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 Home page > Tribuna Libera > Renzi, semplicemente il più credibile

Renzi, semplicemente il più credibile

Che si voglia o no l'arrivo di Renzi impone la fine di un'epoca. Per un momento in molti abbiamo creduto potesse essere Grillo il rottamatore della vecchia e inconcludente liturgia politica italiana, quello destinato a ribaltare le logiche di palazzo arrivate al capolinea della tolleranza.

In realtà Grillo e il suo partito sono stati la materializzazione dell'insoddisfazione senza però esserne la soluzione. I cinque stelle hanno egregiamente evidenziato i limiti dei partiti tradizionali e per questo va dato loro merito, ma per la ricostruzione, per una nuova primavera politica, serviva un leader, qualcuno che rottamasse ma allo stesso tempo facesse intravedere la voglia di costruire qualcosa di inconsueto.

Non solo, Renzi sta facendo molto di più, non so quanto consciamente, Renzi sta spazzando via la destra, la sinistra e anche il centro, in una deriva oltreoceano, in cui esistono sempre meno ideologie e subentrano i progetti concreti. Lo ha voluto fare da dentro il sistema, all'interno del più grande partito, passando e vincendo le primarie per conseguirne la legittimazione necessaria.

Il fare, assieme al comunicare e al decidere diventano finalmente imprescindibili, così come la coerenza e la credibilità, il partito diventa strumento sociale e non più fine idealista. Se non mantieni le promesse, se deludi i tuoi elettori, vai a casa. Si sottomettono gli interessi di partito in funzione di un rapporto leale con i cittadini consapevoli che il prossimo tradimento sarebbe letale, per tutti, irreparabilmente.

Più sarà alta la fiducia per la nuova classe politica più crolleranno i voti di protesta dei cinque stelle, e soprattutto sarà sconfitto definitivamente il partito ombra dell'astensione. Tutto questo mentre il "vecchio sistema" s'interroga ancora su cosa stia succedendo, tramortito, ma mai domo, schiavo dell'illusione di poter far tornare tutto come era prima, dai privilegi ai patti sotto banco, con un linguaggio desueto.

Ma questa volta il popolo è più avanti della sua stessa espressione politica, privilegerà il cosa e il quando fare, e individuerà il leader in grado di farlo, che non sarà di destra di centro o di sinistra, ma sarà semplicemente il più credibile.

 

Foto: Wikimedia

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.101) 24 gennaio 2014 15:14

    Spot elettorale?

    Ti piace vincere facile?
    No alpitour? Ahi. ahi, ahi! Il cainano con un solo boccone si è già mangiato mezzo Renzi; ora non deve fare altro che aspettare tranquillo: l’altra metà se la mangeranno, con comodo, gli amici e sodali PDini.


  • Di (---.---.---.59) 24 gennaio 2014 18:43

    Io non inseguo l’eccellenza, ma la concretezza nel ragionare. Ogni anno un popolo, qualunque esso sia, produce un insieme di beni e servizi, come questa massa di beni si distribuisce tra i componenti di quel popolo è frutto di decisioni politiche. Essere di destra o di sinistra significa avere parametri differenti sul come questa ricchezza va ripartita. Una politica di destra tende ad assegnare alle figure sociali più forti quantità maggiori di beni, una politica di sinistra tende a ripartire questa ricchezza prodotta in maniera più egualitaria, tutelando i soggetti più deboli. E’ questo il motivo per cui le sinistre europee nel secolo scorso hanno inventato lo Stato sociale.

    Poiché questa lotta sulla ripartizione è iniziata quando gli uomini hanno smesso di fare i cacciatori-raccoglitori e si sono messi a coltivare, destra e sinistra sono categorie politiche che attraversano l’intera storia delle società umane a partire dalla rivoluzione agricola.

    Ma ogni tanto c’è qualche furbone di destra, come Grillo/Casaleggio, (o qualche sciocco) che afferma che la distinzione tra destra e sinistra non esiste più, senza mai preoccuparsi di dimostrare le loro affermazioni balzane.

    Per tua informazione Renzi ha l’obiettivo di costruire un partito democratico vero, cioè libero dai residui ideologici della socialdemocrazia ereditati dalla pratica politica del vecchio PCI, in primo luogo lo statalismo. Così come si sono liberati dalla socialdemocrazia le sinistre tedesche (1958), inglese (1994) e francese (presidenza Mitterand). E questo il motivo per cui Renzi ha posto l’adesione del PD alla famiglia socialista europea (che di socialista conserva solo il nome, ma di fatto sono dei semplici partiti democratici collocati politicamente a sinistra).

  • Di paolo (---.---.---.238) 24 gennaio 2014 19:27

    Nel tuo articolo parli di un Renzi del "fare " negli stessi termini di uno che ha già fatto . Ma fatto cosa ? Chiacchere si e tante ma di quali fatti stiamo parlando ?

    Estrapolo dal tuo articolo le virtù che riconosci a Renzi : la coerenza e la credibilità che derivano dal comunicare e dal decidere . Vediamole :

    Renzi  (sua dichiarazione d’intenti ) " Non sono innamorato di una legge elettorale, ma di alcuni concetti :il primo (?!!)è che bisogna scegliere il proprio candidato leader ma anche il proprio parlamentare " ?!!

    Renzi bis : proposta di riforma elettorale senza le preferenze ovvero squallida replica di un parlamento di nominati ,ovvero liste bloccate con nominati da parte di condannati in via definitiva o in primo grado.
    Giustificazione : Ho dovuto trovare un compromesso con Berlusconi (pregiudicato per reati contro le istituzioni) perché altrimenti non si faceva nulla . Con chi dovevo parlare con Dudù ?
    A prescindere che almeno sul piano etico era meglio se parlava proprio con Dudù , è questa la coerenza di Renzi ? Dalla quale poi dovrebbe discendere la sua credibilità ? Ha provato Renzino a pensare che forse era meglio una buona legge elettorale approvata da una maggioranza ristretta anzichè una pessima approvata mettendo insieme cani e porci ?
    E’ questo il "fare " ? !! .
    Se è questo è il "fare " allora Silvio lo surclassa per classe , per quantità e per effetti speciali (finto vulcano compreso ) .
    Quindi teniamoci Silvio .

  • Di (---.---.---.120) 25 gennaio 2014 12:46

    (Gottardo)

    Che le pure ideologie di sinistra e destra siano in parte superate in Italia lo dimostra il lessico partitico comune - basta vedere come i politici professionisti fanno attenzione a dire "centro-sinistra" e "centro-destra". Non che i concetti di sinistra e destra siano spariti, ma ci sono sempre più temi che non è possibile inquadrare nella logica di destra e sinistra.

    Per quanto riguarda l’articolo, lo trovo penoso, ancora meno credibile di Renzi e, come Renzi, pieno di affermazioni non supportate da qualche dimostrazione. Tutta questa ammirazione dovrebbe attendere un po’ prima di essere esternata in modo acritico.

    Saluti,

    Gottardo

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