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Osama Bin Laden: morte e resurrezioni...

Nel 2007 a dare l'annuncio fu addirittura Benazir Bhutto durante un'intervista ad Al Jazeera che risale al 2 novembre. Osama Bin Laden era stato ucciso per mano di Omar Sheikh, un ex collaboratore dell'Isi, l'Intelligence Pakistana. Morto. Ucciso il teribile terrorista omicida e detentore di potere economico e politico. Punto. Ci abbiamo creduto. Come non credere alle parole di una leader che poco più avanti sarebbe lei stessa stata uccisa per mano di oppositori politici?

Ci siamo rilassati. Il demone, il nemico giurato, il fine stratega morto ed ammazzato. Con conseguente esaltazione degli Stati Uniti, che fra tanti altri atroci accadimenti gli avevano affibbiato pure la strage dell'11 Febbraio. Un sospiro di sollievo unanime si alzò da parte di tutto il mondo.

Ma era un bluff. Fra i tanti di tante propagande di Stati che necessitano via via di poter dichiarare dichiarazioni atte solo ad acchiappare le Masse, vuoi per spostare l'attenzione da altri avvenimenti, vuoi per alimentare una sorta di onnipotenza che possa garantire sempre l'affezione dei cittadini alle istituzioni.

Osama Bin Laden, oltre ad essere il personaggio che in qualche modo conosciamo, ha alle spalle una poliedrica varietà di avvenimenti legati alla sua esistenza. E' morto più volte - famosa la volta avvenuta a Tora Bora - è stato avvistato più o meno in ogni parte del globo - e se si potesse, forse sarebbe stato avvistato pure in qualche altra galassia lontana dalla nostra - è stato di volta in volta nascosto con la complicità di varie tribù. E' stato perfino detto che è tenuto in vita artificialmente da Al Qaeda per alimentarne il mito nei territori Arabi.

Insomma: Osama bin Muhammad bin Awa bin Laden - è questo il nome completo - appare come una attualissima Araba Fenice, che rinasce dalle sue ceneri ogni qualvolta si presume sia stata uccisa. E' divenuto non più l'Osama massacratore, bensì il Bin Laden pedina di potenze mondiali che lo utilizzano, lo sfruttano a seconda dei casi e degli accadimenti.

L'ennesima dichiarazione della sua morte in queste ore, non fa che alimentare la possibilità che ciò che ho evidenziato sia vero. Gli Stati Uniti hanno appena ucciso il figlio minore di Gheddafi, per rimettersi un po' in pari con la coscienza, nulla di meglio che togliere da questo mondo l'odioso nemico numero uno. Così tanto per rinfocolare l'affezione dei cittadini ad una Nazione che ne sta combinando di tutti i colori e da troppo tempo.

Gli Stati Uniti sono oggi il territorio più belligerante. Non sembra ma lo è. Perchè nelle sue guerre non dichiarate verbalmente ma nella realtà dei fatti praticate a tutto tondo, si nasconde una volont¨¤ di egemonia che porta a travalicare persino i confini della ragione.

Gli attacchi a fantomatici nemici, non fa che alimentare una sorta di nazionalismo paranoide, che rende a quanto pare nel computo del sostegno elettorale al momento opportuno.

Lo hanno fatto più o meno tutti i presidenti che si sono susseguiti. Obama non poteva esimersi dall'utilizzare la stessa carta in un momento in cui il suo appeal subisce una dura bastonata.

Passerà qualche tempo. La memoria di certe notizie diverrà via via meno chiara. Per quante volte ancora udiremo e leggeremo della morte di Osama Bin Laden? Quante volte ancora dovrà risorgere questo ricco imprenditore che è più avvezzo a giocare in Borsa piuttosto che coi Kalashnikov?
 
Ai posteri l'ardua sentenza.

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