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Propaganda stile ventennio, La Padania esalta il leader: “Risuona la parola d’ordine”

Temerario e rivoltante articolo de La Padania di oggi: propaganda in stile fascista, esaltazione del capo, parole d’ordine. E foto palesemente photoshoppata.

Propaganda, facile esaltazione, celebrazione del capo. Abbiamo conosciuto la Lega e La Padania ridicole della costruzione storico-mitica dei celti e del dio Po, dell’enfatizzazione della xenofobia, della sottesa e neanche tanto segregazione verticale in termini di credenze, sesso, razza, anche solo ideologia. La fase due, che mi era ancora ignota, prevede la fabbricazione perentoria e smaliziata del capo come leader indefesso e probo, infallibile in ogni sua mossa.

Oddio, che Bossi venisse glorificato è cosa nota, niente di nuovo. Ma i modi sembrano diventati altri, diversi dal “federalismo e basta”. Leggere per credere, e sentirsi nel cinegiornale: Padania di oggi, fotonotizia, Bossi (vedremo) presumibilmente insieme a dei ragazzi, lavori in corso, titolo “Non ci fermiamo mai”.

I fari della macchina sciabolano i boschi e accompagnano lo stradone in mezzo alla montagna fino ad uno slargo illuminato. L’automobile accosta ad una serie di palazzine, scende un gruppo di persone, suonano e scatta l’apertura. Tra quelle persone c’è Umberto Bossi: sale le scale e bussa a una porta ai piani superiori. Dei ragazzi aprono e immediatamente risuona alta la parola d’ordinePadania libera“. Quei ragazzi stanno imbiancando le pareti della nuova sede del Carroccio a Cuveglio, facendo passare il rullo col color verde sulle pareti. Sono sbalorditi, è passata la una di notte. Ma così conoscono per la prima volta il Segretario della Lega. Bossi li saluta, quindi vuol vedere i locali appena intonacati e con i mobili nuovi. Dopo di che al Segretario Federale viene un’idea: «facciamo una foto». Eccola. E poi di nuovo via nella notte. E’ il caso di dire che, mentre gli altri crollano, la Lega Nord non si ferma mai.

E’ il racconto a terrorizzare. Considerati, poi, i movimenti. L’arrivo del leader, il saluto formattato, l’operosità del capo a cui essere debitori. Poi vabè, la foto sembra palesemente un photoshop disaster, e Bossi lì probabilmente non c’è mai neppure andato. Forse quei ragazzi neppure sanno di essere in edicola, oggi. Ma questo è, sa di “gioventù padana” e “racconti dall’eridano”, e fa un po’ schifo. Un po’.
U‘

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