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su Patrick Moore, "l'ambientalista ragionevole" confessa i motivi della sua rottura con Greenpeace


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6 giugno 2011 10:44

Patrick Moore si è allontanato da Greenpeace già nel 1986. Era passato solo un anno dall’attentato organizzato dai servizi segreti francesi e che aveva affondato la prima Rainbow Warrior: l’attentato, che colpiva le attività antinucleari di Greenpeace, costò la vita al fotografo portoghese Fernando Pereira.

Dal 1991 Patrick Moore ha lavorato per la BCFE un gruppo creato per difendere gli interessi dell’industria del legname canadese, gruppo che ha operato come ramo dell’azienda di relazioni pubbliche Burson-Marsteller, per sostenere che il taglio a raso delle foreste primarie è ambientalmente positivo. La Burson-Marsteller ha peraltro lavorato con la giunta militare dell’Argentina per attrarre investimenti stranieri e per migliorare l’immagine del regime. A una domanda specifica su questo aspetto Patrick Moore, in un intervista sulla gestione delle foreste, ha avuto modo di dichiarare il 22 luglio 1991 che tanto le “persone vengono uccise dappertutto” (Vancouver Sun, articolo a firma Stephen Hume).

Ora, se questo è l’ambientalista ragionevole e Greenpeace è una associazione inumana... di scientifico Moore non ha proprio nulla, è una persona che da 25 anni lavora per l’industria in operazioni di "greenwahsing. 

Giuseppe Onufrio - Direttore di Greenpeace Italia


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