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Ottimisti per vivere meglio

Se essere ottimisti è una condizione esistenziali positiva, non è solo per lo stato d'essere ma anche per molti altri aspetti.

L’ottimismo è una visione dell’esistenza nella quale si ricerca sempre l’interpretazione più positiva delle circostanze, senza tergiversare; l'ottimismo trasforma le sfide in opportunità, il pessimismo le rende invece insite in noi, ma affinché l'ottimismo sia costruttivo non deve però cedere nel buonismo. Ovvero in quella condizione in cui si accettano come positive anche quelle situazioni che per le sue caratteristiche intrinseche non lo sono.

Alla luce di ciò vediamo quali sono i benefici indotti dall'ottimismo e cosa dicono le ricerche in merito: numerose sono ad esempio quelle che dimostrano come l’ottimismo sia migliore su molti aspetti rispetto al pessimismo e come gli ottimisti siano più pragmatici e realistici. Ad esempio, se si presenta ad abituali consumatori di caffè il risultato di ricerche scientifiche che attestano l’aumento del rischio di cancro al seno in rapporto alla caffeina, oppure si mostra come l’abbronzatura aumenta il rischio di cancro alla pelle, una settimana dopo gli ottimisti si ricordano con maggior precisione i dettagli di queste ricerche rispetto ai pessimisti, e ne tengono maggiormente conto nella propria condotta. Inoltre sono in grado di concentrarsi maggiormente sui rischi che li riguardano piuttosto che lamentarsi inutilmente per ogni cosa; in sostanza sono più sereni e riservano le proprie energie per i momenti di vero bisogno [1].

Altri studi dimostrano che ottengono risultati migliori nella professione, nella vita di coppia, vivono più a lungo, si mantengono più sani, sono meno soggetti alla depressione e al suicidio e, inoltre, hanno un maggior probabilità di superare uno shock postoperatorio.

Un altro studio, condotto nel 1960 su oltre novecento persone ricoverate in un ospedale americano, ha fornito ulteriori indicazioni circa il collegamento “ottimismo-salute”: nel corso del loro ricovero, per mezzo di test e questionari, è stato misurato sia il grado di ottimismo dei pazienti, sia una serie di altri tratti psicologici; quarant’anni dopo si sono “tirate le somme” constatato che gli ottimisti avevano vissuto in media il diciannove per cento in più dei pessimisti: sono sedici anni di vita di un ottantenne !

[1] P.Bruckner. L’euforia perpetua.

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