e immeritevoli del suo immenso amore. Quelli che non smettono di criticarla, offenderla e umiliarla davanti alle altre Madri Patrie del mondo, ma che non fanno niente di concreto per cambiare o migliorare le cose che non vanno. Dinanzi all'eventualità che non vi sia neppure un partito o perlomeno un unico candidato degno del nostro voto bisogna affrontare la cosa con armi diverse dal qualunquismo di un tempo.

Se io fossi un guerrigliero imbraccerei un fucile, ma siccome non lo sono mi limito a imbracciare la mia pennamitraglia, tramite cui sparo le mie cartucce di fondate proteste e di giusta indignazione contro le discriminazioni e le ingiustizie di ogni sorta. E dinanzi all’eventualità che non vi sia neppure un partito degno del nostro voto bisogna affrontare la cosa.

Eppure il non votare è un pessimo segnale, un segnale di ignavia e passività e non solo, ma anche di rassegnazione e di servilismo, o quasi. Se siamo convinti che nessuno merita il nostro voto, molto meglio recarsi all’urna e annullare la scheda. Noi non nasciamo affiliati ad alcun gruppo o partito politico. La verità è che, per un certo periodo della nostra esistenza, non siamo noi stessi, ma invece quello che ci vogliono far essere o diventare. Alcuni di noi si ribellano e reagiscono a tutto ciò che non gli va a genio o gli avversa; altri, invece, preferiscono continuare la loro vita, lasciando le cose come sono sempre state, sia per forza dell'abitudine che per sudditanza psicologica.

Insomma, tiriamo fuori le nostre idee e confrontiamole civilmente e in modo costruttivo, ma non lasciamo che le nostre divergenze o punti di vista diversi su politica, religione, sessualità o altri temi sensibili e scottanti della nostra quotidianità rovinino l'amicizia che ci lega o che inizia a legarci.

Queste cose valgono meno di zero se paragonate a sentimenti e emozioni che danno un vero senso alla vita. Se per gli orgogliosi troppa umiltà significa debolezza; per gli umili troppo orgoglio vuol dire ottusità. Orgoglio e umiltà, se nelle giuste dosi e nelle stesse misure, tendono a trasformarsi in due chiavi diverse ma che però aprono la stessa porta, cioè la porta del dialogo costruttivo e della civile convivenza. Combattiamo sì, ma per noi, per i nostri cari e per la nostra Patria, e non per quelli che non sono degni di rappresentarci e che quindi dovrebbero essere rimandati a casa il più presto possibile.


Una nazione divisa non è più "una" nazione, è solo "mezza" o meno.

 

Foto logo: Nick Grosoli/Flickr

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