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 Home page > Attualità > Politica > Quando la fiaba del Pifferaio è inadeguata

Quando la fiaba del Pifferaio è inadeguata

Nel corso della appena passata campagna elettorale alcuni suoi protagonisti hanno fatto ricorso all’analogia con la fiaba dei fratelli Grimm “Il Pifferaio Magico” per rappresentare i pericoli delle promesse distribuite a piene mani con il solo fine di accaparrarsi il consenso elettorale di cittadini sprovveduti.

Come è noto la fiaba Il pifferaio di Hamelin racconta delle capacità di seduzione di un suonatore ambulante, sia sui ratti che infestavano la città sia sui suoi bambini, capacità utilizzata per poi ucciderli. Nell’analogia al pifferaio incantatore corrispondeva il leader della destra ed alle sue vittime gli elettori disposti a votarlo perché sedotti dalle sue promesse.

Puntualmente una larga parte della popolazione ha votato per il polo di destra ed i mercati finanziari hanno reagito, facendo schizzare alle stelle il costo del denaro per il rinnovo dei titoli del nostro debito pubblico e facendo balenare un immediato futuro di grave crisi economica.

Orbene questa analogia funziona malamente: una larghissima parte dei cittadini, addirittura maggioranza, non si è fatta incantare e suona estremamente ingiusto che essi finiscano nel fiume insieme agli sciocchi che, invece, si sono fatti incantare.

Cerchiamo allora di far funzionare un’altra analogia. Se un Benito Mussolini redivivo proponesse al Paese di andare in armi nelle sconfinate pianure russe senza che i russi ci abbiano fatto alcunché e riuscisse a convincere una larga parte della popolazione della bontà della sua idea, gli altri in disaccordo dovrebbero andare anche loro a morire in Russia per il rispetto del patto sociale? Ognuno la pensi come vuole, ma il vostro cronista si guarderebbe bene dal farlo e metterebbe in atto una decisa ed espressa forma di disobbedienza civile insieme a chiunque la pensasse come lui.

Ecco il nocciolo del problema: quale forma di disobbedienza civile è oggi adeguata in risposta allo spread che sta schizzando alle stelle, minacciando di condannare alla miseria ed all’indigenza i nostri figli ed i nostri nipoti senza responsabilità nostra alcuna ?

Forse una risposta è a portata di mano. Nessuno ci obbliga ad acquistare i prodotti di editoria oggetto delle attività imprenditoriali del leader della destra e non dovrebbe essere vietato dalla legge organizzare un movimento per il loro boicottaggio, a cominciare dalla visione delle sue reti televisive generaliste. Potrebbe essere questo il modo di “rompere” il cerchio magico del Pifferaio.

Commenti all'articolo

  • Di Cesarezac (---.---.---.252) 27 febbraio 2013 23:24
    Cesarezac

    Di boicottaggi a Silvio Berlusconi ne vediamo a bizzeffe, il partito dell’odio non riposa. Avete cercato persino di assassinarlo, gli avete incendiato sei magazzini Standa, il "negozio degli Italiani" che nelle mani di Berlusconi era diventato bellissimo, le toghe rosse glieli anno tenuti chiusi per anni fino a che il Cavleire è stato costretto a disfarsene, ora avete spianato il campo ai concorrenti francesi LECLERC e CARREFOUR che gongolano, avete distrutto tutte le aziende italiane di grandi dimensioni, avete risparmiato solo quelle allineate a sinistra, l’Editoriale L’Espresso Repubblica del plutocrate Eugenio Scalfari primo responsabile della comunistizzazione del nostro Paese, le aziende di De Benedetti, il Sole24Ore, la Ferrari ora nelle mani di Montezemolo ecc. Siamo un Paese occupato da una minoranza violenta,senza scrupoli, che ci ha regalato gli anni di piombo che rema contro il Paese da mezzo secolo. Però, attenzione, nel vostro campo molti stanno cominciando a rendersene conto, è iniziata un emorragia catartica , che sarà sempre più inarrestabile. Avete scritto le più vergognose pagine di storia del nostro Paese.  

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