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Questione morale: la sinistra si confronta con il suo presente

La Questione Morale viene vista dagli occhi del potenziale elettore di sinistra, di fronte all’impareggiabile senso di disgusto e sconforto che il malcostume di alcuni amministratori locali del PD stanno rendendo sempre più comuni nella società civile.

Cari lettori di sinistra

mi rivolgo in particolare a voi: come vi sentite? Dove si trova il vostro morale in questi giorni? Il mio si trova tra la suola delle scarpe ed il cemento che ricopre la mia città. Già, si trova molto ma molto in basso. Perchè? Per coloro i quali sono appena giunti da Alpha Centauri, vi avverto che in questo periodo siamo di fronte ad uno smottamento tellurico del decimo grado della scala Richter. La sinistra italiana, o meglio, ciò che il Partito Democratico ha attirato entro le sue ali protettrici da quando l’Unione fu disciolta, è in preda ad un incubo: questo incubo si chiama "Questione Morale". Per i più grandicelli, questo termine fa subito ritornare alla memoria la famosa presa di posizione di Enrico Berlinguer il quale volle proporre un metro chiaro di selezione politica entro il suo partito prima di tutto, per poi estenderlo a tutta la società civile. Oggi la questione morale risulta essere non solo più una questione interna all’UDC, a Forza Italia, ma includendo anche il PD. Dopo la fase tragicomica di Tangentopoli i più ingenui pensavano che la magistratura italiana avesse dato un colpo di grazia ai furbacchioni dei dirigenti politici collusi con la finanza italiana e non solo. Si sbagliarono di grosso. I recenti fatti di cronaca stanno dimostrando come è l’intera struttura partitica di governo italiana che viene minata alle sue fondamenta: gli amministratori locali, in particolare iscritti al PD, vengono indagati per ogni genere di concussione, con l’automatica disillusione dei loro elettori onesti, coloro i quali ogni tornata decidono di recarsi ai seggi ed apporre una croce sul simbolo del proprio partito (quando va bene, sul nome del proprio candidato).

Le elezioni in Abruzzo, causate da una valanga di indagini che hanno avvolto la giunta regionale presieduta dal Sig.re Del Turco (PD), hanno mostrato un dato impressionante, ovvero l’elevatissima astensione al voto da parte degli abruzzesi. La questione morale, una volta il cavallo di battaglia della sinistra contro il prepotente incalzare del partito di plastica di Silvio Berlusconi, sta diventando un boomerang contro non tanto la classe dirigente piddina, quanto contro i suoi elettori, ormai incapaci di attaccare gli elettori berlusconiani. Si è giunti ad un paradosso: Berlusconi, figura per antonomasia dell’indagato per ogni genere di scellerato crimine, accusa il PD di essere non più portatore di etica politica. Questo lo si può leggere in almeno un modo: Berlusconi sta affermando sibillinamente che pur essendo lui quello che è, il fatto che il PD abbia al suo interno un cospicuo lerciume, lo pone al sicuro da attacchi politici contro il suo modo di intendere la dicotomia politica-giustizia.

Se una volta attaccare Berlusconi sul piano della legalità era cosa facile e naturale, oggigiorno non è più così facile, poichè l’elettore medio di destra avanzerebbe subito la critica "non potete più permettervi di accusare alcunchè, siete tanto corrotti come gli altri, quindi tacete ed aiutateci a riordinare la Giustizia Italiana affinchè possiamo continuare a farci i cavolacci nostri senza che nessuno ci metta i bastoni tra le ruote". Questo è il messaggio che emerge dopo gli avvicinamenti di Violante a Fini sul tema di una Giustizia concordata. Ma come, dico io, permettiamo ai dirigenti nazionali dei partiti corrotti ed indagati, di venirci a dire a noi, cittadini onesti come dobbiamo essere trattati dai magistrati? Con quale facciatosta potrebbero questi signori mettere mano nella Legge Italiana, la stessa che li sta accusando di qualunque reato possibile ed immaginabile? E come se concedessimo ai ladri di riscrivrere il codice penale che condanna i ladri stessi. Capirebbe anche un deficiente che non è cosa da farsi. Non vi è logica alcuna in questo atteggiamento. Il nostro Presidente della Repubblica sostiene che i magistrati dovrebbero imparare a non comportarsi da personaggi di primo piano ma compiere il loro lavoro. E’ esattamente quello che stanno facendo, pollo che non sei altro: il caso De Magistris è paradigmatico della situazione. Questo signore ha tutte le ragioni del mondo e come premio il CSM e la politica corrotta non fanno altro che togliergli le doverose competenze, accusando lui di essere un primo attore e volersi mettere in bella mostra.

Stiamo assistendo ad uno spettacolo pantomimico, ridicolo, volgare ed ai limiti del teatro dell’assurdo: in questo paese sono i corrotti che intimano agli onesti come comportarsi. E questi ultimi, non avendo potere politico, non hanno mezzi efficaci per ribattere, se non astenendosi dalle votazioni politiche. Il problema è che i politici vengono comunque eletti e perciò pur mantenendo la propria coscienza pulita si ritrovano questi astensionisti a venir governati da quelle persone che non avrebbero voluto vedere lì presenti. Questo è uno dei grossi paradossi della democrazia rappresentativa: anche non volendo bisogna accettare il verdetto elettorale.

Questi corrotti politici, che per anni abbiamo votato, hanno permesso di toglierci la legittima scure nei confronti di Belrusconi e di tutta quella classe politica democristiana-socialista (includo qui anche i comunisti, se possiamo definire quegli sgorbi politici talia) passata a destra e resasi protagonista dei casi di corruzione diffusa in tutta Italia: ora, noi elettori di sinistra stiamo sulla stessa barca dell’UDC, di Forza Italia, ovvero quei partiti che negli anni passati vedevano i prorpri dirigenti maggiormente indagati dalla magistratura per illeciti. Per colpa dei nostri dirigenti nazionali e locali non potremmo più andare da un elettore di Marcello Dell’Utri o Totò Cuffaro incolpandoli di votare per degli accusati di infami reati: questi ci controaccuseranno, giustamente, di non avere più alcuna autorevolezza etico-morale per incolpare gli altri di qualcosa che i nostri stessi rappresentanti commettono su larga scala.

Che fare dunque per liberarsi di questo fardello atroce che incombe sulle nostre teste? La reazione più istintiva sarebbe quella di mandarli tutti in malora e non votare più. Come però affermavo prima ciò non risolverebbe la situazione, poichè il nostro sistema riesce ad autosostenersi anche con il X% di elettori attivi (dove X è piccolo-grande a piacere). Quindi l’astensione è solo una reazione disorganizzata e poco concludente o efficace per eliminare il tarlo dell’illegalità che dilania la sinsitra italiana.

Un’azione valida sarebbe quella di iscriversi al PD e da dentro tentare di risolvere il problema, ma non tutti hanno voglia nè tempo: abbiamo tutti quanti noi una nostra vita e se abbiamo scelto di lavorare come impiegati, ingegneri, maestri o operari piuttosto che politici ci sarà pur un motivo. No, anche questa alternativa non è fattibile su larga scala.

Bisognerebbe, secondo me, mostrare il nostro corale dissenso, organizzando una manifestazione nazionale di protesta civile, che parta dal basso e coinvolga tutti gli elettori di sinistra schifati dallo status quo che regna sovrano nei propri partiti (uno in particolare!). Sarebbe un modo chiaro, organico, non partitico di evidenziare ai corrotti politici che or ora siedono nelle giunte locali o in Parlamento Italiano o Europeo che ne abbiamo piene le tasche di loro e che è giunto il momento che il loro predominio finisca, oppure saran dolori.

Durante Tangentopoli il popolo italiano non seppe organizzarsi per protestare, ma andò alla rinfusa a gettare monetine all’Hotel Raphael contro Bettino Craxi: oggi, nel 2008, dobbiamo allearci, unirci e fonderci come un singolo blocco megalitico per screditare agli occhi del mondo intero che ci osserva la gerarchia dirigenziale instauratasi negli anni. Questa è la Questione Morale: la società civile riprende l’egemonia Gramsciana nelle proprie mani, la focalizza contro il nemico comune e lo abbatte.

Non possiamo permettere che i corrotti riscrivano e stuprino la Costituzione e la Legge Italiana per affossare i processi passati, presenti e futuri che li hanno visti, li vedono e li vedranno coinvolti. Questo, da parte loro, deve echeggiare come l’ultimo canto della Fenice prima di collassare entro le proprie ceneri vomitevoli e nauseabonde.

Riprendiamoci in mano la Legalità una volta per tutte.

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