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 Home page > Tribuna Libera > Perché, in fondo, la legge elettorale di Renzi non è poi così male

Perché, in fondo, la legge elettorale di Renzi non è poi così male

Facciamo qualche breve osservazione sulla legge elettorale, ora che ne conosciamo le caratteristiche. In sintesi estrema: teoricamente poteva andare meglio, realisticamente poteva andare molto peggio.

A dispetto dei perenni scontenti, ci sono alcune cose che possono farci vedere come positiva la configurazione della legge elettorale – chiamata “Italicum” – su cui Renzi e Berlusconi hanno trovato un accordo. Andiamo per punti.

  • è una legge proporzionale, con un eventuale premio di maggioranza. Io, personalmente, avrei preferito un maggioritario. Probabilmente pure Renzi, forse meno Berlusconi. Bisogna però ammettere che in un sistema come quello italiano, mai stato veramente bipolare, mettere un maggioritario puro avrebbe penalizzato un eventuale terzo polo, come ad esempio quello del Movimento 5 Stelle. Il proporzionale, checché se ne dica, è stato fatto anche per venire incontro alle legittime richieste di rappresentanza grillina. Il premio di maggioranza si assegna a chi raggiunge almeno il 35% dei consensi, e non può superare il 18%, dando così seguito alle richieste della Consulta (che bocciò il Porcellum anche per l’assegnazione indiscriminata di un premio di maggioranza ai più votati, indistintamente dalla percentuale di vittoria).
  • è una legge proporzionale, con un eventuale doppio turno. L’Italicum spinge in direzione bipolare attraverso l’istituzione di un eventuale doppio turno, che si dovrebbe tenere due settimane dopo le elezioni, nel caso in cui nessuno raggiunga il 35% dei voti. È una buona cosa, poiché rende legittimo il premio di maggioranza ottenibile al secondo turno da chi vince il ballottaggio (a cui viene assegnato il 53%), e ridistribuisce in maniera proporzionale i voti del primo turno tra i partiti che hanno superato le soglie di sbarramento. Consente quindi governabilità e rappresentanza.
  • le soglie di sbarramento servono per evitare la balcanizzazione del Parlamento, che in passato ha reso ingovernabile il paese, a causa di micro-partiti con potere di ricatto sulla maggioranza. Le soglie sono fissate al 5 per cento per i partiti coalizzati, l’8 per cento per i partiti non coalizzati, il 12 per cento per le coalizioni. C’è chi si lamenta che siano soglie troppo basse, c’è chi si lamenta che siano soglie troppo alte. Ciò mi fa credere che in fondo vadano bene. Nella legge saranno inserite delle norme per evitare i trucchetti delle liste civetta. Che è un bene.
  • Liste bloccate corte. Anche qui, checché se ne dica, le liste bloccate corte sono state indicate dalla Consulta come costituzionali, tanto che sono usate in molte democrazie del mondo. Inoltre, sfatiamo un mito: le preferenze in Italia hanno prodotto dal 1946 al 1993 un sacco di danni, di clientelismo e di malaffare, tanto che si abrogarono attraverso un referendum con il 90% dei voti contrari alle preferenze. C’era qualcuno a favore: Craxi, che invitò – è da lì che nasce l’espressione – i cittadini ad “andare al mare” invece che recarsi alle urne. Si consideri ad ogni modo che per i grandi partiti di solito solo il 20% dei votanti opta per “scegliere” una preferenza. Le liste bloccate corte sono controllabili (nel Porcellum le liste erano lunghissime e un candidato poteva correre in ogni lista, motivo per cui sono state definite incostituzionali), e se ciò non bastasse, attraverso le primarie parlamentari che Renzi ha promesso di fare, i cittadini più motivati potranno scegliere chi mettere nei listini bloccati. Due piccioni con una fava.

Queste le cose principali. Non è la legge perfetta secondo me, ma ci sono ovvie contingenze che hanno reso questo traguardo tutto sommato apprezzabile.

Come prima cosa: finalmente stiamo parlando di una proposta nel concreto, che se tutto va bene a maggio verrà votata e approvata.

Seconda cosa: è una legge che permetterà in futuro attraverso piccole modifiche un riassetto istituzionale che va nella direzione inizialmente preferita da Renzi - ed oggi non attuabile senza riforme costituzionali, riforme per le quali serve una forte maggioranza in Parlamento che Renzi da solo non può assicurare -, cioè quella del “sindaco d’Italia”. Penso che Renzi si sia comportato in maniera coerente, nel complesso, al netto della tattica politica.

Terza cosa: è vero che a mio avviso sarebbero stati meglio i collegi uninominali ed un sistema maggioritario (passa un solo candidato nel collegio, ed ogni partito deve quindi candidare il “migliore”). Il problema, puramente tecnico, di un eventuale scelta di questo tipo sarebbe stato quello della riconfigurazione dei collegi nazionali. Questo problema prende il nome di ”Gerrymandering. Questa parola deriva dal nome di un Governatore del Massachusetts, Elbridge Gerry (1744-1814), e dalla parola “salamandra”. È una parola che fu usata per descrivere la creazione della circoscrizione elettorale del Massachusetts del 1812, disegnata dal Governatore con lo scopo di mettere in svantaggio i propri rivali nelle successive tornate elettorali. È un rischio concreto del sistema maggioritario a collegi uninominali. Per arrivare a giusti compromessi servirebbe molto tempo e voglia di collaborare. Due cose che ora in Italia mancano.

In questi giorni sembra che molti all’interno del Partito Democratico si siano dimenticati che Renzi ha vinto il congresso e le primarie, e quindi che tocca a lui decidere la linea politica del Pd. La critica ovviamente è legittima, ma spesso nella sinistra italiana la critica diventa assolutista, come se qualsiasi questione sia di fondamentale importanza per quella minoranza che contesta la maggioranza, con il rischio di indebolimento di tutto il partito e della linea ufficiale. È un vizio che la sinistra deve lasciarsi alle spalle.

Nello specifico: Renzi appena eletto segretario ha fatto un appello molto semplice a tutte le forze politiche, portando a loro conoscenza le tre leggi elettorali che il Pd era disposto a discutere. Tre proposte. A tutte le forze politiche. Ha risposto solo Berlusconi, che ci piaccia o meno continua ad esistere e ad avere un consistente seguito elettorale. Renzi, che vuole fare la legge elettorale e le riforme costituzionali, ha quindi guardato in faccia la realtà, e in un mese ha ottenuto quello che in tre anni la sinistra non è riuscita nemmeno ad avvicinare. E non l’ha fatto di nascosto, l’ha fatto pubblicamente. Paradossalmente, consentire a Berlusconi di “fare le regole del gioco” è, nei fatti, l’unico modo per batterlo definitivamente e mandarlo in pensione.

Un’ultima annotazione: c’è un baccano infernale proveniente dal blog di Grillo, si urla all’inciucio e al patto criminale. È normale, non serve più stupirsi. È invece meno normale il silenzio della compagine parlamentare pentastellata, tenuta ai margini dal leader e quindi resa completamente irrilevante nelle decisioni che potevano riguardare la nuova legge elettorale. Tra l’altro il M5S propose una legge simile, che sicuramente ora disconoscerà. Si mormora infatti che la proposta di legge elettorale ufficiale dei grillini – un’altra – arriverà “dal basso”, non si capisce bene quando, magari tra uno o due mesi, che è un po’ come se ti invitassero a cena, e tu arrivando con qualche ora di ritardo senza preavviso ti lamentassi che gli antipasti sono finiti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Gianluca (---.---.---.107) 27 gennaio 2014 14:43

    A proposito delle soglie di sbarramento, motivi la loro presenza così: "servono per evitare la balcanizzazione del Parlamento, che in passato ha reso ingovernabile il paese, a causa di micro-partiti con potere di ricatto sulla maggioranza." Ma se viene assegnato un premio di maggioranza che porta il partito più votato al 53%, a cosa serve lo sbarramento di un partito che comunque starebbe all’opposizione. Mah!
    Questa legge è un accrocchio di un po’ di tutto per non far scontenti nessuno dei 3 (Renzi-Berlusconi-Alfano)
    Poi un premio di maggioranza del 18% vi pare poco? Che poi se nessuno dei partiti raggiunge il 35%, il premio sarò decisamente più alto: una minoranza del 25% sarà trasformata magicamente in una maggioranza del 53%, con buona pace del riavvicinamento tra elettori ed eletti.

    • Di Lorenzo C. (---.---.---.104) 27 gennaio 2014 16:06
      Lorenzo C.

      1) No. Il premio di maggioranza viene dato alla coalizione se questa supera il 35%. Un partito coalizzato che supera il 5% entra nel parlamento, se non raggiunge questa soglia rimane fuori.

      2) Un premio di maggioranza del 18% non è poco, se preso al primo turno con il 35%. Però la Consulta bocciò il Porcellum perché non vi era una soglia minima, che ora c’è ("Tali disposizioni violerebbero l’art. 3 Cost., congiuntamente agli artt. 1, secondo comma, e 67 Cost., in quanto, non subordinando l’attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e, quindi, trasformando una maggioranza relativa di voti, potenzialmente anche molto modesta, in una maggioranza assoluta di seggi, determinerebbero irragionevolmente una oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica." dalla sentenza). 
      3) Il premio non può essere più alto se nessuno raggiunge il 35%. Una minoranza del 25% non verrà trasformata in una maggioranza del 53%, perché c’è il secondo turno, che è una nuova votazione che legittima de jure e de facto il successivo premio.

      Detto questo, io sono convinto che sarebbe stato meglio assegnare il premio al 40%, se non al 45% (magari rendendolo più solido). E sono convinto che fare distinzioni sulle soglie di sbarramento sia confusionario e bizantino: tutte al 5%, o al 4%, (coalizzati e non) sarebbe andato bene. 

      Come ho scritto, non è una legge perfetta, ma non è nemmeno una pessima legge. Può funzionare e poteva andarci peggio.

  • Di (---.---.---.151) 28 gennaio 2014 06:54

    Nell’articolo si dice che gli Italiani abrogarono le preferenze col 90% dei voti referendari. E’ falso perchè nel 1991 si abrogò la preferenza multipla, ossia la possibilità di esprimere più preferenze, e se ne lasciò una sola. Fu fatto per evitare le cordate che permettevano ai delinquenti di identificare i votanti attraverso l’uso sapiente di combinazioni di preferenze assegnate agli elettori timorosi del loro potere. Pertanto prima del porcellum la preferenza esisteva.

  • Di (---.---.---.72) 28 gennaio 2014 10:57

    Di questa legge non mi piace nulla - da come è stata concepita al suo contenuto.

    E mi fa male vedere che qualcuno ha ancora il coraggio di trovarci qualche cosa di positivo ma, peggio ancora, mi fa male vedere qualcuno tirare fuori motivazioni pilotate da altri.

    Prima di tutto la governabilità, chimera irraggiungibile se non cambia la classe politica. Un partito, pur avendo il 53%, può benissimo essere ingovernabile (esempio: PD); ancora peggio una coalizione: nessuna legge elettorale può garantire governabilità, ma lo può fare una schiera di persone non ideologiste, preparate e ONESTE, poco importa se distribuite in 10 partiti. Tutti i discorsi dei politici sulla governabilità vogliono una cosa sola: far credere agli stupidi che le larghe intese sono necessarie, o far credere che una legge elettorale deve avere il più ampio consenso possibile, e perciò va formulata in modo da favorire l’attuale maggioranza a discapito dell’opposizione.

    Sulla coerenza di Renzi sorvolo, che barzelletta.

    Sul fatto che molti nel partito democratico si siano dimenticati che Renzi ha vinto le primarie. Bene, perché non cambiare le regole e abolire tutte le forme di dialogo interne al partito? Avremmo un PD che fa le primarie, e poi chi vince fa tutto quello gli pare. GOVERNABILITA’, finalmente! Allora lei dovrebbe plaudire a partiti com’era il PDL (ma guarda caso si è spaccato!).

    Renzi ha fatto in un mese quello che il PD non ha fatto in tre anni. Anche io posso guadagnare in un giorno quello che non guadagno in un anno. Basta fare una rapina. Renzi si è fatto eleggere alle primarie dicendo "Berlusconi game over; i cittadini si devono scegliere i loro parlamentari" e poi è andato ad accordarsi con lui CONTRO la volontà del suo partito (pazienza) e CONTRO la volontà dei suoi elettori, per una legge dove il cittadino NON si sceglie i parlamentari. E’ un imbroglione. Lei questa cosa invece la chiama COERENZA. Io la chiamarei "coerenzie".

    La sua ultima annotazione riguarda la presunta somiglianza tra la prima proposta di legge dei grillini e questo italicum dei miei stivali, citando un articolo di giornale a supporto. Già nello stesso articolo c’è scritto che la legge dei grillini prevedeva le preferenze (scusi se è poco), ma tutto il resto viene riassunto con un generico "modello spagnolo". La prossima volta metta un richiamo al testo della legge, non a un articolo di un Giornale che non si può neppure ritenere autoritario (lo leggo tutti i giorni: scrive parecchie baggianate).

    Infine, noti come dovrebbe essere fatta una legge qualsiasi, ma ancora di più la legge elettorale: dibattendo con i cittadini, spiegando i pro e i contro di ogni singola scelta, per confezionare un testo da discutere e approvare in parlamento. Vada a leggersi gli articoli di Giannuli che spiegano - SENZA FAZIOSITA’ - i vantaggi di proporzionale e maggioritario, le dimensioni dei collegi eccetera. Poi confronti questa procedura democratica con quello che stanno facendo gli altri partiti: studiare un testo che avvantaggi il più possibile la propria formazione. A quel punto avrà capito che è sbagliato criticare i grillini; ci siamo tenuti questo procellum per sei anni, e ora arriva Renzi che vuole fare tutto in un mese. La gatta frettolosa fece i gattini ciechi... e Renzi non sbaglia solo sulla fretta, ma su diverse altre cose.

    Ultima cosa. Forse io non ho capito bene; lei dice che il premio di maggioranza viene dato solo a chi supera il 35% al primo turno. Se nessuno vi arriva ci sarà un ballottaggio, e chi esce dal ballottaggio avrà certamente una maggioranza almeno del 35%, visto che ci sarebbero solo due giocatori in campo. A questo punto: il premio viene aggiudicato? Se sì, verrebbero considerate le percentuali di prima del ballottaggio o di dopo (che mi pare stupido)?

    Cordiali saluti,

    Gottardo

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