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Saipem catturerà CO2 in Svezia

La notizia è stata pubblicata a fine luglio. Ma merita un approfondimento. Si è in attesa della firma di un importante contratto. "Saipem e Stockholm Exergi, azienda energetica del distretto di Stoccolma, hanno firmato una lettera di intenti per un impianto di cattura di CO2 su larga scala da installare presso l'attuale impianto di bio cogenerazione di Stockholm Exergi situato nella capitale svedese.

 L'ambito di lavoro di Saipem riguarda le attività di ingegneria, approvvigionamento e costruzione dell'unità di cattura del carbonio, dello stoccaggio della Co2 e dei sistemi di caricamento nave per il trasporto della CO2. La lettera di intenti consente, intanto, l'avvio di attività limitate, relative all'ingegneria, mentre sono in fase di finalizzazione i termini principali del contratto Epc, che dovrebbe essere firmato nel terzo trimestre del 2023. Una volta ultimato, l'impianto sarà in grado di catturare 800.000 tonnellate all'anno di anidride carbonica biogenica dalla centrale di Värtaverket di Stoccolma, alimentata da biomassa."(ANSA). Come spiegato dal comunicato Ansa il contratto dovrebbe essere stipulato in queste settimane. Saipem ha acquisito una tecnologia per la cattura di CO2 dalla società canadese CO2 Solutions Inc. (CSI). CSI è una società leader nell’innovazione per la cattura della CO2 promossa da enzima. Persegue lo sviluppo e la commercializzazione della tecnologia asservita al trattamento di scarichi industriali. La tecnologia di CSI abbatte la soglia dei costi di post-combustione per la cattura di CO2. Ne consente il riutilizzo per l’ottenimento di nuovi prodotti commercializzabili. In un contesto di cambiamento climatico e di necessità di ridurre le emissioni di CO2 nell'aria ci sembra una novità bipartisan. È noto infatti che ci sono pressioni perché si proceda per l'uso di fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica (entro il 2050) e si possa contare su un parco auto con veicoli elettrici. Non mancano però le divergenze. Queste innovazioni richiedono materie prime prodotte al momento in gran parte dalla Cina. Produrle in Europa sta suscitando problemi perché l'estrazione di queste materie può essere inquinante.

Commenti all'articolo

  • Di Gregorio Scribano (---.---.---.32) 11 ottobre 2023 14:05
    Gregorio Scribano

    Anche Microsoft ha annunciato di aver firmato un accordo pluriennale per la rimozione di un massimo di 315.000 tonnellate di CO2 con Heirloom, società che utilizza la tecnologia Direct Air Capture (DAC), segnando uno dei più grandi accordi di rimozione del carbonio registrati fino ad oggi.

    Il nuovo accordo segna l’ultimo di una serie di recenti accordi per la rimozione delle emissioni di carbonio per Microsoft, che rientrano negli sforzi dell’azienda per diventare carbon negative entro il 2030 e per eliminare tutte le sue emissioni entro il 2050. Di recente, Microsoft ha annunciato un accordo per l’acquisto di 2,76 milioni di tonnellate di materiale per la rimozione del carbonio con il fornitore di energia danese Orsted per catturare e immagazzinare il carbonio biogenico (emissioni provenienti dalla combustione della biomassa) di in una centrale elettrica in Danimarca.

    La tecnologia DAC, per la rimozione del carbonio nella transizione verso un sistema energetico a zero emissioni, estrae la CO2 direttamente dall’atmosfera per utilizzarla come materia prima o rimossa in modo permanente se combinata con lo stoccaggio. Secondo lo studio sulla mitigazione dei cambiamenti climatici pubblicato l’anno scorso dal Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), gli scenari che limitano il riscaldamento a 1,5°C includono metodi di rimozione dell’anidride carbonica che potranno raggiungere miliardi di tonnellate all’anno nei prossimi decenni e in questo contesto il DAC potrebbe rappresentare una quota significativa del totale.

    Un hub DAC che si prevede sarà in grado di catturare più di 1 milione di tonnellate di CO2 all’anno dall’atmosfera 


    Insomma, l’accordo Microsoft/Heirloom è un altro passo importante per aiutare a costruire il mercato per la rimozione del carbonio di alta qualità per diventare carbon negative entro il 2030 e raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi

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