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Pane e Camorra: un business redditizio che ha il suo centro ad Afragola

 

I più potenti clan della camorra si impossessano del redditizio mercato del pane causando evidenti danni agli acquirenti perché chiaramente non vengono seguite le dovute norme igienico sanitarie. Questo mercato riesce ad infiltrarsi anche nel mercato legale, mostrando il nuovo feroce e pericoloso volto della camorra. 

Ieri, 20 marzo, nella puntata televisiva de “Le Iene” è andato in onda un servizio dove si denunciavano i rapporti che intercorrono tra mercato del pane e criminalità organizzata: nell'hinterland napoletano i più potenti clan camorristici si impossessano del redditizio business del pane, causando evidenti danni alla salute degli acquirenti che sono ignari dei metodi di produzione dello stesso pane che stanno mangiando.

Nella stessa trasmissione, oltre a mostrare come il pane veniva distribuito per strada sulle “bancarelle”, si cercava di spiegare “il sistema” di protezione che i venditori ottengono da opportuni referenti camorristi che non permettono di vendere a chi è sprovvisto di tale protezione. 

“Questa è zona mia, mi fai litigare col mio capo” afferma un venditore di pane al giornalista che finge di fargli concorrenza, incalzando "chi è il tuo capo?" "è quello che fa il pane ad Afragola" gli viene risposto.

Questa puntata ci offre l'opportunità di fare più chiarezza su questo “sistema” di produzione e distribuzione che in realtà è più complesso e anche meno folcloristico di come viene rappresentato.

Persino il console Usa a Napoli, come dimostrato dalle rivelazioni di Wikileaks, denunciava le infiltrazioni della camorra nel mercato degli alimentari:


“Organized crime's environmental impact extends to food frauds, and Campania leads the country in this sector. According to police reports, the Camorra runs an estimated 2,000 illegal bakeries (two thirds of the region's total), using expired flour and ovens which emit toxic fumes (the "wood" is often old doors covered in paint)”

 (J. Patrick Truhn, Console Usa a Napoli) 


In questo dispaccio del giugno 2008, il console generale Usa a Napoli J. Patrick Truhn denuncia il business della camorra nel mercato degli alimentari “dalle importazioni a basso costo,che vanno dalle mele cariche di pesticidi della Moldova al sale del Marocco infestato dall'escherichia coli”.

Poi, citando un comandante, parla anche di come il pane viene cucinato con materiale tossico.

Potete constatare, come documentato dalle fonti citate in basso,che tutti sono concordi nell’indicare Afragola come capitale dei forni clandestini

Non solo è sconvolgente come il pane venga prodotto con materiali altamente nocivi alla salute, ma merita una riflessione accurata il metodo di distribuzione del pane prodotto illegalmente. Un panettiere di Afragola, nella trasmissione radiofonica di Radio 1, descrive una particolare forma di racket: “le famiglie camorriste imporrebbero produzioni di pane e panini di forni che controllano”; cioè “i venditori sarebbero costretti ad acquistare pani e panini prodotti illegalmente".

Questo metodo di distribuzione viene confermato sia dal comandante della compagnia dei carabinieri di Poggioreale, ma anche dalla precedente trasmissione delle”Iene “ andata in onda nel 2009.

Come afferma l’assessore dell’agricoltura per la provincia di Napoli Francesco Borrelli, in un intervista del 2008 “Sospettiamo che i clan stiano forzando gli intermediari legittimi a comprare il pane e a rivenderlo agli alimentari di loro stessa proprietà, che forniscono una ricevuta d’acquisto e la trasformano in una comoda opportunità di riciclaggio di denaro”.

“Chiunque compra questo pane mangia della diossina e varie sostanze cancerogene che comportano un serio rischi per la salute”

Come si può appurare dal materiale audiovisivo i pani prodotti illegalmente, imposti dalle famiglie criminali, vengono prodotti con sostanze altamente nocive.

Sicché questo è solo uno dei tanti casi indicativi per mostrare  il vero volto della camorra: il cancro della criminalità è estremamente nocivo alla nostra salute, quotidianamente. Anche il pane , che rappresenta simbolicamente il sacrificio del lavoro, è stato inquinato da loro. Il loro profitto ha danneggiato irreversibilmente la nostra salute.

Tuttavia nell'ultima puntata de “Le Iene” non si pone molto l'accento sull'infiltrazione dei clan della camorra col mercato legale, ma ci si sofferma solo ad un primo livello: anche i panifici legalizzati spesso smerciano pane imposto dai clan. Questo dimostra come sia difficile pertanto fare una distinzione netta e precisa tra ciò che è legale e ciò che è illegale; spesso sembra che sono purtroppo aspetti dello stesso processo. Ti rendi conto, vivendo in determinati territori, che l'immagine dell'infiltrazione camorrista non sempre ha quei tratti folcloristici, tipici di una manovalanza criminale che si richiama ad una veccia immagine oleografica e stereotipata del “camorrista” , ma esiste oggi un nuovo volto della camorra: più agguerrito e feroce con tanto di “giacca e cravatta” che a causa della pesante infiltrazione nel mondo legale determina una “democrazia a metà”.

Per ripristinare quella legalità “compiuta”, per avere una democrazia completa non è sufficiente solo abdicare alla scelta dell'acquirente, scegliendo ciò che “è legale” -magari comprando il pane in un panificio legalizzato- perché anche questo sembrerebbe imposto dai clan. Invece per affermare il diritto alla salute oggi è necessario un' azione di repressione, contrastando l'illegalità: denunciando quegli abusi. Bisogna lavorare su più livelli per ripristinare quei diritti sanciti dalla costituzione.

Fonte:
qui potete vedere la puntata de "Le Iene"

-a piè di questa nota potete reindirizzarvi a diverse fonti, incluso materiale audio e audiovisivo. Vi invito, se volete, a iscrivervi anche alla pagina di riferimento

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.238) 21 aprile 2011 16:46

    Tra Camorra e Ndrangheta le forze della criminalità organizzata sono operanti e nel tessuto sociale e in quello economico. L’Italia è diventata una terra di feudi:in Parlamento Berlusconi distribuisce ministeri e si fa le leggi che ritiene più giuste per lui. Altrove la criminalità organizzata porta avanti i suoi affari e nel frattempo le sue mani sono sui supermercati, punti vendita, alberghi servizi legati al turismo, per non parlare del patrimonio immobiliare che possiede. C’è poco da stare allegri e se le cose andranno avanti così, presto li vedremo all’opera dettare leggi fatte per loro. Dopo l’imperatore ogni feudo si varerà le leggi delle quali ha bisogno. In fondo mettere alle corde la Costituzione e la Magistratura serve a questo:fare quello che più è comodo. L’importante è essere ricchi, non ha importanza da dove proviene la ricchezza.Se hai soldi ti compri il mondo e tutti devono fare silenzio.

  • Di (---.---.---.211) 21 aprile 2011 17:17

    "ripristinare quei diritti sanciti dalla costituzione". Il verbo "ripristinare" sta a significare che un tempo c’erano poi sono scomparsi e ora si dovrebbero ripristinare. Ma quand’è che i diritti sanciti nella costituzione del ’48 sono stati effettivamente dei cittadini italiani??? a me non risulta!

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