Nuovi sistemi investigativi: l’effetto CSI

Il pubblico è invaso da un fenomeno mondiale quale le serie televisive stile C.S.I. che alimentano delle aspettative in termini di risolutezza di casi, difficilmente compatibili con la realtà. Una visita ai Ris di Roma, Reparto Investigazioni Scientifiche, chiarisce la situazione, come afferma il Capo della Sezione Biologica - Nella vita reale la certezza non è affatto assoluta! - Questo fenomeno è conosciuto come "effetto C.S.I." o effetto "fiction", dove viene sublimato il desiderio di veder trionfare la giustizia nella perenne lotta tra il bene e il male.
Molte di queste illusioni nascono dalla licenza narrativa presa dagli autori delle serie, con l'obiettivo di drammatizzare e rendere fascinoso quello che è l'elemento portante della fiction. Per quanto sia indubbio che esse hanno contribuito a divulgare una cultura scientifica, gli investigatori della fiction rendono tutto molto più semplice. In realtà un sopralluogo giudiziario può anche portar via un centinaio di ore di lavoro, spesso vi è la necessità di ritornare sulla scena del crimine varie volte se ci si rende conto che è stato sottovalutato qualcosa o se alcuni dettagli non quadrano. E a volte quello che si ottiene non è nemmeno significativo, al contrario di cosa si vede in televisione, dove per motivi di sceneggiatura, alla fine il colpevole viene sempre catturato e assicurato alla giustizia grazie al decisivo contributo delle geniali intuizioni degli analisti della polizia.
Forse il campo più importante in cui si vedono gli effetti della popolarità di telefilm e fiction sono le stesse aule di tribunale: giurati e giudici spesso sopravvalutano l'apporto che gli scienziati possono introdurre in un processo, aspettandosi risposte molto più precise di quante ne possano effettivamente dare, a volte anche gli avvocati si sentono in dovere di portare sempre più prove a supporto delle loro tesi, magari risultando più approssimativi in altre parti del loro lavoro.
Il Ris sa bene quanto le tracce macroscopiche come ad esempio l'arma del delitto, siano più facili da eliminare, per questo gli investigatori hanno sviluppato tecniche d'investigazione sempre migliori puntando sulle tracce microscopiche che ci permettono di ricavare informazioni importanti sulla scena del crimine. Dire se si tratta di un uomo o una donna, attraverso la saliva, un capello o un'impronta.
Il Ris è una struttura tecnico-scientifica dell'Arma dei Carabinieri che svolge indagini scientifiche con sede madre a Roma oltre a Parma, Messina e Cagliari, inoltre, collegate ai rispettivi RIS ci sono altre 29 Sezioni provinciali. Si tratta dunque di personale dell'Arma dei Carabinieri altamente qualificato nell'ambito delle investigazioni scientifiche e delle analisi criminologiche. Solo con una laurea specialistica e l'arruolamento nell'Arma, dopo uno specifico e qualificato addestramento si può entrare a far parte del RIS.
Il Ris dipende dal RaCIS ed è supportato dalle Sezioni Investigative Scientifiche Provinciali (SIS).
Un biologo forense all'interno del Ris svolge principalmente il suo lavoro nei laboratori, è addetto alla ricerca e alla raccolta delle "tracce", alla ricostruzione del fatto, determina la natura delle tracce, determina il sesso della vittima o dell'assassino e ne classifica il DNA. I dati raccolti vanno poi verificati per la correttezza del risultato, ecco perché generalmente occorrono circa 40 giorni prima di ottenere un risultato apprezzabile, considerando anche che spesso ci si occupa di più casi contemporaneamente. C'è anche una particolare attenzione per l'aspetto psicologico riguardo proprio il profilo criminologico e lo sviluppo di una banca dati dei crimini violenti. Il Reparto di Roma è competente ad eseguire le indagini tecniche di prassi nell'ambito dell'Italia Centrale e di quelle di maggiore complessità in ambito nazionale;
I Reparti sono articolati in Sezioni responsabili delle singole Branche della Criminalistica: "Balistica", "Biologia", "Chimica, Esplosivi ed infiammabili", "Dattiloscopia e Fotografia Giudiziaria", "Fonica e Grafica".
Attraverso questo complesso organico di attività tecnico-specialistiche, le investigazioni scientifiche si sforzano di rispondere a due esigenze fondamentali per l’azione di contrasto alla criminalità: l’identificazione dei soggetti e la ricostruzione delle azioni delittuose.
Al fine di soddisfare le sempre crescenti esigenze operative, il Reparto, dalla data della sua istituzione (15 dicembre 1955) ad oggi, ha attuato un costante potenziamento tecnologico nell’evidenziazione delle impronte dattiloscopiche latenti, nella rilevazione di aloni di tracce ematiche latenti su superfici lavate e nella rilevazione di microtracce di sostanze esplosive.
Sono enormi le potenzialità investigative offerte dagli strumenti che l’innovazione tecnologica e scientifica mette oggi a disposizione degli operatori di Polizia Giudiziaria, che portano spesso a colpo di scena clamorosi come quello nelle indagini sul delitto dell'Olgiata, uno dei «cold case» italiani più famosi: l’assassinio della contessa Alberica Filo Della Torre, avvenuto nel ‘91, per il quale è stato fermato Manuel Winston, domestico filippino della nobildonna. La traccia di Dna decisiva che ha incastrato il filippino è stata trovata sul lenzuolo usato per strangolare la donna. Il rilievo biologico di due centimetri quadrati è «perfettamente coincidente» con il profilo di Dna di Winston.
La conservazione di un reperto legato a un omicidio è quindi fondamentale oltre ad essere un insegnamento per il futuro: tra dieci anni si potranno valorizzare tracce che oggi sembrano inutili.
L’accelerazione delle scienze forensi e delle tecnologie è costante. Si pensi a Internet, ai telefoni cellulari. Nel 2002 la rivendicazione dell’omicidio Biagi è stata spedita per posta elettronica, per la prima volta da un computer collegato a un telefonino. Oggi un gesto banale.
L'eccessiva sete di giustizia però o la mediatizzazione di alcuni eventi a volte sono di intralcio alle indagini. La spettacolarizzazione del dolore entra nelle case di tutti a tutte le ore, Perugia, Avetrana, Cogne, dove la donna è un giorno l'assasina, quello dopo una madre amorevole e addolorata, il giorno dopo ancora una squilibrata.
La semplificazione offerta dalla tv è spesso fuorviante, le prove da sole se sono supportate da indagini, chiariscono i Ris, non bastano: analizzare le creste papillari dei polpastrelli delle dita, ci può fornire un indizio molto importante, sono segni morfologici che rimangono immutati nel corso della vita, di conseguenza se l'impronta non è contaminata, alterata, può costituire una "prova" inoppugnabile, così lo stesso dna ma solo contestualmente ad un'indagine.
La risoluzione semplice del caso dunque, esiste solo per le fiction e i salotti televisivi e non certo per i RIS: il loro motto è professionalità e non "fantasie" poiché non dimentichiamolo, potremmo anche incolpare un innocente, e quell'innocente potrebbe un giorno, per uno strano caso della vita, essere ognuno di noi.
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