Recitiamo un "DE PROFUNDIS" per il M5S
Mentre Matteo Renzi, novello Lawrence d'Arabia, dipana la sua tela, recitando un copione ormai consolidato che consiste nel mettere in atto l'esatto contrario di quello che assicura, tipo il suo presunto totale disinteresse per le poltrone di governo, si profila un dramma politico i cui effetti si avranno a breve o medio termine, ovvero l'estinzione del M5S.
Il silenzio di Beppe Grillo, dato per desaparecido dai media, è piuttosto eloquente. La sua creatura" moritura est". Fine della storia di un movimento nato per redimere un sistema marcio e corrotto fino alle fondamenta che si avvia alla fine della sua esperienza. Non valgono le scuse della pandemia e il dramma economico e sociale che stiamo vivendo in tutto il mondo, si tratta di eutanasia politica di una classe dirigente stordita. Vediamo come ci si può arrivare.
La crisi di governo innescata da Italia Viva, ovvero da Renzi, non ha nessuna relazione con la presunta incapacità di questa maggioranza di gestire la gravissima situazione in atto. Se si volge lo sguardo a largo spettro l'Italia sta meglio di molti altri paesi che ci vengono decantati come modelli di efficienza, Germania in testa. Errori sono stati fatti indubbiamente perché tutti li stanno facendo e anche molto più gravi di quelli che vengono imputati al governo Conte 2. L'immobilismo denunciato da Italia Viva, nelle parole dei vari Scalfarotto, Faraone o Bellanova, è una autentica balla, servono per depistare gli italiani dai veri obiettivi. Insomma il fringuello di Rignano ha un disegno ben preciso in mente. Un disegno che si articola in due passaggi.
Primo obiettivo, far fuori Conte e mettere il M5S in una situazione potenzialmente esplosiva, facendo emergere le contraddizioni interne tra i "puristi" alla Di Battista, Lezzi o Morra e i "governisti" guidati dai Crimi o Di Maio, piuttosto che Pattuanelli. L'obiettivo si può raggiungere sia con la pretesa nomina di un nuovo premier al posto di Conte, che forzando la crisi per spingerla verso un governo istituzionale. Sullo sfondo ballano cinquecento nomine di boiardi di Stato, la gestione del Recovery Fund ed infine l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Le voci fatte filtrare sui media di presunte richieste da parte di I.V. di dimissioni del ministro della Giustizia Bonafede, da sostituire con Maria Elena Boschi, e del ministro dell'Istruzione Azzolina, possono essere messe in giro ad arte per creare scompiglio ma anche no. Sicuramente la compaggine del 2% di elettori potenziali, quale è accreditata Italia Viva, punta ad ottenere un peso decisionale ben diverso da quello che aveva con Bellanova, Bonetti e Scalfarotto.
Secondo obiettivo, Matteo Renzi vuole riprendersi il PD e per farlo deve segare Zingaretti. Il "Zinga stai sereno " è già partito, adesso si tratta di aspettare solo che il segretario del PD si intestardisca nella difesa ad oltranza del Conte ter ed il gioco è fatto. E' evidente che questo comportamento di Renzi non è soltanto conseguenza del suo ego ipertrofico ma si fonda sulla complicità di buona parte del PD, dove i vari Marcucci e Del Rio sono in pratica sue creature. Quindi il nostro punta a riappropriarsi di buona parte del PD per completare il suo progetto di centrismo democratico cristiano che da sempre guida le sue ambizioni. Rifare la vecchia DC (Democrazia Cristiana), andare ad un ricongiungimento con i vari centristi, tipo UDC, Bonino ed ex socialisti, per poi puntare alla fusione con Forza Italia con il beneplacito di Silvio Berlusconi. A quel punto Matteo Renzi diventa padrone di qualsiasi ipotesi di governo, con aperture sia a destra che a sinistra, a seconda delle circostanze.
Questi sono gli obiettivi di Renzi. Zingaretti non ha né la forza politica né i numeri per contrastare questo individuo in preda ai peggiori istinti, che lo rendono assolutamente impermeabile ai bisogni degli italiani. Come disse Bersani, un pò in ritardo per la verità, " Il programma di Renzi è Renzi. Punto" .
L'unico soggetto politico che ha la forza nei numeri, ma forse meno da un punto di vista della determinazione, che può mandare a puttana il progetto di Renzi è il M5S. E, qualora si confermassero le spinte che ho sopra citato, l'unica strada sarebbe quella di togliergli il pallino di mano, facendo naufragare qualsiasi ipotesi diversa dalle Elezioni.
Già perché se il M5S dovesse abbozzare nel nome della governabilità, ingoiando i rospi che il fiorentino gli rifila, credo che può anche mettere una pietra tombale sul proprio simbolo elettorale.
Sfido a trovare solo uno che li rivota. Io no.
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