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Pianeta scuola: il pomo della discordia

Settembre, mese di bilanci e di aspettative, specie per quel che riguarda il pianeta scuola. Appuntamento che si presenterà a giorni con il suono della campanella per riportare sui banchi scolastici i ragazzi, pronti ai nastri di partenza, per affrontare un nuovo anno di studio.

I problemi sono quelli di sempre. Crisi profonda che fiacca maggiormente le famiglie grazie ad aumenti che erodono sempre di più il tetto della spesa. Mancano i quattrini; appesa al filo la speranza per giovani scippati del presente, oltre che di un futuro, sempre più nebuloso, insegnanti che mancano, aule diroccate come se ci fosse stato un bombardamento, alunni stipati come polli per assicurarsi un minimo d'istruzione sempre più negato al ceto sociale dei meno abbienti.

Questione di ieri, attuale oggi come non mai. Identica storia da nord a sud, quasi che con la crisi si sia superata la fatidica questione meridionale, per quanto attiene la scuola. Crotone aprirà i cancelli degli istituti scolastici il 16 settembre e a quanto pare i problemi per mancanza di aule stanno per assumere un contorno alquanto grottesco.

Per sopperire alla mancanza di classi il glorioso liceo classico Pitagora aveva dislocato i propri alunni in una scuola elementare, ricadente sotto la giurisdizione comunale. La scuola pomo della discordia si chiama Principe di Piemonte. Per un anno ha sopperito al bisogno di aule evitando i doppi turni che per un'istituto superiore sono alquanto disdicevoli.

E' successo però che la soprintendenza archeologica della Calabria nella persona di Simonetta Bononi, abbia chiesto la restituzione di quelle aule da utilizzare come magazzino per sistemare tutto ciò che riguarda le varie campagne di scavi. A cominciare dalle pietre, a finire a frontoni che per ora conosceranno gli spazi del deposito.

Il Comune di Crotone ha dato parere positivo, se non fosse che la Provincia rivendica momentaneamente quelle classi per la popolazione scolastica. Premesso che la scuola soffre per mancanza di spazi grazie ai tagli che finiscono per investirla sempre in pieno, sembra che la soprintendente ai beni archeoligi della Calabria stia rivestendo il ruolo delle dee escluse da Paride per l'assegnazione del pomo.

Locali da adibire a deposito e capannoni ne esistono infiniti nell'ex area industriale del crotonese, dove gli scatoloni starebbero a meraviglia e, volendo, si potrebbe addirittura azzardare l'assunzione di un guardiano, facendo uscire fuori posti di lavoro, per incidere positivamente, una volta tanto, sull'esangue tessuto crotonese.

A quanto pare in Calabria basta ricoprire un ruolo, appuntarsi sul petto le stellette per dettare legge e non voler sentire ragione. Meno male che le scuole sono un bene pubblico! Ma il pubblico evidentemente è gestito come se si trattasse di un bene proprio da farsi dare con le buone o con le cattive.

 

 

Foto: Medici con l'Africa/Flickr

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