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 Home page > Tribuna Libera > Politica e quel grande bisogno di rottamazione

Politica e quel grande bisogno di rottamazione

Incomplete le intenzioni di Renzi, circa la necessità di quel che bisognerebbe rottamare in politica.

Il centrosinistra dovrebbe rottamare le idee, il centrodestra gli uomini.

In tempi di globalizzazione politica, economica, finanziaria e sociale affidarsi ancora ad idee ottocentesche, che hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza nella risoluzione dei problemi reali e sono dappertutto miseramente fallite, significa votarsi alla sconfitta.

Per uscire dal sottosviluppo, infatti, tutti i paesi comunisti o quelli che si sono ispirati ad una ideologia totalitaria, hanno dovuto adottare un’economia di mercato, pur conservando una conduzione politica di tipo centralistico ed autoritario, per risollevarsi e crescere. L’esempio più eclatante è quello della Cina.

La sinistra italiana non riesce, contrariamente, a liberarsi dalle ambiguità e dai pregiudizi che ancora la caratterizzano e la penalizzano. Voler con ostinazione coniugare idee genuinamente riformiste con i programmi dei sognatori della galassia rosso-verde-arancione porta nel migliore dei casi alla paralisi e poi alla caduta. Si ricordino i due governi Prodi e anche quello di D’Alema.

Il centrodestra, invece, dovrebbe rottamare gli uomini.

Questi signori si son sempre presentati come interpreti delle idee liberali.

Ma Berlusconi, Bossi, Fini, Casini e compagnia bella vi sembrano soggetti liberali?

Ex democristiani, ex socialisti ex fascisti hanno tentato di spacciarci per politica liberale le loro tradizioni mal riverniciate, i loro conflitti d’interesse, l’occupazione di tutti gli spazi della società civile, la corruzione, il clientelismo, l’assistenzialismo.

Più che una destra liberale mi sembra una destra reazionaria, o al massimo una sinistra camuffata da destra.

L’Italia non ha mai avuto una destra liberale, ma una destra nazionalista ed illiberale.

E quei pochi sinceri liberali, che, illusi dalle chiacchiere e dai propositi berlusconiani, accettarono di schierarsi con lui nel ’94, sono stati nel tempo messi da parte o, umiliati e delusi, si son fatti da parte.

La rivoluzione liberale, promessa da tanti ed anche nelle speranze di Monti, è di là da venire.

C’è ancora tanto da rottamare in ogni settore della vita italiana, prima di poter dire di essere approdati a lidi liberali e moderni.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.87) 5 gennaio 2013 18:27

    Pistolotti Bocconiani >

    Monti inorridisce all’idea che venga tolta l’Imu sulla prima casa. Un ammanco di quasi 4 miliardi farebbe saltare i conti. Tant’è che, avverte, dopo un solo anno chi governerà “dovrà rimettere l’Imu doppia”. Doppia, è ovvio, per recuperare anche un anno di arretrati.
    Per converso Monti promette che già con il 2013 saprà ridurre la pressione fiscale di 1 punto percentuale. Come? Non è dato sapere.

    E ancora.
    Da fervente “riformista” Monti punta il dito contro i “conservatori” (a destra e sinistra) di un mondo del lavoro “cristallizzato ed iperprotetto rispetto ad altri paesi”. Quali paesi?
    Non la Germania dove la disoccupazione è al 60% della nostra e dove lo stipendio medio di un operatore dell’industria supera del 180% quello di un italiano. Senza contare che la nostra inflazione è il 50% più alta.
    Non basta aumentare la “flessibilità” per fare produzioni a maggiore valore aggiunto, né per creare più posti di lavoro.

    Spiegazioni “paludate” e “accattivanti” propositi traboccano anche da un Dossier Arroganza

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