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Scuola, il sindacato al ministro: “Anticipare le vacanze di Natale in vista della fine del mondo”

Per il SISA l'allarme per la profezia Maya porterebbe gli studenti ad assentarsi in massa per la fine del mondo prevista il 21 dicembre.

Chiudere prima le scuole in vista della fine del mondo annunciata dai Maya. Se il ministro Profumo dovesse prendere sul serio la lettera inviatagli dal Segretario Generale del SISA, il Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, Roberto Giacobbo potrebbe diventare il nuovo idolo degli studenti italiani. Oggetto della “lettera aperta”, la definizione del calendario scolastico 2012-2013. La richiesta del sindacato al ministro è semplice: “Anticipare l’inizio delle vacanze natalizie, stabilendo nel 19 dicembre 2012 l’ultimo giorno di scuola del corrente anno solare, per tutto il territorio nazionale”. 

La motivazione che il SISA adduce per questa richiesta supera per originalità quella con cui, nel 2008, il senatore del Pdl Giorgio Costa giustificò il suo progetto di riforma del calendario scolastico, scrivendo testualmente nel testo di presentazione ufficiale del ddl al Senato che l’inizio della scuola andava posticipato di due settimane per “rispetto al ciclo meteorologico” (scatenandosi contro la reazione poco amichevole degli studenti che non avevano molta voglia di restare poi a rosolare fino a luglio a quaranta gradi all’ombra nelle aule prefabbricate delle scuole).

Archiviata la devozione per la meteorologia, il SISA chiede al Ministro dell’Istruzione di anticipare le vacanze di Natale per “le tesi connesse con la fine del mondo, prevista, secondo svariate tesi, non solo meso-americane, per il 21 dicembre 2012”.

Non che il sindacato prenda sul serio queste profezie, anzi le ritiene “discutibili” e “prive di fondamento”. Ma la superstizione potrebbe “molto probabilmente” generare “fenomeni di massa quali allontanamento dai centri cittadini verso la campagna e accaparramento di generi di prima necessità, non solo alimentari”. Insomma, l’allarme generato dalla leggenda porterebbe gli studenti e le loro famiglia ad allontanarsi dalla città nei giorni della presunta fine del mondo al punto da prevedere “una forte riduzione della frequenza scolastica”.

Così, si sostiene, anticipando il 20 dicembre la chiusura delle scuole, “rispetteremmo la libertà delle persone, anche quando fondate su tesi discutibili, e nel contempo garantiremmo alle scuole il loro regolare funzionamento, evitando di tenerle aperte in giornate in cui è prevedibile presupporre molte assenze”.

Una preoccupazione che fa onore a chi la esprime e con tanta solerzia se ne fa carico. Anche se forse, a fronte di un sistema scolastico sempre meno capace di offrire ai giovani la formazione culturale di cui hanno bisogno, che calpesta la professionalità di migliaia di insegnanti precari e che lascia perdersi per strada uno studente su quattro, un sindacato potrebbe trovare senza troppo sforzo istanze ben più urgenti da sottoporre al ministro. Sempreché che gli alieni non decidano di invaderci prima.

 

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