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Morbillo: perché i casi in Italia sono in aumento?

Dall’inizio del 2017 sono già stati registrati più di 700 casi di morbillo, più della la metà di questi ha un’età compresa fra i 15-39 anni per cui non si può più parlare di una malattia dei bambini. Nella maggior parte dei casi è necessario un ricovero. Per questo molti medici ricordano l’importanza di vaccinarsi a 2 anni, con un richiamo intorno ai 5-6 anni. La maggior parte dei casi sono stati segnalati in Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana.

Calo delle vaccinazioni

Il morbillo continua a circolare nel nostro Paese, secondo le informazioni del Ministero della Salute, “a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi”.

La Federazione italiana medici pediatri sul fronte della profilassi è abbastanza chiara: «Le vaccinazioni non sono una questione di libertà personali, ma una battaglia di civiltà».

Tuttavia continuano a registrarsi tra la popolazione molti dubbi soprattutto per la correlazione tra l’autismo e il vaccino contro il morbillo di cui si è tanto parlato. Sull’argomento è intervenuta nuovamente il ministro per la salute, Beatrice Lorenzin: “L’unica arma che abbiamo contro malattie gravi come il morbillo sono i vaccini, basta con le bufale – ha detto la Lorenzin – non c’è nessuna correlazione fra vaccini e autismo”.

Anche Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, è molto chiaro sull’argomento: “Se la copertura vaccinale continuerà a calare – prosegue Iacomini – c’è il rischio concreto di tornare a vedere nel nostro paese scene che speravamo di avere scacciato per sempre: famiglie che piangono la scomparsa di un figlio per colpa di una malattia che si sarebbe potuta evitare con un semplice vaccino gratuito. Il morbillo, ricordiamolo, non è un banale raffreddore”. “Non esiste una medicina specifica per combatterlo, e nei bambini più piccoli e con difese immunitarie più fragili può avere complicanze letali”.

Automedicazione e disinformazione

La disinformazione spesso non aiuta. Secondo il rapporto “Italia 2016” redatto da Eurispes, l’80% dei genitori italiani naviga sulla rete e di questi il 70% utilizza le informazioni ricercate per prendere decisioni relative alla propria salute o a quella dei figli.
“Sarebbe davvero tragico se dopo avere lottato senza tregua per ridurre drasticamente gli effetti del morbillo ovunque nel mondo, dovessimo constatare che per pregiudizio e ignoranza abbiamo lasciato entrare nuovamente il morbillo nelle nostre case. Siamo a favore di qualunque misura che il ministero della Salute vorrà intraprendere per proteggere i bambini in Italia da questa rinnovata minaccia”, conclude Iacomini.

Ma l’allarme non riguarda solo il nostro paese. Nel mondo secondo l’organizzazione dell’Onu il virus uccide ogni anno circa 132mila bambini: 15 all’ora, ogni ora di ogni giorno dell’anno.

La disinformazione spesso non aiuta. Secondo il rapporto “Italia 2016” redatto da Eurispes, l’80% dei genitori italiani naviga sulla rete e di questi il 70% utilizza le informazioni ricercate per prendere decisioni relative alla propria salute o a quella dei figli.

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