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Roma, Via Piave: nuovo ritrovamento archeologico. Intanto si tolgono i sampietrini dal centro...

Si sa: a Roma, basta scavare un poco, in qualsiasi parte del territorio, per rinvenire reperti archeologici. Gli ultimi clamorosi rinvenimenti, risalgono all’Agosto 2013, quando sulla Via Prenestina, all’altezza del civico 911, fra Tor Sapiena e Tor Tre teste, durante le opere di smantellamento di un capannone di proprietà della Valentino Auto, gli operai – scavando il terreno per alcuni metri - scoprirono l’esistenza di una necropoli composta da 144 tombe e ben 22 mausolei a pianta quadrata. Una cosiddetta necropoli imperiale. Perfettamente conservata.

Gli archeologi Stefano Musco, Michele Vitale e Andrea Fanfoni della soprintendenza archeologica, prontamente chiamati per fare le verifiche del caso, datarono il ritrovamento tra il I secolo a.C. e gli inizi del II d.C, anche grazie alla presenza di scheletri, alcuni dei quali in ottime condizioni di conservazione.

Gli abitanti del territorio, nel 2014, chiesero formalmente che la zona, di circa 5.000 metri quadrati, venisse dichiarata area archeologica e, conseguentemente, rivalutata come merita. Il Gruppo Cremonini, industria del settore alimentare e proprietaria del terreno, si propose per finanziare totalmente i lavori di qualificazione.

A oggi, non si ha notizia di come la giunta capitolina intenda amministrare questo importante ritrovamento. Il rischio che l’area cada nel dimenticatoio e, addirittura, venga ricoperta – come spesso è accaduto – è alto.

E’ invece di questi giorni un nuovo ritrovamento, stavolta nella centrale Via Piave, storica passeggiata commerciale della Capitale. All’altezza del civico 53, dove via Piave sfocia su Piazza Fiume, alcuni operai, stavolta impegnati in lavori sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica, rinvengono – scavando per pochi metri – quella che a tutti gli effetti appare essere ciò che resta dell’antica Via Salaria.

Stride non poco questo ennesimo ritrovamento della Roma Antica, in un periodo storico nel quale la giunta capitolina, ha deciso di sfregiare diverse strade di Roma, fra cui la centralissima Via Nazionale, il piazzale antistante la Stazione Termini e la zona di Porta Maggiore, privandole del tradizionale impiantito composto di sampietrini.

Una decisione presa lo scorso anno dalla Giunta Marino, che dalla successiva vendita dei sampietrini prevedeva di risanare le casse del Comune di Roma e di usare una parte dei proventi per la manutenzione stradale. Come dire: per curare il malato, gli togliamo qualche organo… Marino è chirurgo specializzato in trapianti: forse dovrebbe rivalutare le sue bizzarre convinzioni.

La decisione, dichiarata dal neoeletto assessore ai lavori pubblici, Maurizio Pucci, suscitò scandalo e riprovazione da parte di molti, che non gradirono affatto la soluzione – devastante- decisa da una giunta che sembra non azzeccarne una.

Ecco quindi che, dopo le polemiche, giunse un dietro front: che i sampietrini vengano tolti dal centro storico ma riutilizzati in periferia, nelle aree pedonali che dovrebbero essere realizzate nelle 14 circoscrizioni capitoline. Ce li vedete i turisti andare nelle periferie romane per godersi il fascino delle strade lastricate degli antichi blocchetti di epoca antica?... Questa storia non ha senso. E si aggiunge a tante altre storie che non sono coerenti.

Intanto, godiamoci questi scorci di antichità, che ovunque troviamo nella Capitale, sperando che un giorno, torni il senso della misura, della correttezza, della capacità di cogliere le tante opportunità che un territorio come quello di Roma, continua a offrire a tutti. I Sindaci passano, Roma eterna, resta.

 

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