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Quell’idiota di Licio Gelli...

In questi giorni, spinto dalla curiosità, ho ascoltato con dovizia le varie interviste fatte ultimamente al "signor" Licio Gelli. Basta digitare il suo nome su Youtube e ne compaiono a centinaia. Ormai lo hanno riabilitato.

Lo ammetto, sono rimasto un pochino deluso, pensavo che avrei ascoltato una persona, certamente criminale, ma dotato di cultura. E invece mi son ritrovato ad ascoltare un anziano signore come quelli che incontri nei bar, i quali fanno discorsi rozzi ed estremamente razzisti. Oppure quei discorsi che li senti udire da quei ragazzini viziati che esibiscono le tessere di Forza Nuova come un trofeo. Non sapendo nemmeno di cosa stiano parlando.

Quante volte vi siete ritrovati di fronte a questa gente priva di qualsiasi cultura democratica, senza aver letto nulla nella vita. E quante volte vi è venuta voglia di sparargli un paio di revolverate di Lev Tolstoj, Vladimir Majakovski, Rimbaud? Sbattergli in faccia Dante Alighieri, Boccaccio, Tommaso Campanella, i viaggi di Keroach, oppure la grande umanità di Jack London? E se cercano di riempirvi di botte li impallinereste con Marx, Che Guevara, Spinoza, li illuminereste con Kant, Rousseau, Cesare Beccaria, Benjamin Franklin. E se non basta li assalireste fino allo sfinimento con Sciascia, Gramsci, Pasolini, Italo Calvino, Enrich Fromm e tanti altri?

Ecco, il tanto decantato e “grande Vecchio” Gelli è semplicemente un fascista non pentito il quale dichiara che i gay sotto il fascismo non esistevano, e che trova squallido che Luxuria sia stata in Parlamento. Dice che gli immigrati che vengono qua dovrebbero essere messi nei campi di concentramento, che addirittura in America è inammissibile che abbia vinto un nero, perché i neri si potrebbero vendicare perseguendo i bianchi. Ma cosa diavolo dice questo Gelli? Nemmeno i bambini di quattro anni fanno discorsi così. Oppure dice che le donne sono adatte a stare in casa e non è un bene che facciano politica.

Le danno fastidio le donne, vero “signor “ Gelli? Alla fine è stato assolto dalla giustizia, ora è pulito, ma sa benissimo che c’è stata una Commissione Parlamentare senza precedenti presieduta dalla grande Tina Anselmi. Le brucia che una donna, in più partigiana che ha contribuito a solo 17 anni a sconfiggere il suo amato fascismo, grazie ad una commissione ha fatto uscir fuori tutto lo schifo di cui faceva parte?

Lei, “signor” Gelli parla molto bene del fascismo, elogia il fatto che tutti erano tranquilli, non c’era prostituzione per le strade, gli operai, chissà perchè, producevano senza creare problemi.Tutto tranquillo vero? Nel solo biennio 1920-21 quattromila uomini, donne, vecchi e bambini vennero assassinati nelle vie e nelle piazze d’Italia per mano delle vili squadre fasciste nella vigile indifferenza, e con l’appoggio dei prefetti e delle autorità di pubblica sicurezza. E il resto del ventennio era costellato da lunghe scie di sangue: quarantamila bastonati, storpiati, feriti; ventimila esiliati; diecimila confinati…

E lei elogia tutto questo? Non mi sorprende, d’altronde lei, dopo che è caduto il fascismo, e dopo che si è salvato camuffandosi vilmente da partigiano, ha contribuito alla strategia della tensione. Appena il tempo di piangere i caduti della guerra e via di nuovo fino ai nostri tempi: una lunga catena di stragi. Da Portella della Ginestra, passando da Piazza Fontana, l’Italicus, fino alle stragi di Falcone e Borsellino.

A proposito di Borsellino, lei ha avuto perfino il coraggio di dire che la mafia sotto il fascismo non c’era! Vorrei essere io l’intervistatore, quante gliene avrei dette “venerabile”! Nomina il prefetto Mori che sotto il fascismo ha “sconfitto” la mafia? Bè, non è andata esattamente così.

A lui venne data carta bianca per disfarsi della manovalanza della mafia militare della cui opera non c’era più bisogno. La mafia, come ben sa, è fatta di vari livelli. Diciamo che il livello basso, la manovalanza, fu eliminata da Mori con dovizia. Ma quando Mori, chiusa la partita con la mafia militare, inizia a indagare sul livello politico che coinvolge i colletti bianchi immediatamente riceve la comunicazione di essere stato licenziato in tronco dal servizio. Tra le carte di Mori è stato rinvenuto un ritaglio della “Nazione” di Firenze del 26 Giugno 1929 che riportava: “Il capo del governo elogia l’opera di Mori”. Attorno a quell’articolo disegnò una ghirlanda di fiori scrivendogli sotto:”Qui riposa in pace”.

E perché non dice di quanti contatti con la mafia lei ha avuto dopo il fascismo? La loggia iside che cosa era? E la ’ndrangheta che faceva comunella con l’eversione nera e in principal modo con il tuo amico Borghese?

Per nulla caro Gelli, lei è un uomo che mi ha deluso. Almeno c’è Andreotti che ha una cultura superiore a lei. Ma forse lei è consapevole visto che Andreotti, come dichiarò la moglie di Calvi, è il vero capo della P2. E con questo si capisce tutto, lei è uno squallido burattino come tutti gli altri, amico dei dittatori sanguinari, ha istruito personalmente i vari metodi per torturare le persone. D’altronde lei già a 16 anni è stato addestrato dai Franchisti, vero?

E intanto scrivi poesie, parli d’amore, di pace, di libertà, scrivi frasi quasi commoventi. Gelli, perdonami che non dirò una frase originale, ormai inflazionata: ma va a quel paese!



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