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Pinotti e Gentiloni: pronti a combattere

Si parla della Libia, ma la frantumazione del popolo libico in frazioni armate che si combattono tra di loro non comporterebbe mai un reale pericolo per l’Italia, almeno per quanto riguarda una guerra tradizionale, mentre qualche attacco terroristico è sempre possibile in qualunque paese europeo, reso più probabile proprio da questi lungimiranti ministri del nostro governo “made in Toscana”.

Mi piacerebbe tanto conoscere da quale poderosa inchiesta i ministri della Difesa (Pinotti) e quello degli Esteri (Gentiloni) abbiano immaginato questo entusiasmo per il combattimento nelle nostre truppe, che vogliamo ricordare sono dei mercenari strapagati, il cui unico amor patrio è lo stipendio e il cui unico obiettivo è tornare vivi, e vi lascio immaginare quale sia il loro livello di combattività sul terreno di fronte a guerrieri motivati, fanatici, feroci.

Comunque, siccome ho il vizio di proporre qualche soluzione a problemi che sembrano irrisolvibili, visto che la Costituzione più bella del mondo, malgrado affermi che rifiuti la guerra poi consente di farla lo stesso: un articoletto di legge, comprensibile per tutti, per cui i politici che decidono la guerra siano tassativamente obbligati a stare in prima linea, sotto il fuoco e in trincea.

Ho la certezza quasi assoluta che molto presto un virus pacifista si diffonderebbe tra i nostri governanti, pronti a buttare la vita degli altri, in nome della patria, pardon del petrolio, le guerre sarebbero sicuramente abolite e la cosa più comica sarebbe quella di ascoltare le motivazioni, se qualcuno lo chiedesse in Parlamento, per bocciare questa banale regoletta.

Foto: jorge_vitrubio.net/Flickr

 

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