• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Quella copertina del Time e la rivoluzione globale

Quella copertina del Time e la rivoluzione globale

Nel mese di dicembre del 2009 (sono passati due anni ma il tempo non basta mai a lenire le ferite) la rivista Rolling Stone, nella sua versione autoctona, esce con la foto di Berluska, indicato all’unanimità dalla redazione come la Rockstar dell’anno.

Carlo Antonelli, ex direttore di radio Babboleo prima del passaggio a Fininvest, è soltanto complice dell’idiozia dell’anno 2009, venduta come provocazione nei mercati della cultura giovanile e per non farsi mancare proprio nulla di insensato. Antonelli rilegge la storia del rock tra masturbazioni mentali e indecifrabili demenzialità:

”Ciò che conta, per noi, dovendo ogni dicembre eleggere una rockstar dell'anno, è che quest'anno la votazione sia avvenuta all'unanimità, per evidenti meriti dovuti a uno stile di vita per il quale la definizione di rock&roll va persino stretta. I Rod Stewart, i Brian Jones, i Keith Richards dei tempi d'oro sono pivellini in confronto. La 'Neverland' di Michael Jackson è una mansardina in confronto a Villa Certosa, e via così. Siamo ben fuori dal dispensare giudizi da destra o da sinistra. Siamo solo osservatori che constatano ciò che è avvenuto e avviene ogni giorno. I comportamenti quotidiani di Silvio, la sua furia vitale, il suo stile di vita inimitabile, gli hanno regalato, specie quest'anno, un'incredibile popolarità internazionale".

La crisi del giornalismo musicale, spacciato come indagine della cultura adolescenziale aveva toccato il fondo e Carlo Antonelli, che ho il piacere di non conoscere, firmava il “The End”, dopo aver spopolato con Sugar, tra le voci di corridoio di Paolo Vallesi, degli Aeroplani Italiani e di Gerardina Trovato.

Ora, due anni dopo quella fatidica topika che nuoce gravemente al suo profilo personale su Linkedin, ecco apparire la copertina del Time dedicata al “rivoluzionario globale”. Dalla primavera araba contro le dittature, al movimento di protesta di Zuccotti Park contro le diseguaglianze sociali ed economiche, contro la corruzione e l’arroganza della finanza e delle multinazionali.

Rivoluzionari come le star del rock, ribelli del rock n' roll come Jim Morrison, Janis Joplin, Jimi Hendrix, nessuna faccia di plastica tra i sepolti vivi, uomini e donne attraversati dalla rabbia come quella del venditore di frutta che si è bruciato vivo in una sperduta città della Tunisia e che ha scatenato la rivolta contro le dittature del nord Afrika. Egitto, Libia e poi Siria, Yemen, Bahrain e la Russia di Putin, un’altra rock star per la prossima copertina di Wired.

Piazze, teatri, università, palcoscenici occupati da tre miliardi di giovani donne e uomini pronti a morire per la pace e per la libertà, altro che qualche vecchio puttaniere in decomposizione al controllo di false democrazie ingessate per bloccare qualsiasi voglia di cambiamento.

I sociologi ben informati affermano che il comunismo sa distribuire la ricchezza ma non la sa produrre, il capitalismo sa produrre la ricchezza ma non la sa distribuire, bene, è semplice occorre un altro modello e altre rock star disponibili al sacrificio, il 2012 sarà l’anno della rinascita e della rivoluzione culturale? Oppure sarà l’anno della rifondazione della disuguaglianza sociale, dove una minima percentuale di ricchi detiene la stragrande maggioranza della ricchezza mondiale, e l’avidità genera il trionfo della corruzione e la sua plausibilità.

Chissà se qualche predecessore di Antonelli ha dedicato la copertina di Rolling Stone a Nelson Mandela, Martin L. King o Mohandas Karamchard Gandhi, chissà se al suo successore è mai venuta la voglia o il prurito di dedicare la copertina del prossimo numero ad una faccia da black bloc offesa dalla militarizzazione di Bloomberg o deturpata dai servi del truce Alemanno.

Per carità scherzavo, non prendetemi sul serio, è stata soltanto una provocazione, la prima del 2012, ma prometto che non sarà l’ultima.

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares