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Roma: 2 detenuti evadono da Regina Coeli

A che servono tutti i sistemi di sicurezza, le videcamere che giocano al grande fratello 24 h su 24 o le sentinelle se, mentre una nave da crociera sta ancora affondando vicino l’isola del Giglio per aver preso in pieno uno scoglio - più o meno per gli stessi motivi - che un semplice passeggero con il cellulare ha “captato” con il cellulare, alla fine due detenuti, ancora altri due detenuti, riescono ad evadere (anche i migliori sistemi di sicurezza) nel più tradizionale dei modi: segare le sbarre e fuggire con un lenzuolo? 

E’ successo questa mattina a Roma nel carcere romano di Regina Coeli. 
 
Lo comunica il segretario generale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci. "Nelle prime ore di questa mattina dal carcere romano di Regina Coeli, due detenuti di cui uno romeno e l'altro albanese, ristretti nelle 2/a sezione dell'istituto, probabilmente dopo avere segato le sbarre della cella, mediante una corda ed un arpione rudimentali, si sono dapprima calati dal terzo al secondo piano e poi, agganciandosi al muro di cinta, sono scesi all'esterno dandosi alla fuga". 
 
Pare la polizia abbia scoperto la fuga intorno alle 8.30.

Quasi a voler giustificare il "gap", il segretario generale dell'Osapp Beneduci aggiunge: "A Regina Coeli i detenuti hanno raddoppiato le presenza consentite superando del 25% persino la capienza massima raggiungibile (1.180 presenti per 724 posti) ma il vero problema riguarda la carenza di personale di polizia penitenziaria (oltre il 30%), tant'è che i due detenuti si sono potuti agganciare al muro di cinta per poi calarsi nelle vicinanze di una delle garitte prive di sentinelle da tempo, proprio per la mancanza di addetti". Insomma, nulla di nuovo rispetto l'emergenza carceri sia per sovraffollamento, sia per mancanza di personale. 

"Nel frattempo è in atto nella Capitale e nelle cittadine del litorale laziale - aggiunge - una vastissima operazione della polizia penitenziaria e delle forze dell'ordine per la cattura degli evasi ma l'episodio è significativo di come la tensione e i pericoli derivanti dall'attuale e grave emergenza penitenziaria non siano per nulla diminuiti e di quanto il Governo - conclude il sindacalista - abbia ancora da fare rispetto alle esigenze, anche riorganizzative, del corpo di polizia penitenziaria".
 
di Folletto
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