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Omaggio a Gina Lollobrigida alla Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia

Portrait of Gina e La provinciale celebrano la bravura dell’attrice scomparsa a gennaio

 

Gina Lollobrigida in La donna più bella del mondo (1955)

La tradizione che vedeva, nella scelta del film di preapertura alla Mostra del Cinema di Venezia, un film muto, musicato dal vivo e felicemente restaurato, spesso in collaborazione con le Giornate del cinema muto di Pordenone, si è interrotta nell’edizione 80, per ricordare uno dei nomi di punta del cinema italiano, passato a miglior (?) vita lo scorso gennaio.

Di Gina Lollobrigida (Subiaco, 4 luglio 1927 – Roma, 16 gennaio 1923), ospite molte volte della Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, la Biennale ha scelto di proiettare un lungo e un mediometraggio, risalenti rispettivamente al 1952 e al 1958.

Il primo, La provinciale, tratto dal romanzo omonimo di Alberto Moravia, è diretto dallo scrittore e regista Mario Soldati (Torino, 17 novembre 1906 – Tellaro, 19 giugno 1999), il quale dovette litigare con il produttore per riuscire ad imporre il trattamento suo e di Giorgio Bassani, piuttosto che quello di uno sceneggiatore francese.

La Lollo è impegnata in un ruolo drammatico, immediatamente precedente a quello della Bersagliera, che tanto successo otterrà nei due film diretti da Luigi Comencini : Pane, amore e fantasia (1953) ; Pane, amore e gelosia (1954).

Nel film, proiettato in sala Darsena, sorprendentemente con molti sedili liberi, Lollobrigida interpreta una popolana (Gemma), figlia di un’affittacamere. Potrebbe convolare a nozze con un giovane ricco (Paolo Sartori), ma la morale della società glielo impedisce, in quanto trattasi di un fratellastro illegittimo. Dopo qualche tentennamento, Gemma, poco convinta, si rassegna a sposare Franco Vignuzzi (Gabriele Ferzetti), non ostante non provi per lui un vero affetto. Ricattata da Elvira, una contessa poco credibile, Gemma diviene l’amante di un certo Vittoni. Il marito non sospetta di nulla. Quando Elvira minaccia di seguire i due sposi a Roma, dove Franco sta per essere trasferito, Gemma, esasperata, si scaglia con furore contro la donna e la ferisce. Riesce così ad allontanarla e a riconciliarsi con Franco.

La pellicola è stata restaurata per l’occasione dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, in collaboraione con Compass Film.

Portrait of Gina, diretto da Orson Welles (Kenosha, 6 maggio 1915 – Los Angeles, 10 ottobre 1985), conosciuto anche come Viva Italia, proiettato in prima mondiale, è stato restaurato per l’occasione dal Fimmuseum Muenchen, in collaborazione con Cinecittà. E’ l’unico titolo Fuori Concorso nel programma della sezione Venezia Classici : 20 titoli di finzione e 9 di documentari.

Entrambi i film, è doveroso aggiungere, fanno parte del progetto complessivo di iniziative dedicate alla celebre attrice, ideate dal sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni e dalla presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia. Un progetto che comprende anche due mostre fotografiche : la prima a Roma, I mondi di Gina, presso l’Istituto nazionale della grafica (fino all’8 ottobre) ; la seconda, Anna & Gina, presso l’Hotel Excelsior del Lido di Venezia (fino al 20 ottobre). E, come se non bastasse, il 6 settembre, sempre all’Hotel Excelsior, è stato emanato un francobollo ordinario, appartenente alla serie “le eccellenze dello spettacolo”, dedicato a Gina Lollobrigida.

Portrait of Gina, noto anche come Viva Italia, è l’episodio zero di una serie televisiva della ABC, mai completata, su “persone e luoghi”, con il regista in persona a fare da guida. A lungo considerato perduto e ritrovato solo negli anni ‘80 (fu proiettato nel 1986 alla Mostra di Venezia), il film si conclude con una conversazione di Welles con la diva, nella sua villa sull’Appia antica.

In precedenza Welles intervista alcune personalità del cinema italiano come Vittorio De Sica, Rossano Brazzi, Paola Mori ( la terza moglie del regista, dal 1955 fino alla morte) e Anna Gruber, amica storica della Lollobrigida. Nel 1970 Welles dichiarò che la pellicola era incentrata sul mondo del cinema romano. Gina era il soggetto principale, ma c’erano anche tante altre persone. De Sica, tra gli altri. Il film era stato pensato come episodio pilota per una serie proposta alla ABC. Ma loro lo hanno odiato ed è stata la fine del progetto. Dissero che era tecnicamente inidoneo e che non poteva essere montato. Avevo avuto molte idee nuove per questo progetto - composto da disegni di Steinberg, molte fotografie, conversazioni, piccole storie – ma lo considerarono come una sprovvedutezza tecnica.

Interessante e divertente la parte del film girata nel paese natale della Lollo, Subiaco. Molti abitanti portano lo stesso cognome, mentre parecchi nutrono invidia per una concittadina che se n’è andata ed è riuscita a fare fortuna nella capitale.

Concludo citando l’incipit di un articolo del 1956 di Oriana Fallaci sull’Europeo, dedicato a Gina Lollobrigida e al suo grande successo popolare, col pubblico di fedeli che l’attende per ore fuori dall’albergo e del Palazzo del Cinema : Arrivò Igor Stravinskij e nessuno lo riconobbe. Proseguendo nella lettura ecco la descrizione dell’arrivo al Lido : Un boato si levò dalla folla

Le barricate di metallo rischiavano di spezzarsi come ramoscelli, i 156 poliziotti che cercavano di trattenere tutte quelle persone stavano per essere travolti dalla calca. Gina scese da un taxi. I fotografi si precipitarono verso di lei. Le guardie del corpo la circondarono in un cerchio di braccia. Tutto questo avveniva alle 10 di sera del giorno dell’inaugurazione della diciassettesima Mostra del Cinema, nota anche come Festival di Lollo, in onore all’eroina del nostro tempo”.

Foto Wikimedia

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