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Report: la perfezione dell’inganno

 

(di Alessandro Ambrosini)

Ci hanno insegnato, cattivi e buoni maestri, che l’informazione è, e deve essere, fonte di verità, correttezza, professionalità, etica, morale e tutto quanto sia scritto nel politically correct della vita. Tutto giusto. 
 
Tutto perfetto, anche troppo perfetto per essere vero. Ci hanno insegnato che esistono trasmissioni, giornalisti, inchieste di serie A e di serie B. I buoni e i cattivi della narrazione, delle inchieste. Non si sa secondo quale criterio, ma ci abbiamo creduto. Lo crediamo ancora. 
 
Ma non sempre è come ci insegnano, come ci dicono. A volte si scopre sulla nostra pelle che quelli che sono stati o sono punti di riferimento in realtà sono dei bluff, dei mastodontici piani obliqui di correttezza. Dove la stessa, sotto forma di sfera, scivola verso il buio. Domenica 22 Aprile: su Rai 3 la Gabanelli, la passionaria della verità e della correttezza ci parla dell’Idi San Carlo a Roma. Un affaire milionario e in parte simile a quello del San Raffaele milanese. 
 
A farci navigare in questo mondo di cliniche, ville, investimenti in Congo e milioni di euro è Emanuele Bellano. Giovane giornalista di belle speranze, che con il suo operatore ha girato interviste, immagini, telefonate tra Milano, Saronno, il Congo e Roma. Tutto ok, tutto interessante. Ma la mia mente non è ancora colpita da dimenticanze senili e non sono mai stato a Collegno. 
 
Infatti, ricordo con una certa completezza di particolari, che l’argomento Idi San Carlo era stato trattato in modo molto approfondito da Notte Criminale e soprattutto da Marina Angelo. Ricordo anche che un giornalista di Report aveva contattato la Angelo per avere qualche informazione, qualche testimonianza, qualche carta che potesse aiutarlo in questa inchiesta. 
 
La Angelo sull’argomento aveva fatto più di qualche pagina. Era stata tra le prime e la più presente durante i mesi della protesta dei lavoratori dell’Idi. Era riuscita a entrare nelle simpatie di molti di loro per la correttezza, la professionalità e il coraggio che metteva nei suoi articoli. Il tutto le era stato riconosciuto con la fiducia dei lavoratori stessi. 
 
Mesi fa quindi il bravo giornalista di Report, quel Bellano dalle belle speranze si affaccia all’uscio della Angelo per chiedere informazioni, dati, contatti, documenti. I contatti si susseguono e la Angelo, direttrice di Notte Criminale, stringe l’accordo per dare un supporto in cambio di una giusta visibilità all’interno del servizio. Cosa che ritengo sia il minimo sindacale per chi ti porta fonti e documenti. 
 
 Ma il bravo giornalista si allarga nella sua offerta e propone una bella intervista alla Angelo stessa, una bella intervista che possa mettere in risalto il lavoro svolto e la testata di Notte Criminale. Tutto perfetto ed equo. Si porta il bravo giornalista a Saronno, con cui ha iniziato il suo servizio, si danno e si fanno avere documenti riportati nel servizio (come le roboanti fatture) e quelli che non sono stati utilizzati, si danno fonti che sono servite a creare l’intero servizio, si fanno fare telefonate riprese nel servizio…. 
 
Ma nel servizio, il giorno prima di essere messo in onda sparisce la Angelo, la sua intervista, la citazione di Notte Criminale e il tutto viene relegato a un ringraziamento nel titolo di coda. Che nessuno ha mai visto, neanche noi. Ora la cosa sarebbe da annoverare tra i comportamenti degli squali che si aggirano nel mondo dell’informazione, quelli in doppiopetto, quelli che sono considerati il braccio armato del sistema. Invece no, si sta parlando della trasmissione di informazione e inchiesta per eccellenza. Della dipanatrice di matasse a favore del popolo, di quelli che son sempre fregati, degli ultimi. 
 
Report non è un programma di inchiesta, ma IL programma d’inchiesta, che si comporta come uno squaletto di serie b, come quello al bancone dei salumi che ti aggiunge il mezzo etto di prosciutto senza che te ne accorgi. 
 
Ma non stiamo parlando di bottegai, almeno penso, stiamo parlando di giornalisti seri, professionali, etici, di quelli che saranno al Festival del giornalismo a Perugia a parlare delle nuove frontiere dell’informazione, della libertà di stampa, dei giornalacci che scrivono fandonie e di loro che snocciolano verità. Di quanto sono belli e di quanto sono bravi. Ma la realtà è ben diversa, la realtà è nella pochezza di autori troppo pieni di sé per ammettere che alla fine non è farina del loro sacco. 
 
E anche della Gabanelli, che in quanto a capo di quello staff, ne è anche direttamente responsabile. E il mio messaggio è a voi, che vi credete al di sopra di ogni morale, che vi siete dati patenti di divinità, che il vostro è Giornalismo e il resto è spazzatura o informazioni da acquisire con l’inganno: cara redazione di Report, cara Gabanelli, caro bravo Giornalista Bellano di speculatori del lavoro altrui ne abbiamo visti già abbastanza, avete tasche piene e nomi roboanti anche se non fate i “furbetti” al Gatto e la Volpe. 
 
Non ammantatevi di ciò che per voi è ormai solo un ricordo: la correttezza, la stessa che continua a farci contattare da gente che, avendoci come garante, si è fidata ma che, come noi, è stata presa in giro dalla vostra magnificenza.
 
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