I pericoli della deflazione

Rischi derivanti dalla deflazione e soluzione per combatterla
Abbiamo sentito parlare nei giorni scorsi che in Italia c’è la deflazione. Ma che cos’è la deflazione? E cosa comporta per i cittadini? La definizione classica e corretta di deflazione è una diminuzione dei prezzi al consumo; significa che i prezzi facenti parte del paniere Istat sono calati, in questo caso, dello 0,3% su base annua. Ad un osservatore poco attento potrebbe sembrare un paradosso che una diminuzione dei prezzi sia un evento negativo. Il motivo per il quale la deflazione è considerata una sciagura è perché è derivata da un calo della domanda di beni e servizi che è dovuto al fatto che i consumatori finali, ma anche le aziende, hanno ridotto le spese di acquisto.
Conseguentemente i prezzi dei prodotti finiti invenduti sono destinati a scendere. Questo è normalmente considerato il preludio alla recessione. Che cosa fare per combatterla? La risposta più semplice è di tornare ad acquistare. Nei momenti di crisi economica come suggeriva anche J.M. Keynes, il risparmio, inteso come accumulo di denaro che produce solo ricchezza fine a se stessa, è deleterio poiché non favorisce il crescere della domanda di quei beni e servizi che sono prodotti dalle imprese. Ed è per questo che la BCE, nella persona di Mario Draghi ha annunciato 15 giorni fa un nuovo piano di rifinanziamento (TLTRO) atto a sostenere la liquidità delle banche europee. In pratica gli istituti di credito possono accedere ad un prestito da parte della BCE a tassi che possono variare dallo 0,00% allo -0,4 solo a patto che questi soldi vengano immessi nell’economia reale attraverso prestiti o finanziamenti alle imprese e famiglie (mutui esclusi). Quest’ altra mossa di Draghi, dopo il precedente LTRO di settembre 2014, vuole favorire il circolo di denaro nell’economia reale. Ovviamente tutta questa liquidità potrebbe creare inflazione.
Maggiore massa monetaria in circolo porterà ad una diminuzione del potere d’acquisto della moneta e conseguentemente ad un aumento dei prezzi. Per combattere la deflazione bisogna usare la sua antitesi: l’inflazione. Entrambi i processi sono sicuramente negativi per l’economia, però tra le due l’unica che può portare ad una recessione è la deflazione. La BCE fissa come massimo tasso di inflazione il 2%, un tasso basso che non mette più di tanto a rischio il potere di acquisto. In conclusione Mario Draghi ha fatto la sua mossa, ora starà agli istituti di credito dei paesi dell’eurozona accedere a questi finanziamenti e favorire il circolo di denaro nell’economia reale.
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