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Suggerimento natalizio per Veltroni

Il PD rischia di essere una grande occasione perduta. Gli scandali che lo stanno travolgendo ne sono la dimostrazione. Il PD è nato bene, con la partecipazione di tante persone ed ha costretto Berlusconi a rincorrerlo, creando il PDL proprio perché gli Italiani avevano bisogno di aggregazioni sicure, non fidandosi delle coalizioni di più partiti. Ahimè, attualmente rischia di naufragare come successe ai socialisti di Craxi negli anni ‘90.

Il PD rischia di essere una grande occasione perduta. Gli scandali che lo stanno travolgendo ne sono la dimostrazione. Il PD è nato bene, con la partecipazione di tante persone ed ha costretto Berlusconi a rincorrerlo, creando il PDL proprio perché gli Italiani avevano bisogno di aggregazioni sicure, non fidandosi delle coalizioni di più partiti. Ahimè, attualmente rischia di naufragare come successe ai socialisti di Craxi negli anni ‘90.



Vi sono ancora indagini in corso, ma quanto è successo deve far riflettere tutta la nomenklatura del PD ( e degli altri partiti). Chi, come chi scrive, è stato uno dei fondatori del PD, non pensava di dover stare accanto a gente che è finita in galera, non pensava che parlamentari del PD potessero intrattenere rapporti discutibili con imprenditori, non pensava che le cariche sarebbero state assegnate su metodi diversi dalle primarie. Né pensava che qualche senatore del PD passasse i “pizzini” al centro-destra per mettere in difficoltà gli alleati. Al contrario, il fondatore del PD pensava che si dovesse riflettere su progetti e su cose concrete, sui problemi di tutti i giorni. Ahimè, invece ci siamo trovati con persone che hanno guai con la giustizia. Per me, figlio di maresciallo di carabinieri, non è proprio il massimo di appartenenza. Giampaolo Pansa sul “Riformista”, commentando un intervento di Realacci, scrive sul suo Bestiario che non si può salvare un partito che non c’è. Be’, io non sono d’accordo. Credo che Veltroni abbia un modo per salvare il PD, e mi permetto di suggerirglielo. Innanzitutto, Veltroni dovrebbe far dimettere tutte i segretari provinciali. Si dovrebbero tenere altre elezioni ma basate su progetti politici concreti. Mi spiego meglio. Attualmente i segretari provinciali sono eletti a votazione, e spesso sono il frutto di accordi sottobanco. L’alternativa che propongo consiste nel creare una gara tra progetti politici presentati da tutti coloro che vogliono essere candidati. Ogni candidato dovrebbe presentare un proprio progetto, elaborato con altre persone che, in caso di vittoria, diventeranno i futuri dirigenti del PD provinciale. Chi sceglierebbe i progetti migliori? Personalità del mondo accademico, scelte dal segretario regionale, che dovrebbero rimanere anonime fino alla consacrazione dei vincitori. Secondo me, ci sarebbe una corsa a presentare proposte, elaborare progetti e strategie. Le persone che hanno votato alle primarie (e non solo quelle) tornerebbero a parlare di politica e ad occuparsene concretamente. Il meccanismo che ho proposto è, com’è ovvia, perfettibile. Ma ritengo che sia il solo che possa salvare il PD da uno sfacelo totale.

 

Commenti all'articolo

  • Di verygod (---.---.---.26) 26 dicembre 2008 09:39
    Glaros - scrittura creat(t)iva

    Da: Primarie vere, Primarie sempre  http://www.primariesempre.org/europee/

     # paolo dovaon 03 Nov 2008 at 7:37 pm

    Dear Uolter,

    what about the following promise?
    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200805articoli/33089gi rata.asp

    Best regards
    pd

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 26 dicembre 2008 20:04

    Cominciamo col dire che le storie abruzzesi si stanno fortemente ridimensionando.
    Per De Turco, che sembrava fosse il fratello di Al Capone, sono stati richiesti altri 6 mesi di indagini a prova che la pistola fumante dello scandalo i magistrati non l’avevano.
    Quanto poi al sindaco di Pescara mi pare chiaro che la magitratura nonsa bene cosa vuole fare e soprattutto quale sia il quadro probatorio.
    Dunque sei proprio convinto che il PD è travolto dagli scandali o è travolto dalla sua cedevolezza ad un giustizialismo che il paese in gran maggioranza detesta e l’opposizione al quale ha già fatto la fortuna di Berlusconi?
    Continuo a ricordare che già nel caso della prima tangentopoli soltanto il 20% circa degli inquisiti sono stati condannati in sentenza defintiva. Dunque per il rimanente 80% fu una farsa che distrusse dei partiti e ne lascioò in vita, cosa che a mio parere spetta fare agli elttori e non ai giudici.
    Sarà Veltronui così idiota da comportarsi come fecero i socailisti negli anni 90?
    Sia chiaro io penso che la corruzzione nella pubblica amministrazione e più in generale nella società italiana sia gravissima e molto difuusa, in tutte le caste ed in primo luogo nella magistratura.
    Tuttavia lo stato di diritto richiede che i processi siano fatti sui fatti e non sulle presenzioni ed anche questa volta la cosa mi pare più montata che vera.

    • Di Giovanni Macchia (---.---.---.143) 27 dicembre 2008 00:46

      Il problema non è giuridico (soltanto) ma anche politico e, sopratutto, etico. Politico perchè un partito che da adito a quanto è successo con alcuni dei suoi esponenti amministratori (vedi Campania) ha sicuramente dei problemi. Concordo che li ha anche il centro-destra, e forse non si preoccupa più di tanto a differenza degli elettori del PD, ma questo non deve desistere dal far riflettere, cosa che, peraltro, l’alta dirigenza nazionale del PD sta facendo. Il problema politico deriva, secondo me, dal non aver compiuto fino in fondo la fase costituente, consentendo a vari personaggi di entrare nel PD continuando a fare cose su cui sta indagando la magistratura. E quindi c’è bisogno di un cambiamento più radicale di quello delle primarie. D’altra parte, la logica delle correnti nello scegliere i vari dirigenti nessuno la può negare, penso.
      Etico, perchè etica e politica DEVONO andare d’accordo. Quali dovrebbero essere, secondo me, i rapporti tra etica e politica? Semplicemente che gli amministratori ed i politici che devono fare il bene del paese e della comunità, senza scendere a compromessi con i vari poteri. E questo, purtroppo, in Italia non lo vedo molto realizzato, almeno ora. Poi, le intercettazioni le ho lette (anche quelle di Firenze) e non mi sono piaciute per niente. E quindi la mia proposta, forse provocatoria ma, secondo me, l’unica alternativa ai vari capetti che sfascerebbero il partito

    • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 27 dicembre 2008 12:32
      Rocco Pellegrini

      non condivido Giovanni, assolutamente. L’etica è una questione individuale e non applicabile, strictu sensu alla cosa politica senza scadere rapidamente nel dispostismo. Ci sono ormai nella millenaria esperienza umana tantissimi episodi dove l’etica è stata usata per creare il dispotismo, ad esempio Robespierre o Marat erano animati dalle migliori intenzioni e, pur tuttavia, crearono quel terrore del qule furono succissevamente vittime.
      Dunque non è brandendo l’etica contro il prossimo che si è etici ma limitandosi a fare il proprio dovere e cercando noi stessi di essere delle persone perbene che rispettano i diritti degli altri.
      Ma la poltica si vive in maschera come sai nella condizione unama.
      Tu dici sono un figlio di un carabiniere ma non ci sono carabinieri criminali?
      Ogni tanto la cronaca ci racconta di bruute cose che riguardano anche qualche carabiniere.
      Se un’etichetta fosse una garanzia vorrei ricordarti che Andreotti andava a messa tutte le mattine e che Totò Reina non volle rispondere a Buscetta prchè lui non parlva con i divorziati.
      La politica è fatta di regole, di procedure e non di parole vaghe.....
      Dunque il cuore dell’uomo è inconoscibile e ci sono individui che sono etici altri che neanche capiscono cosa vuol dire esserlo.
      Come si fa la selezione della classe dirigente di un partito attraverso i probi viri?
      Nenni che ne aveva viste tante diceva "c’è sempre un puro più puro che ti epura".
      Come si fa ad imporre un’etica sociale? Si lascia alla magistratura la scelta dell’esercizio di un’azione pelnale discrezionale come succede oggi? Con il risultato che non potendo perseguire tutti i reati si scegli di fiore in fiore come dettano gli interessi della casta?
      Se il PD facesse come dici tu sparirebbe rapidamente ed emegerebbe un bel partito di bacchettoni, moralisti dell’altrui virtù, ed i cui leader già si intravedono nei Di Pietro, Travaglio, Santoro, Grillo e compagnia cantando, che alle elezioni politiche prenderebbero tra il 10 ed 15% isolati da tutti il resto.
      E’ questa l’alternativa della sinistra italiana?
      Ma lsciamo stare.....
      Vedrai che il PD non farà quello che tu dici, almeno io spero che la sinistra italiana non voglia suicidarsi ascoltando cattivi maestri come Flores D’Arcais.

    • Di Giovanni Macchia (---.---.---.20) 27 dicembre 2008 20:45

      Caro Rocco, purtroppo non condivido quello che dici. Premetto che ho fatto politica attiva (sono stato nell’esecutivo provinciale della Margherita della mia provincia ed ho partecipato attivamente al processo di nascita del PD nella mia regione) e che quindi capisco perfettamente quanto diceva Nenni e quanto stai sottintendendo. E cerco di chiarire meglio quanto dico. A Taranto (io vivo in provincia di Taranto) , come saprai, c’è stato un bel dissesto dovuto al Centro-Destra e ai passati amministratori. Nelle linee programmatiche del nostro partito, promuovemmo un gruppo di lavoro Etica e Politica, proprio per capirne i limiti. Ne venne fuori che l’uomo politico ha una forma specifica di Etica: l’etica della responsabilità. Deve preoccuparsi, in altre parole, degli effetti delle proprie azioni. L’etica della responsabilità espone l’uomo politico al giudizio della comunità, ed il politico deve essere qualcuno che deve possedere l’etica della responsabilità, competenze, capacità, coraggio e rispetto delle regole. Ahimè, queste cose non sono certo quelle che vedo da parte degli esponenti del PD che sono sugli altari delle cronache per intercettazioni e altro. Quando parlo di etica, voglio riferirmi proprio al rispetto di quelli che sono i requisiti di un politico. Quindi, il mio non è un attacco a testa bassa, populistico o “peronista”, ma è una riflessione su quanto di più etico dovrebbe essere in politica. E questo è il primo punto. Per quanto riguarda il rischio dei probiviri, il problema, in effetti, si pone. Ma i probiviri, come sai, esistono sempre nei partiti, ci sono sempre stati e, per quanto ne so io, non hanno mai combinato nulla. Nella mia proposta, può anche darsi che qualcuno voglia, nel giudicare il progetto, individuare una linea politica piuttosto che un’altra. Ma in realtà, il progetto politico è tale se porta voti. Il miglior progetto politico, nel caso che propongo, è quello che dovrebbe portare più voti e maggiore aggregazione dal basso. Quindi, Rocco, difficilmente i comitati di valutazione potrebbero propendere per analisi fumose e qualitative. Solo che i voti si devono prendere aggregando quanto più possibile le persone interessate al bene della comunità. Non in altro modo.

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