Italiani, siete pronti a salvare il mondo?
Dopo il lungo, lento e serioso discorso di fine d’anno del Presidente del Consiglio, dove tra sbadigli e vecchi merletti, si è sancito il criterio del “vorrei ma non posso, ma un giorno potrò, forse”, con domande e risposte alla camomilla e poco altro, qualcosa si è mosso laggiù verso l’orizzonte.
Salvare il mondo? Il prof. Monti presume che dopo la manovra il paese ha recuperato la credibilità perduta tra le stanze di Arcore ed i letti di Putin e quindi possiamo negoziare con i partner, emergendo dal protettorato tedesco, lanciando lo slogan nazionale “più crescita e….. non solo rigore”.
Quindi, con il nuovo anno, liberalizzazioni a gogò senza rendere “martiri della libertà” taxisti e farmacisti, ma allargandoci alle concessioni autostradali, trasporto pubblico, servizi pubblici locali, assicurazioni, banche, avvocati, notai, giornalisti etc. E dopo un Natale di Merkel con le pezze al sedere, come canta Crozza, comincia un anno di riforme, crescita, austerità, rinunce e recessione. Cos’è che ci sfugge, cosa non abbiamo capito?
Forse avevamo tanta voglia di “lui”, di discorsi seriosi, come eravamo affogati nella palude del bunga bunga, delle barzellette cretine ideate per le risate di circostanza, ingessati dall’immobilità “tremontiana” e consapevoli di essere affidati ad impertinenti leader d’incompetenza, faccendieri inaffidabili e ciarlatani della politica con licenza a delinquere soprattutto nei confronti del patrimonio pubblico.
Il discorso lungo, lento e serioso ha in sé una mission dottorale quanto eroica: ”l’Italia si salva, salva l’Europa e di conseguenza salva il mondo”, lo scrivono i giornali internazionali, lo racconta lusingato il Premier. Niente male per un popolo che soltanto pochi mesi fa veniva additato dal resto del pianeta sapiens come una corte dei miracoli o un’armata Brancaleone in totale disfacimento civico e sociale sull’orlo del baratro e che ancora oggi, nonostante tutto, impone l’arroganza degli assessori regionali siciliani che si aumentano l’indennità sommando a stipendi da 14.200 euro, attualmente percepiti, altri 4000 euro, oppure alle spese folli degli irriducibili assessori “magna-magna” campani o ai vitalizi dei consiglieri in carica della regione Lazio dove con un colpo di mano degno della più perfida delle governatrici, la signora Polverini ha perfino ampliato la platea dei beneficiari “vitaliziosi”, includendo anche gli assessori tecnici o presunti tali.
E permettetemi di chiudere questo commento al discorso lungo, lento e serioso del Presidente del Consiglio con una citazione nei confronti del più parossistico bluff della storia politica nazionale: la lega di Calderoli “Mister Miseria di idee e di fatto” e di quel genio del Trota, l’estratto concentrato della meritocrazia personalizzata. Due generazioni che sanno di letamaio politico e che oggi rappresentano il peggio dell’Italia che un giorno salverà il mondo.
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