• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Regionali siciliane: Musumeci chiama Miccichè

Regionali siciliane: Musumeci chiama Miccichè

Il candidato Nello Musumeci (nella foto) tende una mano a Miccichè, al quale chiede l’appoggio per ricostituire un centro destra di livello, in Sicilia. Adduce motivi e ragioni per nascondere la paura di una sconfitta che appare tutt’altro che improbabile… Storicamente è una roccaforte del centro destra, ma le prossime Regionali rischiano di stravolgere un panorama politico ben consolidato, come quello siciliano.

Il PdL, nell’occhio del ciclone per lo scandalo Fiorito nel Lazio, fronteggia in Sicilia il rischio dell’ennesima sconfitta elettorale, dopo il tracollo delle amministrative di maggio, lo tsunami che ha spazzato via anni di malgoverno.

Anche nell’isola più bella del Mediterraneo, il partito di Berlusconi non se la passa bene: la logica clientelare che ancora anima buona parte dei siciliani non permetterà forse l’esplosione del M5S, ma è comunque prevedibile un netto ridimensionamento delle forze politiche storicamente radicate nel territorio.

Si prova a limitare i danni: Musumeci non ostenta la sicurezza che i sondaggi e la macchina elettorale sembrano sottintendere, e teme l’avversario.

Tendere la mano a Miccichè, invocando i trascorsi politici del leader di Grande Sud, significa essenzialmente sapere di non essere così vincenti come si vorrebbe far credere, né che le influenze di Lombardo siano ormai ridotte nella quantità e nel potere di ingerenza.

Musumeci ha paura del candidato Miccichè: cosa avrà potuto offrire, l’ex presidente della provincia di Catania, ad uno dei tanti berlusconiani che diedero vita a quell’oscenità politica che era Forza Italia?

Ovviamente questa visione è contestabile da chiunque sia vicino all’ex missino ma, secondo il segretario regionale Pippo Fallica (GS), Musumeci manca di progettualità politica, qualità che ovviamente non difetta al candidato Miccichè.

Le paure del centrodestra costringono peraltro ad accettare oscuri compagni di letto, tra i quali Scilipoti (!!!) e Cateno De Luca (Rivoluzione Siciliana, la lista di Sgarbi). L’accettare un appoggio da parte di Scilipoti (uno che oggi c’è, e domani chissà?) indica non tanto una trasversalità indicata come pregio per il candidato, quanto la consapevolezza che servono i voti, bisogna coalizzarsi. Difficilmente la lista del PdL supererà il 20% delle preferenze, nonostante l’ascendente che il candidato presidente può vantare.

Intanto sembra proprio che le perplessità avanzate da alcuni stiano trovando riscontro nell’oscuro gioco di alleanze cui il PdL sta prestandosi.

Come andrà a finire? Probabilmente, alla fine, anche una parte di Futuro e Libertà volterà le spalle a Miccichè, inviso a buona parte della base militante. Già il deputato Currenti, ex fedelissimo del coordinatore FLI Briguglio, ha abbandonato il movimento di Fini per schierarsi con il Pdl, scelta adottata altresì da un ex lombardiano di ferro, Paolo Ruggirello. La motivazione addotta è poco credibile: secondo qualcuno, Lombardo starebbe favorendo Crocetta.

Verità o abile mossa elettorale? Chi vivrà voterà…

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares