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Rifiuti in Molise, il caso in Parlamento

Per la seconda volta nell’arco di poco più di tre mesi la questione del presunto traffico illecito di rifiuti in Molise approda in Parlamento attraverso un’interrogazione della deputata del Pd Pina Picierno diretta al ministro dell’Interno Maroni. Intanto si attende l’avvento del sistema Sistri. Le possibili lacune sulla tracciabilità e i continui sequestri di carichi di rifiuti nella zona di confine tra le province di Isernia e Caserta.

Rifiuti:ci sono due novità in questi giorni che interessano il Molise, da qualche mese al centro dell’attenzione per presunti traffici illeciti. La prima è un’interrogazione: “Quali azioni intenda mettere in atto il ministro dell'Interno al fine di fare piena luce sulla presenza di traffici di rifiuti e sversamenti abusivi in terreni e acque del Molise, tenuto conto che dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Larino emergono contatti con aziende campane a rischio più volte attenzionate per i loro rapporti con la criminalità organizzata”. Lo chiede la deputata del PD Pina Picierno, parlamentare campana, in un’interrogazione a risposta scritta rivolta al ministro dell’Interno, al titolare del dicastero della Salute e al Ministro Prestigiacomo con delega all’Ambiente. L’interrogazione è stata presentata lo scorso 16 febbraio. Questa è la prima novità. La seconda riguarda il sistema Sistri, ovvero il sistema di tracciabilità dei rifiuti che entrerà a regime a maggio e che consentirà di seguire il percorso degli autotrasportatori lungo le direttrici nazionali, avvalendosi di tecnologia. Ma andiamo con ordine.

Picierno riporta all’attenzione del governo, la questione del traffico di rifiuti e ricorda l’azione di sollecitazione politica di qualche mese fa. La parlamentare scrive: “In data 11 novembre 2010, nel corso della seduta n. 394, la sottoscritta ha presentato l'interrogazione a risposta scritta n. 4-09414, indirizzata ai ministri dell'Interno e dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, sottoponendo quanto emerso dalle inchieste giornalistiche apparse su Il Mattino nel corso del mese di ottobre e dalle denunce dei cittadini molisani e di alcuni esponenti del consiglio regionale in merito alla possibilità che nell'area compresa tra la Bifernina e la Trignina si verificassero sversamenti illegali di rifiuti tossici, con gravi rischi di contaminazione dei corsi d'acqua, dei boschi e terreni circostanti”.

Ed ancora sono tracciati i territori che sarebbero interessati da questo traffico. La provincia di Isernia, per la posizione geografica, rappresenterebbe una zona di passaggio obbligato: “L'area in questione – si legge - veniva individuata in un quadrilatero compreso tra la statale Bifernina, la Trignina, le province di Isernia e Campobasso. A sud-ovest la zona confina con Vairano-Patenora e l'area industriale di Venafro, mentre a nord est lambisce la discarica di Montagano, il depuratore di Termoli, aree boschive e disabitate. Nell'interrogazione parlamentare – ricorda Picierno riferendosi al testo di novembre - suddetta si rendeva conto di varie denunce dei cittadini che segnalavano il via vai di camion sospetti, legati a ditte su cui gravano ombre di rapporti con la camorra, e si rilevavano numerose irregolarità nella procedura di smaltimento rifiuti nei depuratori di Termoli, di Montenero di Bisaccia (CB) e più in generale nel basso Molise”.

Ad oggi, dunque, si attendono le risposte ad entrambe le interrogazioni. Ma, intanto, a breve, il rischio di una movimentazione illegale dei rifiuti dovrebbe essere scongiurato dall’introduzione del Sistri appunto. In realtà ci sono due considerazioni da fare. La prima è che, è scontato, chi voglia smaltire illegalmente rifiuti continuerà a farlo semplicemente non iscrivendosi al Sistri e lo dimostrano i continui sequestri di rifiuti speciali che avvengono sul confine tra la provincia di Isernia e Caserta ad opera, molti, dei carabinieri della Compagnia di Piedimonte Matese (camion carichi di elettrodomestici, gomme, oli esausti, condotti in molti casi da nomadi). In secondo luogo, poiché il Sistri sostituisce i documenti cartacei (formulari, registri e Mud) ma lo stesso decreto che lo istituisce nulla dice circa le sanzioni vigenti in caso di irregolarità della tenuta dei registri, cosa bisogna aspettarsi? In attesa che il Sistri superi eventuali problematiche di funzionamento, i produttori e trasformatori di rifiuti saranno ancora tenuti a registrare e, di conseguenza, sottoposti alle attuali sanzioni del Testo unico ambientale?

Qualche dubbio c’è. Anche perché il Sistri è figlio del Sitra, adottato in Campania durante l’emergenza. E i risultati sono noti. Comunque la tecnologia è sempre positiva: peccato però che il Sistri traccia i viaggi e non quel che succede all’interno degli impianti.
 

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