• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Patrick Moore, "l’ambientalista ragionevole" confessa i motivi della sua (...)

Patrick Moore, "l’ambientalista ragionevole" confessa i motivi della sua rottura con Greenpeace

Patrick Moore dichiara che Greenpeace si è trasformata in una associazione antiscientifica, antitecnologica, antiglobalizzazione e anticapitalista. In una parola Greenpeace è diventata antiumana

“L’idea che la natura sia buona e l’uomo cattivo è davvero stupida. Se davvero pensassimo che la natura sarebbe meglio senza l’uomo allora tanto varrebbe suicidarsi”.

Una dichiarazione davvero in controtendenza rispetto al sentimento comune che avvolge la maggior parte delle persone, e che esprime l'esatto contrario. In realtà a queste sono parole di Patrick Moore il fondatore prima, e poi il direttore di Greenpeace international. A metà degli anni ottanta Moore ha lasciato clamorosamente l'organizzazione ambientalista per dedicarsi, subito dopo la rottura con Greenpeace, ad un nuovo progetto che porta il nome "Greenspirit", da lui stesso creato e che si occupa di informazione e consulenza sui temi ambientali. 
 
"L'ambientalista ragionevole" - così cita il titolo della sua autobiografia edizione Dalai - lascia Greenpeace affermando che è più utile affrontare i temi ambientali in modo "ragionevole" che fare del semplice attivismo fine a se stesso esattamente come fa Greenpeace da oramai molti anni.
 
“Si è trasformata in una associazione antiscientifica, antitecnologica, antiglobalizzazione e anticapitalista. In una parola Greenpeace è diventata antiumana” - spiega Moore - “C’è sempre stata anche una componente anarchica e radicale – continua – ma era minoritaria, e comunque non ci voleva certo un dottorato per rendersi conto dei pericoli dell’uso delle armi nucleari e della corsa al riarmo. La questione ecologica è venuta successivamente, quando ci mettemmo in testa di salvare le balene dalla caccia spietata che facevano soprattutto sovietici e giapponesi: anche qui non ci voleva certo una laurea per rendersi conto che evitare l’estinzione delle balene era una cosa buona. Una parte dei pacifisti e antinuclearisti più convinti rimase sconcertata per la scelta, eppure fu proprio grazie a un incidente con le baleniere sovietiche che Greenpeace divenne famosa in tutto il mondo e vide moltiplicarsi in pochissimo tempo associazioni nazionali e fondi a disposizione. Nel giugno 1975 intercettammo delle baleniere sovietiche a non più di 30 chilometri dalle coste della California e riuscimmo a filmare il momento in cui un arpione veniva lanciato sfiorando le nostre teste per andare a colpire sul dorso una femmina di capodoglio. Quelle immagini fecero rapidamente il giro del mondo e diedero una enorme notorietà a Greenpeace; inoltre per la maggior parte degli americani fu uno choc scoprire che i sovietici cacciavano regolarmente balene a pochi chilometri dalle loro coste. Ad ogni modo la crescita tumultuosa di Greenpeace International negli anni successivi ha spinto sempre più l’associazione su posizioni radicali e irrazionali, antiumane”.
 
In sostanza Moore non sopporta quel tipo di attivismo ambientale che per ragioni assolutamente infondate e per superstizione non contempla fonti scientifiche che a volte, invece, potrebbero dare le giuste risposte a chi effettivamente cerca una verità legata alla logica e non solo ad un certo tipo di ideali preconfezionati. Il rischio - secondo lui - è quello di piombare in una sorta di oscurantismo intellettuale che metterebbe a serio rischio addirittura l'intera umanità. 
 
L'attacco ai verdi non finisce qui e l'ambientalista moderato continua affermando che "sono proprio loro il più grosso ostacolo alla riduzione dei combustibili fossili poichè si oppongono irragionevolmente a qualunque alternativa: dal nucleare alle pompe geotermiche fino alle vere fonti rinnovabili, legno e acqua che insieme costituiscono il 90% delle rinnovabili. Le fonti rinnovabili migliori sono infatti quelle che è possibile immagazzinare, che possono essere disponibili a richiesta. L’idroelettrico per esempio è fondamentale, ma i verdi non vogliono far costruire le dighe. E’ un’assurdità, dicono che rovina l’ecosistema ma è vero il contrario: si creano dei laghi artificiali che diventano un paradiso di biodiversità oltre a rispondere ai bisogni dell’uomo. Prendiamo il caso della Diga delle Tre Gole in Cina, la più grossa centrale idroelettrica costruita: gli ecologisti hanno creato ostacoli di ogni tipo per impedirne la costruzione. Oggi c’è un bel lago e produce tanta energia pari a quella per cui sarebbero necessarie 40 centrali a carbone. Inoltre prima, per le alluvioni morivano ogni anno migliaia di persone, ora non più. Si fa bene all’uomo e si fa bene all’ambiente, questa è la realtà”.
 
"Quanto al sole ed al vento non è possibile immagazzinarli, e sono terribilmente costosi rispetto alle altre fonti. Per questo, chi sostiene che l’alternativa siano eolico e fotovoltaico in realtà sta spingendo per l’uso dei combustibili fossili”.
 
Eduardo Parente

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.10) 6 giugno 2011 10:44

    Patrick Moore si è allontanato da Greenpeace già nel 1986. Era passato solo un anno dall’attentato organizzato dai servizi segreti francesi e che aveva affondato la prima Rainbow Warrior: l’attentato, che colpiva le attività antinucleari di Greenpeace, costò la vita al fotografo portoghese Fernando Pereira.

    Dal 1991 Patrick Moore ha lavorato per la BCFE un gruppo creato per difendere gli interessi dell’industria del legname canadese, gruppo che ha operato come ramo dell’azienda di relazioni pubbliche Burson-Marsteller, per sostenere che il taglio a raso delle foreste primarie è ambientalmente positivo. La Burson-Marsteller ha peraltro lavorato con la giunta militare dell’Argentina per attrarre investimenti stranieri e per migliorare l’immagine del regime. A una domanda specifica su questo aspetto Patrick Moore, in un intervista sulla gestione delle foreste, ha avuto modo di dichiarare il 22 luglio 1991 che tanto le “persone vengono uccise dappertutto” (Vancouver Sun, articolo a firma Stephen Hume).

    Ora, se questo è l’ambientalista ragionevole e Greenpeace è una associazione inumana... di scientifico Moore non ha proprio nulla, è una persona che da 25 anni lavora per l’industria in operazioni di "greenwahsing. 

    Giuseppe Onufrio - Direttore di Greenpeace Italia

  • Di No censura, cose che molti fanno finta di non sapere (---.---.---.105) 6 giugno 2011 12:46
    Eduardo Parente - No censura, cose che molti fanno finta di non sapere

    Egregio Dott. Onufrio


    Quanto Lei afferma è inequivocabile, ma purtroppo certi risvolti non sono di dominio pubblico, o almeno non per la redazione di un blog come il nostro privo di sostentamento economico che possa permettersi di approfondire certi temi. Però La ringraziamo del Suo intervento con la promessa che approfondiremo, in base alle nostre possibilità, il più possibile l’argomento grazie soprattutto a quanto da Lei stesso affermato. 

    Grazie mille e buon lavoro
    l’admin
    Eduardo Parente
  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.222) 6 giugno 2011 18:12
    Damiano Mazzotti

    Questo qua è un attivista che dice cose più o meno ragionevoli ma di scienza secondo me ne capisce quanto Berlusconi...

  • Di (---.---.---.166) 14 aprile 2012 21:29

    Come al solito l’ambientalista giuseppe onofrio non risponde tecnicamente ma si limita a diffamare una persona che non è presente.

    Troppo facile.

    Per quello che riguarda ciò che ha detto Patrick moore non posso che concordare con lui.

    Basterebbe solo che la gente studiasse.

     

    • Di (---.---.---.243) 20 giugno 2012 12:49

      Se non si conosce la differenza tra "diffamare" e elencare dei fatti precisi, è meglio non fare commenti, specie poi se non si hai in coraggio di firmarsi. L’operato di Greenpeace è sempre stato trasparente e la sua storia è conosciuta da tutti, per essere sempre obiettivi ed imparziali non hanno mai preso soldi da sponsor o da enti pubblici.

      Eliseo Politi

  • Di (---.---.---.193) 10 giugno 2012 16:32

    Il fotovoltaico su larga scala non è molto conveniente.Va bene per gli usi domestici, anche se poi non si parla molto del fatto che l’energia in eccesso può essere immessa nella rete.
    Purtroppo non è stata sviluppata in Italia l’energia solare termodinamica che consente di produrre l’elettricità anche di notte o quando è nuvoloso o coperto. S’è visto com’è stato accolto il progetto di Rubbia dal governo.
    Sono per l’idroelettrico e per la pompa di calore (a casa mia la temperatura si regola in questo modo).

  • Di (---.---.---.82) 21 gennaio 2014 17:22

    Le considerazione di Moore circostanziate e dettagliate in modo competetnte e ampiamente argomentate in un libro molto interessante non sono certo da sottovalutare.
    Nessuno credo voglia sminuire alcuni importanti risultati raggiunti da Greenpeace ma è altrettanto certo che molte posizioni assunte in maniera tanto radicale e poco scientifica da questa associazione, lasciano perplessi sulle ragioni che le giustificano.
    Purtroppo molte Associazioni ambientaliste perdono credibilità proprio quando esremizzano le loro posizioni e invocano una guerra di religione, tanto inutile quanto controproducente per gli stessi interessi che si vorrebbero tutelare.
    Giulio Usai

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares