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Referendum 2009 il 21 giugno? "Oppure no!"

Il referendum elettorale previsto per il 2009, gia rinviato l’anno scorso a causa della caduta del governo Prodi, o si farà il 21 giugno in corrispondenza del turno dei ballottaggi per l’elezione delle rappresentanze politiche locali, oppure potrebbe essere trovato un accordo bipartisan con il Pd per farlo slittare ancora di un altro anno.

Le dichiarazioni rilasciate qualche giorno addietro dal ministro leghista Calderoli alla "Stampa" di Torino hanno sortito l’effetto sperato.

Le minacce del "Partito del Nord" di far cadere il governo Berlusconi nel caso in cui il Premier avesse accettato le proposte di altri partiti ad accorpare il referendum con il turno elettorale per eleggere il Parlamento Europeo il 6 e 7 giugno, hanno portato a delle conclusioni che esulano, a nostro avviso, dalla realtà.

Addirittura il premier Berlusconi ha fatto capire, dalle sue dichiarazioni alla stampa, che deve consultare Bossi prima di prendere la decisione definitiva che impegnerebbe tutto il Pdl, compreso l’ex An e Fini in particolare.

Cosa comprensibile dal punto di vista strettamente politico, in quanto la Lega fa parte di una coalizione di partiti che si traduce nella maggioranza parlamentare.

Ma la cosa che veramente impressiona è l’apertura del Presidente del Consiglio al partito di Franceschini circa la possibilità di rinviare la tornata referendaria al 2010.

La spiegazione ce la fornisce il ministro della difesa La Russa, al termine dell’incontro a Palazzo Grazioli: << La decisione è stata presa anche in considerazione delle parole di Massimo D’Alema, il quale ha dichiarato di essere disponibile ad un rinvio>>.

In effetti D’Alema ha dichiarato quanto dice il ministro della difesa, ma chissà se ne era a conoscenza anche il segretario del Pd, Franceschini, ovvero se quella esposta è la posizione di tutto il Partito Democratico.

Comunque vada a finire questo orrendo teatrino, l’ultimo dei pensieri della classe dirigente di questo "maledetto" Paese è di rispettare la volontà popolare, oppure di preoccuparsi di ciò che pensano i cittadini.

La Lega viene accusata di causare uno spreco di circa 500 milioni di euro, dovuto alla riorganizzazione di un evento elettorale, il referendum, che si sarebbe potuto svolgere nella stessa data delle Europee; ma in realtà questo referendum non lo vuole nessuno, e tutti lo temono.


Personalmente io penso che non si può attribuire il "premio di maggioranza" al partito che ottiene il maggior numero di voti, proprio in quanto un partito che ottiene il 30 o il 35 per cento finirebbe col ritrovarsi con il 51% in Parlamento.

Cosa a mio avviso molto pericolosa: <<la vittoria del "Si" porterebbe a due soli partiti, uno di governo e l’altro di opposizione. Verrebbe meno quella rappresentanza multiforme del "Paese Italia" che gia manca a questo Parlamento, e di cui non si può non sentirne la mancanza.

Il rischio dittatoriale sarebbe elevato, considerando che l’attuale premier ha gia un enorme potere, avendo un impero economico e finanziario costruito tramite i suoi media.

Penso che Berlusconi sarebbe molto tentato da un’ipotesi del genere; poter decidere in assoluta autonomia e senza mine vaganti, ma non si può ignorare la volontà referendaria.

Non è ammissibile sprecare una tale cifra per far fallire i questi referendari, non dovrebbe essere costituzinalmente accettabile agli occhi di ogni cittadino rinviare una consultazione popolare vagliata ed ammessa dalla stessa Corte Costituzionale.

Spero nella vittoria del "No" affinchè non siano soppresse le voci minoritarie del paese, perchè penso che tutti debbano avere la propria rappresentanza politica, comunque la pensino.

Ma spero nella vittoria del "No"! 

E non nel fallimento della consultazione orchestrata da questo manipolo di politicanti, perchè hanno paura di coloro che li eleggono!>>.

Dopo l’addio di Walter Veltroni il Pd sembra diffidare da quelli che dicono: "da soli si può fare".

Unica voce dissonante rispetto sia all’ipotesi del 21 giugno, sia al rinvio, sembra essere quella del Presidente della Camera, Gianfranco FIni, accentuando le differenze di pensiero rispetto al Capo del Governo.

Alla fine gli unici a pagare per tutti saranno i soliti cittadini, soprattutto quelli che non seguono le decisioni di coloro che hanno delegato a rappresentarli in Parlamento, oppure coloro che non hanno accesso all’informazione in rete, indipendente e multicolore.

Commenti all'articolo

  • Di Anabasi (---.---.---.205) 10 maggio 2009 19:03

    Se voti si sembra che fai un favore a berlusconi; se voti no non si cambia la legge elettorale. 
    Ma vi rendete conto in quale imbarazzante dilemma lasciate, il popolo votante, per questo referendum?
    Ma vi rendete conto che costringete la gente, che non conosce questi intrighi giuridici, a decidere su cose che VOI, che ve la tirate tanto, non siete capaci di sbrogliare?
    Sento dire sempre che la gente capisce e si rende conto, ed è capace di decidere. Falso! Sembra invece che approfittando del fatto che la maggior parte del popolo capisce poco o nulla; ciò che risulterà dalle votazioni aumenterà ancor più la confusione, scaricando sul popolo la responsabilità delle VOSTRE INCAPACITA’.

    Comunque ciò che mi dà molto fastidio è che dei precedenti referendum non è stato tenuto nessun conto. Quindi la volontà popolare a cosa serve se poi viene aggirata o scavalcata? 

  • Di casalinga (---.---.---.204) 9 giugno 2009 14:59

    sono d’accordo di farlo slittare più avanti, per fare, nel frattempo, si spera, più chiarezza nell’informazione

  • Di deciso (---.---.---.135) 9 giugno 2009 18:52

    subito alle urne evidentemente gli italiani dovrebbero informarsi di piu anzi che lamentarsi della crisi e poi farsi un mese di ferie senza preblemi

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