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 Home page > Tribuna Libera > Quantitative Easing for the people

Quantitative Easing for the people

Verso una più equa distribuzione del reddito.

Non è stato dato molto risalto, almeno qui in Italia, ad una proposta molto interessante che prende spunto dai Quantitative Easing promulgati negli ultimi anni dal presidente della Bce, Mario Draghi. L’enorme flusso di denaro che la Banca Centrale Europea ha iniettato nel circuito finanziario è servito, almeno negli anni scorsi, ad incrementare i prezzi di obbligazioni ed azioni, incrementando i profitti di banche e ai possessori di titoli azionari. In pratica il ceto più ricco è diventato ancora più ricco e poco o niente è cambiato per la classe media o povera. Il cosiddetto “effetto sgocciolamento” (Trickle Down in inglese), secondo cui un arricchimento o comunque maggiore beneficio economico delle classi più ricche provoca di conseguenza benessere anche per i ceti più poveri, non ha dato i benefici sperati.

 Visti i risultati non soddisfacenti delle politiche fino ad ora adottate è arrivata una proposta, promulgata da 20 organizzazioni internazionali, chiamata Quantitative Easing for the people che, in sostanza, si propone di distribuire liquidità direttamente ai cittadini europei o ad istituzioni pubbliche in grado di creare infrastrutture che vadano a vantaggio della popolazione.

Vediamo nel dettaglio cosa si propone di fare questo movimento: finanziando investimenti pubblici si possono costruire ad esempio infrastrutture per produrre energia rinnovabile, servizi pubblici in generale e maggiori opportunità di lavoro. Un’altra strada per distribuire i soldi creati attraverso il QE è quella di “dividerli” tra i cittadini dell’Unione Europea che riceverebbero ciascuno, secondo i calcoli dei promotori, circa 175 € al mese. Questa iniezione di liquidità farebbe certamente aumentare la domanda di beni ed avrebbe un impatto molto positivo sulla situazione economica delle imprese del nostro territorio. Le aziende non riceverebbero direttamente denaro, ma aumentando i consumi e quindi acquistando beni o servizi, ne trarrebbero beneficio. La paura della recessione, come conseguenza diretta della deflazione, già presente in Italia, è notevole e questa soluzione sarebbe tanto semplice quanto efficace.

 Anche alcuni giornalisti ed economisti che scrivono presso testate internazionali molto rilevanti, L’Economist e Financial Times, hanno dato parere positivo a questa forma di redistribuzione, pur non nominando mai apertamente il QE for the people, anche se sarebbero più inclini ad una distribuzione del denaro direttamente alle imprese e non ai cittadini.

 In tutti questi anni in cui la parola d’ordine in Europa è stata Austerity, in cui sembrava che qualsiasi proposta che andasse contro le politiche di restrizione fosse sbagliata ed irrealizzabile, provare ad immaginare una soluzione alternativa che allo stesso tempo si proponga di rilanciare i consumi ed innalzare il benessere medio della popolazione, senza andare ad toccare i deficit e debiti pubblici degli Stati ha l’effetto di una ventata d’aria fresca e di speranza.

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